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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 17 ore, 43 minuti fa

    Monza, in arrivo una nuova rotonda su viale Sicilia: previsti anche pista ciclabile e marciapiedi La giunta comunale ha approvato il Documento d’indirizzo alla progettazione per la riqualificazione di viale Sicilia. Il piano prevede la realizzazione di una rotatoria all’incrocio con via Pompei, destinata a sostituire l’attuale intersezione semaforica. L’opera non riguarderà solo la circolazione automobilistica: accanto all’ampliamento della carreggiata, che porterà due corsie per senso di marcia in prossimità della rotonda, sono previsti anche un nuovo marciapiede e la prima tratta di pista ciclabile sul lato nord della strada. Il progetto, dal valore complessivo superiore ai tre milioni di euro, è collegato allo sviluppo urbanistico dell’area ex Fiera e punta a migliorare la viabilità in un quadrante della città sempre più trafficato. Per consentire l’intervento, saranno necessari alcuni espropri di terreni agricoli e industriali, ma non verranno toccate aree residenziali.Con la nuova rotatoria, Monza compie dunque un passo avanti verso una mobilità più moderna e sostenibile, cercando di conciliare le esigenze Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 giorno, 19 ore fa

    Trento, oltre 30 km di nuove corsie ciclabili: sicurezza e rispetto al centro del progetto La Provincia Autonoma di Trento punta sulla sicurezza dei ciclisti e sulla convivenza con il traffico motorizzato. Nel mese di luglio sono stati realizzati oltre 30 chilometri di nuove Bike Lane su due arterie molto frequentate dagli amanti della bicicletta: 12 chilometri lungo la SP 64 e la SS 43, da Mezzolombardo a Fai della Paganella, e 18,9 chilometri sulla SS 612 in Val di Cembra, tra Valda e Stramentizzo. Corsie ciclabili visibili ma non riservate Le Bike Lane sono corsie ciclabili tracciate sul margine destro della carreggiata. Hanno una larghezza compresa tra 80 e 100 centimetri e sono delimitate da linee bianche discontinue. Non si tratta di piste ciclabili riservate, ma di un segnale visivo costante che ricorda agli automobilisti la possibile presenza di biciclette sulla strada. Obiettivo: maggiore attenzione reciproca Con questo intervento la Provincia intende ridurre i rischi e favorire un clima di maggiore attenzione e rispetto reciproco tra chi pedala e chi guida. Le nuove corsie, pur non separando i flussi di traffico, offrono un riferimento chiaro per i ciclisti e invitano i conducenti a moderare la velocità e a mantenere una distanza di sicurezza adeguata. Un valore anche turistico L’iniziativa ha anche una ricaduta sul fronte del cicloturismo. La Val di Cembra, con i suoi terrazzamenti vitati, e la salita verso l’altopiano della Paganella, punto panoramico tra i più noti del Trentino, diventano percorsi ancora più attrattivi, unendo Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 19 ore fa

    Genova, bici senza campanello: scatta la multa e si apre il dibattito Una dimenticanza apparentemente banale è bastata per trasformarsi in una sanzione e, subito dopo, in un piccolo caso social. È successo a Genova, dove una ciclista è stata fermata dalla polizia locale mentre percorreva la corsia riservata di corso Sardegna. L’infrazione? La sua bicicletta era sprovvista di campanello. Il controllo si è concluso con un verbale da 26 euro, cifra che corrisponde al minimo previsto dal Codice della Strada. La norma è precisa: i velocipedi devono essere equipaggiati con freni, luci e segnalatore acustico. In mancanza di uno solo di questi elementi, scatta la contravvenzione. La donna, che indossava il casco e aveva le luci regolarmente funzionanti, ha scelto di pubblicare la multa sui social non per polemica, ma per avvisare altri ciclisti: «Così eviterete di trovarvi nella mia stessa situazione», ha spiegato. Nessuna contestazione agli agenti, solo l’ammissione di non essere in regola. Il post, però, ha acceso la discussione. C’è chi ha considerato sproporzionata la sanzione, soprattutto se confrontata con comportamenti ben più rischiosi che restano spesso impuniti. Altri, invece, hanno difeso l’intervento della polizia locale ricordando che la legge non lascia margini: senza campanello non si può circolare. Un episodio che solleva una questione più ampia: quanto conosciamo davvero le regole che disciplinano l’uso quotidiano della bicicletta? E quanto incidono questi Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 giorni, 17 ore fa

