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Matteo ha scritto un nuovo articolo 21 ore, 57 minuti fa
La magia del bikepacking: come viaggiare leggeri e sentirsi liberi
C’è un momento, mentre pedali nel silenzio di una strada secondaria, in cui ti rendi conto che non ti manca niente. Hai la bici sotto di te, qualche chilo di bagagli, una borraccia d’acqua e una tenda leggera. Eppure ti senti ricco. È questo il cuore del bikepacking: l’arte di viaggiare in bici in modo leggero, essenziale e profondamente libero. Cos’è il bikepacking? Per chi è abituato al cicloturismo classico, il bikepacking può sembrare estremo. In realtà, è semplicemente un approccio più minimalista: niente borse laterali o portapacchi, ma sacche compatte fissate al telaio, al manubrio e sotto la sella. L’equipaggiamento si riduce all’osso, ma l’esperienza si arricchisce. È una scelta perfetta per chi ama i sentieri sterrati, i percorsi gravel, o vuole spingersi lontano dall’asfalto, dove le bici cariche non arrivano facilmente. Perché sceglierlo? Il bikepacking ti costringe (in senso buono) a portare con te solo l’essenziale. Niente superfluo. Ti interroga su cosa ti serve davvero per stare bene, dormire, mangiare e pedalare. In cambio, ti dà: più agilità nei percorsi tecnici e sterrati; meno peso da trascinare, soprattutto in salita; più libertà di improvvisare: puoi fermarti ovunque, dormire sotto le stelle, cambiare rotta all’ultimo. Cosa portare davvero? Ogni grammo conta. Ecco la mia checklist base per un viaggio di 3–5 giorni in modalità bikepacking: Borsa da sella: abbigliamento tecnico (1 ricambio), piumino leggero, antivento. Borsa da telaio: attrezzi, ricambi, powerbank, documenti. Borsa da manubrio: sacco a pelo, materassino e tarp o tenda ultraleggera. Borsetta sul top tube: snack, barrette, telefono, coltellino. Borracce: acqua + borraccia termica per zuppe/tea. (Suggerimento: allega qui una foto del tuo setup – è uno dei contenuti più apprezzati dai lettori!) Dove andare in bikepacking? L’Italia è un paradiso per il bikepacking: Toscana (percorso della Eroica o la Via Francigena gravel); Sardegna (la mitica “Traversata Sarda”); Appennini (tra Marche, Abruzzo e Molise c’è solo da scegliere); Alpi Liguri e Marittime per chi ama i singletrack e i paesaggi lunari. Ma il bello del bikepacking è che ogni strada secondaria può diventare un’avventura. Ti basta una bici, un GPS e la voglia di scoprire. Un invito a pedalare leggeri Il bikepacking è una lezione di semplicità. Ti insegna che meno peso sulle spalle significa più libertà nella mente. Che non hai bisogno di molto per sentirti vivo. E che la fatica, quando è scelta, diventa piacere. Quindi la prossima volta che pensi a un viaggio, prova a togliere invece che aggiungere. Lascia a casa le certezze, scegli la polvere e Continua a leggere -
La Via Silente: pedalando nel cuore del Cilento
C’è un’Italia che parla a bassa voce, lontana dai riflettori del turismo di massa, fatta di borghi arroccati, colline morbide e silenzi carichi di significato. È l’Italia che si attraversa lentamente, meglio ancora in sella a una bicicletta. È l’Italia della Via Silente, un itinerario cicloturistico di 600 chilometri che abbraccia l’anima selvaggia del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in Campania. Un itinerario che invita all’ascolto Il nome non è casuale: la Via Silente non è solo una strada, ma un invito a rallentare. A lasciare che la fatica diventi meditazione, che i chilometri diventino dialogo con un paesaggio che cambia senza preavviso, tra uliveti centenari, coste rocciose e montagne solitarie. Il percorso parte e si conclude a Castelnuovo Cilento, dove ha sede la “Silenteria”, una piccola officina-casa base che fornisce mappe, credenziali e assistenza ai cicloviaggiatori. Da lì si snoda un anello suddiviso in 15 tappe, attraversando piccoli comuni dove il tempo sembra essersi fermato, come Morigerati, Felitto, Roccagloriosa e Piaggine. Tra pedalate e patrimonio UNESCO Pedalare nella Via Silente significa anche immergersi in un patrimonio culturale e naturalistico di straordinaria ricchezza. Questo è il regno della dieta mediterranea, nata proprio qui, a Pollica, grazie agli studi del biologo Ancel Keys. È anche il territorio dei templi di Paestum, delle grotte carsiche di Castelcivita, dei sentieri che risalgono al mondo lucano e greco. E poi c’è il Cilento delle leggende: il monte Gelbison, sacro fin dall’antichità; le gole del Calore, scavate nei secoli dalla forza dell’acqua; le querce secolari che si stagliano come monumenti viventi. Una sfida, ma non per tutti Il tracciato non è privo di difficoltà: ci sono salite impegnative, fondi sterrati, lunghi tratti in assenza di centri abitati. Ma è proprio in questo che risiede il suo fascino. La Via Silente non è una pista ciclabile attrezzata: è un’esperienza. Richiede preparazione, spirito di adattamento e una buona dose di autonomia. In cambio, regala un senso profondo di libertà e di connessione. Pedalare per restare In un’epoca in cui i piccoli paesi dell’entroterra si svuotano, il cicloturismo diventa anche uno strumento di resistenza. Ogni sosta, ogni pernottamento in un B&B locale, ogni pranzo in un’osteria alimenta una microeconomia che valorizza il territorio senza snaturarlo. “La bici è il mezzo perfetto per attraversare il Cilento – racconta Antonella Aumenta, ideatrice della Via Silente – perché ti permette di ascoltare. Il paesaggio ti parla, ma solo se lo attraversi con lentezza”. Se cercate un viaggio che sia più di una vacanza, che vi porti lontano senza prendere un aereo, la Via Silente è un’ottima candidata. Non offre comodità da catalogo, ma emozioni autentiche, panorami che si conquistano con il sudore e una consap Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni fa
