Sfuggire ai dolori cervicali: errori da evitare in sella
Avete mai sofferto di cervicale? Quel fastidioso dolore localizzato alla base del cranio spesso collegato a nausea o vertigini è oggi molto comune e sappiamo che la causa è spesso l’eccessivo stress o la postura scorretta, ma anche l’attività fisica in bicicletta può provocare la comparsa dei sintomi. Normalmente quando siamo in bici il nostro capo è iperteso e i nostri muscoli saldamente contratti. Tale situazione a lungo andare affatica i muscoli e provoca dolore.
Dunque se al ritorno da un’allenamento, da una gara o da un viaggio in bicicletta venite colpiti da dolori alla base del cranio, da nausea e vertigini potreste essere incappati in una cervicalgia.
Alcuni errori nella posizione, nello stile di guida o nella scelta dei componenti possono provocare questa patologia. Vediamo quali sono e impariamo a difenderci.
Posizioni di Guida Scorrette
Posizione aggressiva: si riscontra specialmente nelle discipline di velocità (cronometro, triathlon, record dell’ora). Per favorire il massimo rendimento muscolare e non scivolare troppo lungo la sella, si porta il ginocchio più avanti dell’asse del pedale. Il collo si trova quindi molto in avanti e la contrazione dei muscoli non è sostenibile a lungo.
Manubrio troppo corto in MTB: si riscontra specialmente nelle discipline discesistiche (downhill, enduro). Per rendere la bici più reattiva la lunghezza dello stem viene ridotta sempre di più e di conseguenza anche l’altezza del manubrio. Lo scarto sella-manubrio aumenta costringendo l’atleta a stendersi sul tubo orizzontale e allungare molto il collo.
Posizionamento scorretto dei freni: si riscontra specialmente nelle bici da corsa. Se i freni sono posizionati troppo in basso si viene costretti ad allungarsi per raggiungerli sovraccaricando i muscoli del collo. Le leve dei freni si trovano nella posizione migliore quando la punta della leva è pari al livello del corno inferiore.
Eccessivo arretramento di sella: se il centro anatomico della sella è troppo distante dal manubrio si è costretti a stringersi forte a quest’ultimo per non perdere la presa. Ciò provoca la contrazione di tutti i muscoli del busto, uno sforzo fisico notevole.
Stile di Guida
Eccessiva rigidità in sella: più che fisico è un fattore mentale in quanto solitamente tendiamo a irrigidirsi quando si devono affrontare tratti difficili (una lunga discesa su asfalto o un tratto scosceso in MTB). I muscoli rigidi non assorbono le vibrazioni della strada è quindi consigliabile alzarsi in piedi con gambe e braccia piegate in modo da usare il proprio corpo come ammortizzatore.
Ipertensione del collo prolungata: tipica degli atleti di triathlon e dei granfondisti che mantengono la posizione aggressiva per molto tempo costringendo il collo a contrarsi. Invece è bene alzare la testa e sciogliere i muscoli del collo ogni volta che è possibile.
Componenti rigidi trasferiscono buona parte delle vibrazioni della strada al corpo invece di assorbirle.
Ruote: le ruote per le bici da corsa in composito trasmettono le vibrazioni e gli impatti specialmente al manubrio.
Ruote profilate: i cerchi ad alto profilo sono più rigidi e tendono a trasmettere di più gli impatti invece di assorbirli.
Ruote con pochi raggi: le ruote con pochi raggi (24, 16 o 12) risultano più rigide visto che il colpo si scarica appunto su meno raggi del normale.
Carro anteriore molto corto: caratteristica dei telai piccoli (48-53) dove la distanza tra il movimento centrale e il mozzo è inferiore alla proiezione a terra del manubrio. Il peso del ciclista si concentra in avanti sovraccaricando spalle e corpo.
Pneumatici stretti: tali pneumatici (19 – 23 mm) presentano le spalle più verticali all’interno del cerchio rispetto ai più grandi. Eventuali impatti vengono quindi male assorbiti e si trasmettono direttamente al corpo.