    Pedalando lungo il Reno: un viaggio lento nel cuore della Germania Un fiume, una bicicletta e centinaia di chilometri di paesaggi che cambiano a ogni curva. Il Rheinradweg, il percorso ciclabile che costeggia il Reno, è uno dei tragitti più amati d’Europa da chi sceglie di viaggiare sulle due ruote. Con i suoi oltre 1.200 chilometri, il tracciato attraversa sei Paesi, ma è in Germania che regala alcune delle esperienze più suggestive. Dalle sponde della Foresta Nera fino a Colonia e oltre, il percorso si snoda tra vigneti terrazzati, castelli medioevali arroccati e piccoli villaggi dal ritmo lento. L’infrastruttura ciclabile tedesca è un modello: segnaletica chiara, tratti asfaltati e servizi dedicati ai cicloturisti dalle stazioni per la manutenzione alle pensioni fahrradfreundlich, “amiche della bicicletta”. Un tratto particolarmente apprezzato è quello tra Magonza e Coblenza. Qui il Reno si stringe, incorniciato da ripide colline ricoperte di vigne, patrimonio UNESCO. È la cosiddetta Valle del Reno romantico, dove ogni pochi chilometri si incontra un borgo pittoresco o una rocca che sembra uscita da un libro di fiabe. Non è però solo un viaggio nella natura e nella storia. Fermarsi a degustare un Riesling lungo la strada, esplorare le città universitarie come Bonn, o semplicemente osservare il via vai dei battelli sul fiume, trasforma la pedalata in un’esperienza di scoperta culturale. Senza grandi dislivelli e con numerose opzioni di trasporto integrato – come i treni regionali che accettano biciclette – il percorso è adatto anche a famiglie e ciclisti meno esperti. Per chi cerca una sfida più lunga, invece, il Rheinradweg può diventare parte di un’avventura internazionale fino ai Paesi Bassi. In Germania, andare in bicicletta non è solo sport o turismo lento: è un invito a guardare il paesag Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 17 ore fa

    Pedalando tra i fiordi delle Lofoten: la Norvegia vista dal sellino Chiunque sogni un viaggio in bicicletta immerso nella natura più selvaggia e scenografica non può ignorare le isole Lofoten. Situate oltre il Circolo Polare Artico, a nord della Norvegia, queste lingue di roccia che emergono dal mare offrono una delle esperienze cicloturistiche più affascinanti al mondo. La strada principale, la E10, corre come un filo sottile tra montagne appuntite e insenature color smeraldo. Pedalare qui significa convivere con panorami da cartolina: villaggi di pescatori con le tipiche “rorbu” rosse, spiagge bianche sorprendentemente caraibiche, e il sole di mezzanotte che, in estate, trasforma ogni uscita in un’avventura senza tempo. Il percorso non è particolarmente lungo – circa 230 km da Å a Svolvær – ma il vento e i cambiamenti repentini del meteo lo rendono impegnativo. L’infrastruttura ciclabile è essenziale: non ci sono piste dedicate, ma il traffico ridotto e il rispetto degli automobilisti consentono di pedalare in sicurezza. Per chi viaggia in autonomia, il campeggio libero è consentito e regala notti indimenticabili in riva al mare. Per i meno spartani, numerosi campeggi e guesthouse offrono ristoro. Le Lofoten non sono solo un itinerario cicloturistico: sono un rito di passaggio per chi ama sentirsi piccolo di fronte alla potenza della natura. Un viaggio che resta a Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 17 ore fa

    La Ciclovia dell’Elba: un classico del Nord Europa su due ruote Se le Lofoten sono un’esperienza estrema, la Ciclovia dell’Elba (Elberadweg) rappresenta invece l’essenza del cicloturismo europeo: comfort, sicurezza e una ricca offerta culturale lungo oltre 1.200 km di percorso. Il tracciato segue il corso del fiume Elba dalle sorgenti sui Monti dei Giganti in Repubblica Ceca fino al Mare del Nord, attraversando città ricche di storia come Dresda, Magdeburgo e Amburgo. La parte settentrionale, tra Amburgo e Cuxhaven, è particolarmente adatta a chi cerca un viaggio facile ma spettacolare: il paesaggio si apre sulla pianura, il fiume diventa largo come un mare, e il ritmo della pedalata si accorda al respiro lento delle chiatte che risalgono la corrente. A differenza di molti percorsi nordici, qui le infrastrutture ciclabili sono impeccabili: piste asfaltate, segnaletica chiara, servizi di noleggio e trasporto bagagli che rendono l’esperienza accessibile a tutti, dalle famiglie con bambini agli appassionati di lunghe distanze. Non mancano le soste di pregio: i castelli lungo l’Elba, le riserve naturali, i piccoli villaggi contadini dove il tempo sembra essersi fermato. E per i buongustai, birre locali e cucine regionali fanno da cornice a giornate di viaggio senza fretta. Pedalare sull’Elberadweg significa riscoprire l’Europa del nord come un mosaico di natura e cultura, cucito insieme dal ritmo costante delle pedalate. Un pe Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 5 giorni, 17 ore fa