Vacanze su due ruote: il cicloturismo a misura di famiglia parte dalle ciclabili facili
C’è una vacanza che non prevede code in autostrada, orari da rispettare o alberghi affollati. Una vacanza dove si va piano, si ride spesso e si accumulano ricordi un chilometro alla volta. È quella del cicloturismo in famiglia, sempre più scelta da genitori in cerca di esperienze genuine da condividere con i propri figli. Tra i percorsi più gettonati c’è la ciclabile della Val Pusteria, nel cuore dell’Alto Adige. Un itinerario semplice e scenografico, che collega San Candido a Brunico lungo 35 chilometri immersi nel verde, con stazioni ferroviarie ad ogni paese per chi desidera spezzare o accorciare il tragitto. «La sicurezza è la nostra priorità», spiega Laura, guida cicloturistica locale. «Le piste protette, ben segnalate e senza traffico sono la chiave per una vacanza serena anche con bambini piccoli». Non è un caso che le amministrazioni locali stiano investendo sempre più in infrastrutture ciclabili per famiglie: aree picnic, fontane, noleggi attrezzati e perfino parchi gioco a bordo pista. In molti tratti, i piccoli pedalatori trovano stimoli continui: fattorie didattiche, laghetti balneabili, gelaterie e punti panoramici da fotografare insieme. L’altro ingrediente vincente? L’e-bike. Le bici a pedalata assistita hanno abbattuto molte barriere, permettendo anche ai non allenati di affrontare itinerari un tempo impensabili. Con i più piccoli, poi, il carrellino o la cargo bike trasformano il viaggio in una vera avventura su ruote. Certo, serve un minimo di pianificazione – tappe brevi, pause frequenti, snack sempre pronti – ma i benefici sono enormi: benessere fisico, connessione con l’ambiente, senso di autonomia nei bambini. E soprattutto, un’intimità familiare che la routine spesso non concede. In un’epoca in cui si cerca sempre più equilibrio tra vita digitale e reale, la bicicletta è un ponte perfetto. E pedalare tutti insieme, alla scoperta di paesaggi e sorrisi, è fo Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni fa
In bici con i bambini: la ciclovia che fa sorridere tutta la famiglia"
Il sole è appena sorto, l’aria ha ancora quel profumo fresco di rugiada e i caschi sono già allacciati. Davanti a una giornata di cicloturismo,la prima pedalata è la promessa di avventura. E quando a inforcare la bici sono mamma, papà e bambini, l’esperienza si trasforma in qualcosa di più: un viaggio di scoperta condivisa, senza fretta e senza stress. Tra le ciclabili italiane più adatte alle famiglie spicca la Ciclovia del Mincio, un percorso sicuro e completamente asfaltato che collega Peschiera del Garda a Mantova per circa 45 chilometri. Ma non lasciatevi intimidire dalla distanza: il bello di questo tracciato è che si può affrontare a tappe, con numerose aree di sosta, punti ristoro e piccole deviazioni perfette per i più piccoli. «Abbiamo scelto questa ciclovia per la nostra prima vacanza in bici con i figli, e non potevamo sperare di meglio», racconta Claudia, madre di due bambini di 6 e 9 anni. «Ci sono tratti ombreggiati, mucche nei campi, ponticelli da attraversare e ogni chilometro diventa un gioco». In effetti, uno dei segreti del successo del cicloturismo in famiglia è proprio la natura narrativa del percorso: ogni dettaglio può trasformarsi in racconto, ogni pausa in un momento educativo o di svago. E se si viaggia in primavera o estate, si può anche approfittare di picnic improvvisati lungo il fiume o visitare i piccoli borghi lungo il tragitto. La crescente attenzione verso questo tipo di turismo ha spinto molte strutture a dotarsi di servizi family-friendly: noleggio seggiolini, carrelli per bimbi, punti di assistenza tecnica e perfino mappe con tappe gioco. La bici, per le famiglie, non è solo mezzo di trasporto. È un modo per stare insieme davvero, lontano dagli schermi e vicini alla natura. Ed è proprio lungo queste ciclabili che s Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 22 ore fa
Pedalando tra borghi e vigneti: un weekend nel cuore del Monferrato
MONFERRATO – C’è una terra, tra le colline del Piemonte, dove il tempo sembra rallentare e ogni curva racconta una storia. Il Monferrato, patrimonio UNESCO, è una meta sempre più amata dai cicloturisti per la sua combinazione unica di paesaggio, cultura e buon cibo. Partiti da Nizza Monferrato con le prime luci dell’alba, seguiamo un itinerario ad anello che attraversa Canelli, Moasca e Calosso. Le strade sono poco trafficate, immerse tra filari ordinati di Barbera e Moscato. In salita verso il Castello di Calosso, lo sforzo si fa sentire ma è subito ripagato dal panorama: colline morbide a perdita d’occhio e il profilo delle Alpi sullo sfondo. La giornata prosegue tra pause enogastronomiche — un pranzo leggero con salumi e formaggi locali in un’osteria a conduzione familiare — e soste nei borghi, dove il tempo sembra essersi fermato. A Canelli, una visita alle storiche “cattedrali sotterranee” è d’obbligo: cantine scavate nella roccia che custodiscono bottiglie di spumante da generazioni. Il rientro è dolce, con il sole del tardo pomeriggio che accende le colline di riflessi dorati. La bellezza del Monferrato non sta solo nei paesaggi o nel vino: sta nell’armonia che si crea tra pedalata e territorio, tra fatica e bellezza. INFO UTILI: Itinerario ad anello di circa 60 km. Dislivello: 900 m. Adatto a ciclisti con un minimo di allenamento. Fondo asfaltato con tratti Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 22 ore fa
Cicloturismo urbano: Milano su due ruote, tra architettura e verde nascosto"
MILANO – Dimenticate smog e traffico. Esiste una Milano che si scopre meglio pedalando piano, tra piste ciclabili inaspettate, cortili segreti e rigenerati spazi verdi. Una città che, lontano dagli stereotipi, sorprende i cicloturisti urbani con percorsi ricchi di fascino e storia. Il nostro itinerario parte dalla Stazione Centrale e si dirige verso il quartiere Isola. Qui l’architettura contemporanea convive con vecchi magazzini trasformati in bistrot e laboratori artistici. Passando per la Biblioteca degli Alberi, il verde si fa protagonista in pieno centro città, mentre i grattacieli di Porta Nuova si riflettono nei laghetti artificiali. Da lì, si imbocca la ciclabile lungo il Naviglio Martesana: un corridoio verde che, seguendo l’antico corso d’acqua, conduce fino a Crescenzago. Il contrasto tra la quiete del canale e la vitalità metropolitana è il cuore dell’esperienza. Ogni tratto è un invito alla scoperta: una cascina ristrutturata, una bottega di biciclette d’epoca, un murale colorato. Il rientro avviene attraversando il Parco Lambro e i quartieri orientali, con un ultimo sguardo a un volto diverso di Milano: sostenibile, creativa, ciclabile. INFO UTILI: Percorso urbano di circa 35 km, pianeggiante e adatto a tutti. Fondo misto (asfalto e sterrato compatto). Ideale anche con e-bike. Da evitare nelle ore di punta. Con Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 giorni, 23 ore fa
Cesena pedala verso il futuro: al via il progetto “Bike to Work"
CESENA – Venti centesimi per ogni chilometro percorso in bicicletta, fino a un massimo di 50 euro mensili. Sono queste le regole alla base di Bike to Work, l’iniziativa lanciata dalla Regione Emilia-Romagna per promuovere la mobilità sostenibile nei tragitti casa-lavoro. A Cesena, il programma si inserisce nel più ampio progetto “Cambiamo marcia 2024-2026”, che punta a rivoluzionare le abitudini di spostamento dei cittadini. Per partecipare basta poco: un tragitto di almeno 800 metri, percorribile anche con biciclette a pedalata assistita, e un totale minimo di 30 chilometri pedalati in tre mesi. Gli incentivi sono riservati ai dipendenti di aziende, studi professionali, scuole e attività commerciali che abbiano aderito al piano spostamenti casa-lavoro, tramite la piattaforma digitale Wecity, che monitora e certifica i percorsi effettuati. “Con questa azione – spiega l’assessore alla mobilità Christian Castorri – vogliamo rafforzare l’impegno della città verso una mobilità più sostenibile. È un investimento sulla qualità dell’aria, sulla salute dei cittadini e sulla vivibilità degli spazi urbani”. E i numeri dimostrano un interesse crescente: dal lancio dell’iniziativa, a dicembre 2024, sono già 35 le aziende e attività commerciali coinvolte, insieme a cinque circoli didattici, sette scuole, l’Università di Bologna, il Comune e le strutture sanitarie locali dell’Asl. La sfida è aperta fino al 30 novembre 2026, con l’obiettivo di trasformare la bici da mezzo alternativo a scelta quotidiana. Un p Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 23 ore fa
Pedalando nella terra dei calanchi: un viaggio in bicicletta nel cuore della Basilicata
BASILICATA – Una terra antica, silenziosa, aspra e sorprendente: la Basilicata è una delle regioni meno battute d’Italia, eppure offre esperienze uniche a chi decide di attraversarla a pedali. Un viaggio in bicicletta qui non è solo sport, ma un’immersione totale in una natura selvaggia, in borghi dimenticati dal tempo e in un paesaggio che cambia radicalmente ogni decina di chilometri. Tra i Sassi e i Calanchi Il nostro itinerario parte da Matera, la Città dei Sassi, patrimonio UNESCO e capitale europea della cultura nel 2019. Dopo una visita ai celebri rioni scavati nella roccia e una colazione con pane di Matera e marmellata di fico d’India, si monta in sella in direzione sud, lungo strade secondarie che tagliano la Murgia materana. A pochi chilometri dalla città, il paesaggio si trasforma: la pietra lascia spazio all’argilla, e l’altopiano si apre verso i calanchi lucani, spettacolari formazioni geologiche che ricordano paesaggi lunari. Qui, tra Craco — il celebre borgo fantasma — e Pisticci, la strada si fa più dura ma anche più emozionante. Salite brevi ma intense, discese veloci e curve strette: una goduria per i cicloturisti esperti, ma gestibile anche da chi ha un minimo di allenamento, soprattutto in e-bike. Soste tra olivi e vigneti Il percorso prosegue tra colline coltivate a olivo, piccoli appezzamenti di grano e distese di vigneti. È il cuore agricolo della regione, dove il tempo sembra essersi fermato. I ciclisti trovano rifugio e ristoro nei piccoli agriturismi che punteggiano l’itinerario: piatti semplici, genuini, e una calorosa accoglienza che rende ogni tappa un momento da ricordare. Una sosta obbligata è Aliano, il paese di Carlo Levi, dove ancora si respirano le atmosfere del suo celebre “Cristo si è fermato a Eboli”. Da qui, una discesa panoramica porta verso il fiume Agri, con viste mozzafiato e il profumo intenso della macchia mediterranea. Il Parco del Pollino, ultima frontiera Per i più audaci, l’itinerario può proseguire verso ovest fino a raggiungere il Parco Nazionale del Pollino, il più grande d’Italia. Qui la bicicletta si confronta con la montagna vera: salite lunghe, pendenze importanti e paesaggi che spaziano dai boschi di faggio alle vette rocciose abitate da aquile reali. L’arrivo a Rotonda o a San Severino Lucano segna la fine di un viaggio che unisce sport, cultura e natura incontaminata. Informazioni utili Il percorso, modulabile in base alla preparazione del ciclista, si snoda per circa 250-300 chilometri, con possibilità di tappe giornaliere da 40 a 70 km. È consigliato un mezzo gravel o MTB, ma anche le e-bike sono perfette per affrontare i tratti più impegnativi. Primavera e autunno sono le stagioni ideali, quando il clima è mite e Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 5 giorni, 23 ore fa