    Da Sarajevo a Mostar: la Ćiro Trail, la ferrovia che rivive sui pedali Un tempo era la ferrovia austro-ungarica che collegava Sarajevo a Dubrovnik. Oggi, il tracciato della cosiddetta Ćiro Trail è stato recuperato come percorso ciclabile e rappresenta uno dei progetti di valorizzazione più interessanti dei Balcani. La partenza da Sarajevo è già un’immersione nella storia: poche città in Europa riescono a mescolare in pochi chilometri minareti ottomani, cattedrali cattoliche, chiese ortodosse e caffè in stile viennese. Dopo il rumore del traffico e i bazar della Baščaršija, la bici diventa il mezzo per uscire gradualmente dal caos urbano e immergersi in vallate dove il tempo sembra scorrere più lento. Il percorso segue spesso lo stesso letto del fiume Neretva, che appare e scompare tra gole spettacolari. Le sue acque, color turchese acceso, accompagnano i ciclisti come un filo conduttore: c’è chi si ferma per rinfrescarsi, chi per una foto, chi semplicemente per godere di un paesaggio quasi irreale. Distanza: circa 150 km Durata consigliata: 2–3 giorni, con tappe nei villaggi lungo la strada Difficoltà: media (alcuni tratti sterrati, pendenze moderate) Lungo la via si incontrano stazioni ferroviarie abbandonate, cartelli che ricordano l’epoca dei treni e piccoli villaggi che offrono ospitalità genuina. A Čapljina, ad esempio, ci si può fermare per una cena a base di pesce d’acqua dolce, mentre poco prima dell’arrivo a Mostar appaiono i primi vigneti e gli uliveti che raccontano la vocazione mediterranea della regione. L’arrivo a Mostar è il coronamento perfetto: il celebre ponte ottomano (Stari Most), distrutto durante la guerra e ricostruito pietra su pietra, si attraversa pedaland Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 5 giorni, 17 ore fa

    Nel cuore selvaggio: l’anello del Sutjeska Chi ama la natura incontaminata e non teme le salite troverà nel Parco nazionale Sutjeska un paradiso autentico. Si tratta della più antica area protetta della Bosnia, celebre per custodire la foresta di Perućica, uno degli ultimi lembi di bosco primario d’Europa. Pedalare qui significa affrontare un itinerario più impegnativo: le strade asfaltate lasciano spesso spazio a tratti sconnessi, le pendenze possono essere dure, ma la ricompensa è straordinaria. Lungo il percorso appaiono vette maestose come il Monte Maglić (2.386 m), il più alto del Paese, laghi glaciali come quello di Trnovačko, e vallate abitate da cervi, lupi e orsi bruni. Distanza: 80–100 km per l’anello principale Durata consigliata: 2 giorni per godersi soste e trekking Difficoltà: alta (salite lunghe e discese tecniche) Non è solo natura, però. Nel cuore del parco, una radura ospita il monumento alla Battaglia della Sutjeska, una scultura modernista degli anni ’70 che commemora una delle pagine più dure della Seconda guerra mondiale in Jugoslavia. Visto da vicino, il monumento appare come due ali di cemento che si aprono verso il cielo, un simbolo di resistenza che aggiunge profondità storica a un paesaggio altrimenti dominato solo dalla natura. Pedalare qui significa accettare la fatica come parte dell’esperienza: ogni salita diventa una sfida, ma anche un modo per sent Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 6 giorni, 17 ore fa

    Dalle Alpi austriache al confine italiano: Pedalare in Austria è come entrare in un grande teatro naturale dove ogni dettaglio è pensato per accogliere chi viaggia lento. La Ciclovia Alpe Adria nasce qui, a Salisburgo, città che unisce la solennità barocca alle melodie di Mozart. L’inizio lungo il Salzach Il primo tratto si snoda lungo il fiume Salzach. È una partenza morbida, pianeggiante, che permette al cicloturista di prendere confidenza con la strada e con il ritmo della pedalata. La segnaletica è impeccabile: cartelli chiari, mappe lungo il percorso, servizi per chi si sposta in bicicletta. Non è un dettaglio: la qualità delle infrastrutture ciclabili austriache è tra le migliori d’Europa. Vecchie ferrovie, nuove emozioni Uno dei momenti più emozionanti arriva quando si pedala su tratte ferroviarie dismesse, oggi trasformate in piste ciclabili. Gallerie illuminate, ponti sospesi e lunghi rettilinei immersi nel verde regalano la sensazione di pedalare dentro la storia. Non più convogli di treni, ma ciclisti di ogni età, famiglie con bambini e viaggiatori solitari che condividono la stessa direzione. Tra villaggi alpini e ospitalità genuina Il percorso attraversa villaggi come Bad Gastein, famosa per le sue terme e la cascata che spacca il paese in due. Qui la bicicletta si ferma spesso: non solo per riposare le gambe, ma per scoprire la cucina locale fatta di zuppe robuste, pane nero e birra artigianale. L’ospitalità austriaca è semplice e diretta: chi pedala trova facilmente pensioni a conduzione familiare, agriturismi e strutture bike-friendly. La sfida dei valichi Il punto più impegnativo del tratto austriaco è il valico di Böckstein, che si supera caricando bici e ciclisti su un treno-navetta. Non è una scorciatoia, ma una parte integrante dell’esperienza: un passaggio che unisce l’avventura montana al comfort della logistica. Pedalando verso sud, l’aria si fa più mite, i paesaggi meno aspri. La frontiera è vicina: l’Italia attende con un volto nu Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 6 giorni, 17 ore fa