Cicloturismo nel Sud Italia: la Ciclovia della Magna Grecia, un viaggio tra mare, storia e silenzi
Nel Sud Italia c’è un luogo dove il tempo rallenta, il vento profuma di sale e i pedali raccontano storie antiche. È la Ciclovia della Magna Grecia, un percorso che si snoda lungo la costa ionica calabrese, tra spiagge deserte, rovine greche e ulivi secolari. Un viaggio in bici in una terra autentica, aspra e generosa, dove ogni chilometro è un tuffo nella bellezza selvaggia del Sud. Da Rocca Imperiale a Soverato: il cuore del Sud Uno dei tratti più suggestivi della ciclovia parte da Rocca Imperiale, al confine con la Basilicata, e segue la costa jonica fino a Soverato, per circa 300 km. Il percorso attraversa borghi sospesi tra mare e collina – come Sibari, Rossano, Cirò Marina, Le Castella – e regala scorci su spiagge infinite, scogliere rosse e promontori ricoperti di macchia mediterranea. Ma non è solo natura. Lungo la strada si incontrano musei archeologici, parchi della Magna Grecia, castelli normanni e testimonianze bizantine. E poi le persone: ospitali, curiose, pronte a offrirti un caffè o una fetta di crostata al bergamotto. Pedalare fuori stagione Il bello di questa rotta? È perfetta fuori stagione. Da marzo a giugno, o tra settembre e ottobre, troverai temperature miti, poco traffico e un silenzio che accompagna ogni pedalata. Le strade, spesso statali secondarie o tratti già convertiti in ciclovie, permettono di pedalare in sicurezza, anche se è consigliato avere una buona bici da trekking o gravel. Soste imperdibili lungo il percorso Sibari: visita agli scavi e al Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide. Rossano: patria della liquirizia e del celebre Codex Purpureus. Cirò Marina: assaggia il vino Cirò direttamente nelle cantine locali. Le Castella: una foto al castello aragonese sospeso sul mare è d’obbligo. Soverato: mare cristallino e ottima cucina calabrese per concludere in bellezza. Consigli pratici per affrontare la ciclovia Bici consigliata: trekking o gravel. Alcuni tratti sono sterrati o dissestati. Equipaggiamento: borse laterali leggere, crema solare, casco e kit riparazione. Pernottamenti: agriturismi, B&B o campeggi lungo la costa. Alcuni sono bike-friendly. Acqua e ristori: porta sempre una scorta d’acqua, specialmente nei tratti più isolati. Perché scegliere il Sud Cicloturismo al Sud è più che un viaggio: è un incontro. Con la terra e con le radici. Qui non si pedala solo per arrivare, ma per vivere. I panorami sono autentici, le salite oneste, le persone vere. E ogni sera, davanti a un piatto di pesce fresco o a un piat Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 6 giorni, 18 ore fa
La Ciclovia del Sole: pedalare sull’asse verde d’Italia
È uno dei progetti più ambiziosi del cicloturismo europeo, e una delle promesse più concrete per il rilancio del turismo sostenibile in Italia: la Ciclovia del Sole, parte dell’EuroVelo 7, si candida a diventare una dorsale strategica per chi sceglie di viaggiare lentamente, in equilibrio tra natura, cultura e mobilità dolce. Un itinerario in continua espansione Lunga oltre 3.000 chilometri dal Capo Nord a Malta, la Ciclovia del Sole attraversa l’Italia da nord a sud, partendo dal Brennero e passando per Bolzano, Verona, Bologna, Firenze, Roma e Napoli, per poi proseguire fino a Palermo. Attualmente, i tratti più completi e ciclabili in sede propria si trovano tra Mirandola e Bologna, con progetti già finanziati per l’estensione verso Verona e Firenze. Nel tratto emiliano, inaugurato nel 2021, la ciclovia corre su un ex tracciato ferroviario riconvertito, offrendo una sede perfettamente asfaltata, segnaletica chiara e numerosi punti di sosta attrezzati. È un modello di rigenerazione territoriale che ha già attirato migliaia di cicloturisti da tutta Europa. Perché sceglierla La Ciclovia del Sole si distingue per: Facilità del percorso: adatto a tutti, grazie a pendenze lievi e fondo regolare. Accessibilità: la vicinanza a stazioni ferroviarie consente di organizzare tappe flessibili e sostenibili. Servizi cicloturistici: bike hotel, stazioni di ricarica per e-bike, officine e punti ristoro si stanno moltiplicando lungo l’asse. Attrattiva paesaggistica e culturale: dalle colline modenesi ai centri storici come San Giovanni in Persiceto, l’esperienza è un continuo alternarsi di natura, arte e gastronomia. Consigli pratici Periodo migliore: da marzo a giugno e da settembre a ottobre, evitando il caldo eccessivo estivo. Tipologia di bici consigliata: city bike, trekking o gravel; anche le e-bike sono perfette per coprire distanze più lunghe senza affaticarsi. Attrezzatura utile: borse laterali impermeabili, kit antiforatura, luci anteriori e posteriori, GPS o app di navigazione (es. Komoot o Bikemap). Un’opportunità per il territorio La Ciclovia del Sole non è solo una pista ciclabile: è un’infrastruttura culturale. I Comuni attraversati stanno già investendo in eventi, accoglienza e valorizzazione delle produzioni locali, creando un indotto economico virtuoso. Secondo l’ISNART, il cicloturismo genera in Italia oltre 5 miliardi di euro l’anno: investire su ciclovie come quest Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa
Cinque consigli per organizzare un viaggio in bici perfetto.
Organizzare un viaggio in bicicletta può sembrare complicato, ma con un po’ di pianificazione si trasforma in un’esperienza entusiasmante e accessibile a tutti. Ecco cinque consigli pratici per prepararsi al meglio. 1. Scegli il percorso giusto (per te) Non serve partire per Capo Nord al primo viaggio. Meglio iniziare con itinerari ben segnalati, come la Ciclovia del Mincio o il Sentiero della Valtellina. Valuta la tua preparazione, il dislivello e la presenza di servizi lungo la strada. 2. Pochi bagagli, ma giusti La regola d’oro: meno è meglio. Due borse laterali posteriori sono spesso sufficienti. Porta l’essenziale: un cambio tecnico, abbigliamento antipioggia, kit di riparazione e qualche snack. Non dimenticare i documenti e una power bank. 3. Allenati… ma senza ossessionarti Se riesci, prepara il corpo con qualche uscita di 40-60 km prima della partenza. Non serve arrivare “da gara”, ma avere un minimo di resistenza aiuta a godersi il viaggio senza dolori inutili. 4. Dormire: meglio prenotare? Dipende dalla stagione e dalla zona. In alta stagione o in mete molto turistiche, prenotare conviene. In zone meno battute, si può viaggiare più “wild”, magari con una tenda ultraleggera. L’importante è sempre rispettare l’ambiente e le persone. 5. Lascia spazio all’imprevisto Il bello del cicloturismo è proprio nella libertà. Un sentiero alternativo, un invito a cena, un tramonto che merita una so Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa
L’Appennino che non ti aspetti: viaggio lento tra borghi e silenzi.
C’è un’Italia che non corre, che respira al ritmo del vento e dei passi lenti sui pedali. È l’Italia dell’Appennino centrale, quella che si scopre salendo senza fretta, in silenzio, tra curve che odorano di bosco e antichi borghi che sembrano fermati nel tempo. Parto da Norcia in una mattina fresca di primavera, con la bicicletta carica il giusto e la mente sgombra. Davanti a me, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Nessuna fretta: ogni salita è un invito alla contemplazione. Pedalo verso Castelluccio, tra i campi che a giugno esplodono in un tripudio di colori: gialli, rossi, blu. Fiori spontanei che si mescolano alla storia e alla leggenda di queste montagne. La sella diventa punto di osservazione privilegiato. Qui non si cerca la performance, ma l’esperienza. Una fontanella diventa ristoro, una chiesa romanica occasione di sosta. In un piccolo rifugio, incontro altri viaggiatori: tedeschi, olandesi, anche italiani. Parliamo poco, ma ci capiamo subito. C’è un linguaggio universale fatto di chilometri e sorrisi. L’Appennino ti insegna a rallentare. Ti offre panorami che non si chiedono di essere fotografati, ma semplicemente vissuti. Quando arrivo a Visso, la sensazione è quella di aver varcato una soglia: sono più stanco, sì, ma anche più presente. Il cicloturismo, qui, no Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa
Nel Cuore della Maremma: Un Giorno in Bici tra Vento, Polvere e Meraviglia
La giornata era iniziata con un cielo che non prometteva niente. Né sole né pioggia, solo quella luce piatta che non dice molto, ma che a volte si rivela perfetta per pedalare. Parto presto da Massa Marittima, con le gambe ancora un po’ pesanti dalla tappa del giorno prima e la testa piena di quella strana voglia di silenzio che solo chi viaggia in bici conosce. La Maremma si apre davanti a me come un libro antico: polveroso, ruvido, pieno di storie. Le strade bianche mi portano dentro a un paesaggio che cambia lentamente, tra vigne, querce isolate e greggi che pascolano senza fretta. In bici, tutto assume un altro ritmo. Non si attraversano solo luoghi, ma si entrano in contatto con essi. A Montemassi mi fermo. Il castello domina la collina e il vento si infila tra i vicoli come un vecchio abitante che conosce ogni pietra. Bevo un caffè nel piccolo bar della piazza, mentre due signori commentano la vendemmia e un gatto dorme sul sellino della mia bici. Sono quei momenti semplici che danno senso al viaggio. Nessuna foto potrà raccontarli davvero. Riparto, e il percorso si fa più mosso. Salite brevi ma secche, discese sterrate che richiedono attenzione e fiducia. Le gambe girano da sole ormai. Il bello della bici è che il corpo, a un certo punto, si adatta al viaggio: smette di lamentarsi e comincia a collaborare. È una forma di dialogo silenzioso tra muscoli e mente. Nel pomeriggio arrivo a Roccastrada. Mi accoglie un panorama vasto, con l’Argentario che si intuisce all’orizzonte e la luce che finalmente si fa dorata. Mi siedo sul muretto a guardare. Non c’è niente di straordinario, eppure tutto sembra perfetto. La polvere sulla bici, il sudore sulla maglietta, la fame che inizia a farsi sentire: sono dettagli che raccontano una giornata piena. Dormirò in un agriturismo poco fuori dal paese. Mi aspettano una doccia calda, un piatto di pici al cinghiale e una notte di sonno profondo. Ma prima, prendo qualche appunto sul taccuino. Ogni viaggio in bici ha bisogno di essere ricordato. Non per nostalgia, ma per gratitudine. Perché ogni tappa, ogni chilometro, ogni folata di vento in faccia sono frammenti di libertà. E pedalare in Maremm Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa
Sotto le Ruote, la Libertà: Viaggio Lento tra Borghi e Sentieri d’Italia
L’alba ha un sapore diverso quando la guardi da una sella. C’è un silenzio che parla, e il mondo si risveglia con lentezza mentre pedali lungo una strada secondaria, lontano dal traffico e più vicino all’essenziale. Il cicloturismo non è solo un modo di viaggiare: è una dichiarazione d’intenti. È scegliere la fatica come passaporto per l’autenticità. Negli ultimi anni, il fenomeno è cresciuto in modo esponenziale. Complice la riscoperta del turismo di prossimità e il bisogno di disconnessione, sempre più viaggiatori scelgono di abbandonare i percorsi convenzionali per lasciarsi guidare da mappe tracciate a pedali. L’Italia, con la sua geografia variegata e i suoi borghi sospesi nel tempo, è diventata un piccolo paradiso per chi ama viaggiare su due ruote. Uno degli itinerari più affascinanti è quello della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, che attraversa l’entroterra pugliese tra uliveti secolari e muretti a secco, seguendo le tracce di un’opera ingegneristica unica al mondo. O la Via Silente, che attraversa il Parco Nazionale del Cilento, dove i chilometri si misurano in emozioni, non in fatica. Il cicloturismo è anche un ritorno al tempo umano. Si pedala abbastanza piano da ascoltare il canto degli uccelli o il rumore delle ruote sulla ghiaia, ma abbastanza veloce da attraversare territori diversi nello stesso giorno. Non c’è fretta, ma c’è movimento. Ogni sosta è una scoperta: una fontana inaspettata, un casale abbandonato, un anziano che racconta storie di altri tempi. Viaggiare in bici è anche un gesto ecologico. Zero emissioni, massimo coinvolgimento. È un modo per riscoprire il valore della lentezza e l’impatto che possiamo avere — o non avere — sull’ambiente che ci ospita. In un’epoca dove tutto è misurato in velocità e produttività, scegliere la bici è un piccolo atto di resistenza. Ma attenzione: non è un viaggio sempre facile. Serve preparazione, consapevolezza e, soprattutto, la voglia di accettare l’imprevisto. Una gomma forata può diventare un’occasione per conoscere qualcuno. Una salita troppo ripida, un pretesto per fermarsi a guardare il panorama. Il bello del cicloturismo sta proprio lì, nell’imperfezione del percorso. E quando torni a casa, non sei mai lo stesso. Perché ogni viaggio in bici ti lascia qualcosa: una nuova storia da raccontare, una foto scattata al volo, un dolore muscolare che sa di conquista. Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 2 giorni fa
“La Quirina” prende il via: Concordia inaugura la sua nuova ciclabile tra storia, paesaggio e futuro sostenibile
CONCORDIA SULLA SECCHIA – Una domenica mattina di inizio estate, una linea d’asfalto che scorre tra campi e alberi, e un nastro tricolore tagliato tra gli applausi: così è stata inaugurata “La Quirina”, la nuova pista ciclabile che collega la frazione di Vallalta con il capoluogo concordiese. Un piccolo ma significativo cambiamento nel paesaggio locale, che racconta una grande storia di visione, continuità amministrativa e impegno per un futuro più sostenibile. L’idea era nata nel 2023, durante il mandato dell’ex sindaco Luca Prandini, come risposta concreta a una domanda crescente: muoversi meglio, in modo più sicuro e più green. Oggi, grazie al lavoro portato avanti dall’attuale Amministrazione comunale, quel progetto è realtà. Ma “La Quirina” non è solo una pista ciclabile. È un gesto di cucitura urbana, un’arteria di prossimità che restituisce connessione tra centro e frazione, e invita a riscoprire il proprio territorio con lentezza. In bici, a piedi, col cane al guinzaglio o spingendo un passeggino. “Abbiamo voluto creare non solo un’infrastruttura, ma un percorso di comunità,” ha detto durante l’inaugurazione un rappresentante del Comune. “La Quirina è un modo nuovo di guardare al nostro territorio, di viverlo, di attraversarlo senza fretta”. Il nome scelto non è casuale. “La Quirina” richiama l’antico, la storia locale, come a dire che anche l’innovazione può avere radici. E in effetti questa ciclabile si inserisce con garbo nel paesaggio: si snoda tra campi coltivati, filari e strade secondarie, offrendo scorci familiari ma rinnovati. Domenica mattina, la ciclabile ha fatto il suo debutto tra i pedali e le ruote dei primi utenti: famiglie, bambini, gruppi di amici. Non è mancato chi ha approfittato del percorso per una camminata lenta sotto il sole, chi invece ha già fiutato il nuovo tragitto per il tragitto casa-scuola o casa-lavoro. È proprio qui che questa pista mostra il suo potenziale più autentico: diventare parte della vita quotidiana. Un’opera semplice, ma preziosa. Un passo breve, ma deciso verso un’id Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 2 giorni fa
Tra lago e montagne: un’avventura in bicicletta nel cuore della provincia di Como
PROVINCIA DI COMO – C’è un momento, tra una curva e un tornante, in cui il fiato corto per la salita lascia spazio a un respiro più ampio: quello dello stupore. Davanti agli occhi si apre il blu profondo del lago, incorniciato dalle vette, mentre dietro le spalle resta il silenzio delle strade secondarie appena percorse. È questa la sensazione che regala una pedalata nella provincia di Como, un angolo di Lombardia che sa sorprendere anche chi è abituato a viaggiare su due ruote. L’itinerario scelto per questa avventura parte da Menaggio, affacciata sul ramo occidentale del Lario. Una colazione veloce sul lungolago e via, si parte. La strada sale subito con decisione verso Plesio: poco traffico, boschi di castagni e un primo assaggio di pendenze che fanno lavorare le gambe ma regalano anche le prime viste mozzafiato. Da qui, il percorso prosegue verso Grandola ed Uniti, tra ville storiche e piccoli nuclei rurali, prima di immettersi sulla ciclabile della Val Menaggio, un tracciato che segue il percorso di un’antica ferrovia e conduce dolcemente fino a Carlazzo. Una pausa d’obbligo per riempire le borracce alla fontana del paese e scambiare due parole con qualche ciclista locale: “Qui passano tutti quelli che vanno verso il Lago di Piano o su fino al Val Cavargna”, dice un anziano con la bici appoggiata al muretto. Ma la vera avventura inizia prendendo la deviazione verso Bene Lario e risalendo i primi tornanti della Val Sanagra. La strada si restringe, il traffico scompare, il rumore diventa quello delle ruote sulla ghiaia e del vento tra le fronde. Si attraversano alpeggi, sentieri e ponti in pietra, con l’impressione di pedalare in una cartolina dimenticata. Per i più allenati, la tappa può continuare salendo verso Cusino e poi giù, lungo un tratto tecnico ma affascinante, fino a ricollegarsi con la ciclabile del Lago di Piano. Qui, la fatica trova la sua ricompensa: un tratto pianeggiante tra specchi d’acqua, canneti e silenzi che sembrano appartenere a un’altra epoca. Il rientro a Menaggio chiude un anello di circa 50 chilometri, con dislivello significativo ma ampiamente ripagato dalla varietà di paesaggi, dalla qualità dell’asfalto e dalla sensazione di aver attraversato un mondo intero, fatto di acqua, pietra e verde. Pedalare nella provincia di Como non è solo fare sport. È esplorare un territorio autentico, dove ogni salita è una storia, ogni discesa un’emozione, e ogni pausa un’occasione per guardarsi intorno e capire perché, una volta Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa
Pedalando sul Tetto della Liguria: Viaggio sull’Alta Via dei Monti Liguri
Il profumo della resina, il vento carico di salsedine anche a chilometri dal mare, e quella sensazione di essere sospesi tra due mondi: la montagna alle spalle e l’orizzonte del Mar Ligure di fronte. L’Alta Via dei Monti Liguri è molto più di un itinerario: è un filo verde e selvaggio che cuce insieme le vette e i paesi dell’entroterra, da Ventimiglia a Ceparana, per oltre 400 km. Un viaggio in bicicletta qui non è solo sport: è un’immersione nell’anima di una Liguria segreta. Un percorso per spiriti liberi L’Alta Via è nata come sentiero escursionistico, ma negli ultimi anni è diventata un tracciato ambito anche dai cicloturisti più avventurosi, soprattutto in MTB o gravel bike. Non aspettatevi una pista ciclabile liscia: qui si affrontano single track, strade sterrate, salite impegnative e discese tecniche. Ma in cambio si ricevono panorami che levano il fiato e un silenzio rotto solo dai richiami della fauna selvatica. Dal crinale alla costa (e ritorno) Il percorso attraversa le quattro province liguri:Imperia, Savona, Genova, La Spezia e tocca parchi naturali, borghi dimenticati e mulattiere secolari. Ogni tappa è un microcosmo. Si parte dalle Alpi Liguri, in un paesaggio quasi alpino, per poi pedalare tra castagneti e faggete nell’entroterra di Savona. A est di Genova, il tracciato si addolcisce tra i pascoli dell’Appennino ligure e regala scorci sulla Riviera di Levante che sembrano dipinti. Incontri e scoperte lungo la via L’aspetto più sorprendente del viaggio, però, sono le persone. Ogni sosta nei rifugi o nei piccoli agriturismi è un’occasione per ascoltare storie, raccogliere consigli e – perché no – assaggiare piatti della tradizione: torte salate, formaggi di malga, pesto preparato come una volta. È un cicloturismo fatto di fatica, sì, ma anche di umanità e autenticità. Consigli pratici per affrontare l’Alta Via in bici Tipo di bici: MTB consigliata, ma anche una buona gravel con gomme generose può farcela. Periodo ideale: Da maggio a ottobre, evitando i mesi più caldi e quelli più piovosi. Orientamento: La segnaletica è buona per chi cammina, ma non sempre pensata per ciclisti. GPS e tracce GPX sono fondamentali. Alloggio: Rifugi, agriturismi e qualche campeggio. In alcune zone è meglio prenotare. Acqua e rifornimenti: Alcuni tratti sono isolati: portare scorte e fare il pieno ogni volta che si può. Una sfida che ti resta dentro Non è un viaggio per tutti: richiede allenamento, adattabilità e spirito di avventura. Ma l’Alta Via dei Monti Liguri ripaga ogni goccia di sudore con una bellezza aspra e sincera, che pochi itinerari ciclabili in Italia possono offrire. È un modo per vedere la Liguria da un altro punto di vista – letteralmente dall’alto – e per riscoprire la lentezz Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa
Vercelli pedala verso il futuro: al via la nuova pista ciclabile su viale Garibaldi
VERCELLI – La quiete del centro cittadino si arricchisce di un nuovo battito sostenibile: quello delle ruote sottili delle biciclette. Dopo la conclusione del secondo lotto di rigenerazione urbana su viale Garibaldi – riaperto al passeggio appena due settimane fa – sono ufficialmente partiti i lavori per la realizzazione della nuova pista ciclabile che attraverserà l’intero viale, da corso Libertà fino a piazza Roma. Un’opera attesa, già calendarizzata nei mesi scorsi da Palazzo di Città, che ha mantenuto fede al cronoprogramma annunciato. La partenza dei cantieri era infatti subordinata alla conclusione del restyling urbano del viale, e così è stato: senza perdere tempo, ruspe e tecnici sono entrati in azione. Un asse ciclabile nel cuore della città La pista si svilupperà in modo lineare lungo viale Garibaldi, uno dei tratti più iconici e vissuti della città. Cuore pulsante del passeggio vercellese, il viale vedrà ora affiancarsi al flusso pedonale un tracciato interamente dedicato ai ciclisti, pensato per garantire sicurezza, fluidità e – perché no – anche bellezza. Il progetto prevede una pavimentazione a contrasto cromatico, segnaletica orizzontale e verticale ben visibile, e punti di raccordo strategici con il trasporto pubblico. Non meno importante, il collegamento diretto con il circuito ciclabile esistente, soprattutto in zona piazza Roma, snodo chiave per chi si muove tra stazione e centro storico. Mobilità dolce, visione concreta Con questo intervento, Vercelli rafforza la sua identità di città a misura d’uomo. Non si tratta solo di una pista ciclabile, ma di un segnale politico e culturale: la volontà di investire sulla mobilità sostenibile non più come slogan, ma come asse portante di una città che cambia. «Vogliamo una Vercelli più vivibile, meno dipendente dalle auto, più attenta all’ambiente e ai bisogni dei cittadini», hanno ribadito dagli uffici tecnici comunali. «Questa pista non è la fine, ma l’inizio di un disegno più ampio». Una città che si riappropria dei suoi spazi Mentre i lavori avanzano, i residenti osservano con curiosità e speranza. Per molti commercianti della zona, la ciclabile rappresenta una scommessa: meno traffico, ma più passeggio e più vitalità urbana. Per i cittadini, una nuova opportunità per vivere la città su due ruote, in sicurezza e con continuità. A Vercelli, pedalare non sarà più solo una scelta personale: diventerà parte di una strategia Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa
Sulle Due Ruote tra Laghi e Boschi: un viaggio in bicicletta nel cuore della provincia di Varese
Tra i boschi silenziosi, le ville storiche e i riflessi azzurri dei laghi prealpini, la provincia di Varese offre un’esperienza cicloturistica che sorprende anche i pedalatori più esperti. Un territorio che si presta perfettamente a chi desidera coniugare sport, natura e cultura, il tutto in sella a una bicicletta. Una terra fatta per la bici Non è un caso che Varese sia stata scelta come sede di numerosi eventi ciclistici, tra cui il Mondiale di ciclismo su strada del 2008. Il suo territorio collinare, mai estremo ma nemmeno banale, regala itinerari per ogni gamba: dalle tranquille ciclabili familiari alle salite che mettono alla prova i più allenati. Un percorso particolarmente affascinante e alla portata di molti è l’anello che collega il Lago di Varese al Lago di Comabbio, con possibilità di estensione fino al Lago Maggiore. Una proposta che fonde paesaggi naturali incontaminati, tappe storiche e gastronomia locale. L’anello del Lago di Varese: un classico intramontabile Punto di partenza ideale è Schiranna, località affacciata sul Lago di Varese, facilmente raggiungibile in auto o treno. Da qui parte la pista ciclabile asfaltata lunga circa 28 km che gira intorno al lago, immersa nel verde e perfettamente segnalata. Il percorso regala scorci spettacolari sulle acque, attraversando canneti, boschi e piccoli centri come Biandronno e Gavirate, dove una sosta al lungolago è quasi d’obbligo. Non mancano le aree attrezzate per una pausa pranzo all’aperto, magari con una fetta di torta paesana o una “brasadèla”, il dolce tradizionale della zona. Verso il Lago di Comabbio: la natura che sorprende Dal lago di Varese, con una breve deviazione verso sud, si raggiunge il Lago di Comabbio. Qui la pista ciclabile diventa ancora più intima, avvolta da boschi rigogliosi e da un silenzio quasi totale, interrotto solo dal canto degli uccelli. Il tracciato misura circa 12 km, è pianeggiante e privo di traffico, perfetto anche per famiglie con bambini. Un ponte ciclopedonale collega i due laghi, offrendo un passaggio panoramico tra acqua e cielo che lascia senza fiato. L’opzione per i più audaci: estensione fino al Lago Maggiore Chi ha gambe più allenate può proseguire verso nord, in direzione di Ispra o Laveno, dove il Lago Maggiore si apre in tutta la sua maestosità. Qui il percorso diventa più variegato: qualche salita in più, strade meno protette ma ricompensate da vedute spettacolari e dalla possibilità di visitare piccoli borghi lacustri ricchi di storia e fascino. Cicloturismo culturale e gastronomico Pedalare in provincia di Varese significa anche fare un viaggio nella cultura. Si passa accanto a ville liberty, come Villa Toeplitz e Villa Panza, e a siti storici come il Chiostro di Voltorre. Per non parlare dell’offerta enogastronomica: agriturismi e trattorie propongono piatti del territorio, dai formaggi delle valli alle specialità di lago come il pesce persico. Il futuro è su due ruote La provincia investe sempre di più sulla mobilità dolce: nuovi tratti ciclabili sono in fase di realizzazione, le stazioni ferroviarie si stanno adeguando con servizi per i ciclisti, e nascono ogni anno nuove strutture bike-friendly. Un segnale chiaro che pedalare, qui, non è solo un passatempo: è uno stile di vita. Chi cerca un percorso ciclabile che unisca bellezza naturale, sicurezza e autenticità, troverà nella provincia di Varese un piccolo paradiso. Non serve andare lontano per vivere un’avve Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 6 giorni fa
Forlì-Cesena: mezzo milione per il collegamento veloce e 150mila euro per la ciclabile del Mare
FORLÌ – Arrivano buone notizie per il territorio forlivese sul fronte dei finanziamenti pubblici. L’amministrazione comunale di Forlì potrà contare su un contributo complessivo di 650mila euro destinato a due importanti interventi infrastrutturali, grazie allo stanziamento del Fondo per le misure in favore degli Enti locali previsto per il 2025. Nello specifico, 500mila euro serviranno per completare i lotti 1 e 2 del collegamento veloce tra Forlì e Cesena, un’opera attesa da tempo che punta a migliorare la mobilità tra le due città romagnole, riducendo tempi di percorrenza e decongestionando il traffico lungo le arterie principali. Un ulteriore finanziamento da 150mila euro sarà invece destinato al terzo stralcio della nuova pista ciclabile bidirezionale denominata “del Mare”, infrastruttura green che rafforza l’impegno del territorio verso una mobilità sostenibile. A darne notizia è il deputato Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, che ha espresso “soddisfazione per la destinazione di queste risorse a favore di opere infrastrutturali importanti per il nostro territorio”. Secondo il parlamentare romagnolo, si tratta di un passo significativo per lo sviluppo locale, in grado di garantire benefici concreti tanto ai cittadini quanto all’economia della zona. I fondi stanziati rappresentano non solo un sostegno alla ripartenza dei cantieri, ma anche un riconoscimento della strategicità di questi progetti, che si inseriscono in un più ampio disegno di ammodernamento della rete viaria e ciclabile dell’area romagnola. Un segnale positivo, dunque, per chi ogni giorno si muove tra Forlì e Cesena e per chi guarda con interess Continua a leggere
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