    Dal Friuli al mare: l’Italia lenta della Ciclovia Alpe Adria Se la parte austriaca della Ciclovia Alpe Adria è un inno alla natura alpina, quella italiana è un viaggio nell’anima storica e culturale del Friuli Venezia Giulia. Il fascino dei borghi rinati Appena superato il confine, il cicloturista incontra Venzone e Gemona, due borghi simbolo della resilienza friulana. Distrutti dal terremoto del 1976, sono stati ricostruiti pietra su pietra, restituendo un patrimonio medievale oggi splendente. Fermarsi qui significa pedalare nella memoria, ma anche nell’orgoglio di una comunità che non si è arresa. La pianura che accoglie Superata la fascia pedemontana, il paesaggio si apre. La ciclovia corre tra campi coltivati, vigneti e mulini ad acqua. È un invito alla lentezza: ogni borgo custodisce una piazza, una trattoria, un racconto. A Udine, il castello domina dall’alto e le osterie offrono il tipico tajut, un calice di vino condiviso come rito sociale. Aquileia, capitale di un altro tempo Pochi chilometri più a sud, la strada incontra Aquileia, antica città romana e centro del cristianesimo. Qui la basilica e i mosaici pavimentali tolgono il fiato: è come se la storia avesse deciso di fermarsi per accogliere chi arriva in bicicletta. Un contrasto suggestivo: la lentezza del pedalare incontra la profondità dei secoli. L’arrivo a Grado La ciclovia termina a Grado, affacciata sulla laguna. Dopo centinaia di chilometri, l’orizzonte si apre sul mare Adriatico. Il cicloturista posa la bici, si siede in spiaggia e guarda Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa

    Empoli, ciclista perde la vita in uno scontro con un pulmino dell’Empoli Fc Empoli (Firenze), 23 agosto – Tragedia sulle strade empolesi questa mattina: un uomo di 65 anni ha perso la vita in seguito a un incidente avvenuto lungo il tratto tra Monteboro e Brusciana. Il ciclista si è scontrato con un pulmino dell’Empoli Fc, rimanendo gravemente ferito. L’uomo è stato immediatamente soccorso dal personale del 118 e trasferito in codice rosso con l’elicottero Pegaso all’ospedale di Careggi, a Firenze. Nonostante i tentativi dei medici, le sue condizioni si sono rivelate troppo gravi e il decesso è sopraggiunto poco dopo il ricovero. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche gli agenti della polizia municipale, che hanno effettuato i rilievi per ricostruire con esattezza la dinamica dello scontro. L’episodio ha destato forte impressione nella comunità locale, anche per il coin Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa

    Sicilia in bicicletta: viaggio lento tra mare, vulcani e pietra barocca Pedalare in Sicilia non è semplicemente attraversare un’isola: è immergersi in un continente in miniatura, dove ogni curva rivela un paesaggio diverso, ogni salita racconta una storia millenaria, ogni discesa si conclude con un profumo di zagara o di salsedine. Chi sceglie la bicicletta come compagna di viaggio qui scopre una terra che non si concede di fretta. La Sicilia costringe a rallentare: le strade che si arrampicano verso i borghi arroccati, le piazze dove il tempo sembra fermo al bar del paese, le campagne che al tramonto diventano un mosaico d’oro e ocra. Dall’Etna alle spiagge del Sud Un itinerario che molti cicloturisti prediligono parte dalle pendici dell’Etna. Pedalare tra i campi lavici, neri e silenziosi, significa percepire la forza primordiale dell’isola. Poi la strada scende verso Catania e Siracusa: qui il ritmo cambia, l’aria si fa salmastra e il Mediterraneo diventa la bussola che orienta il viaggio. Lungo la costa sud-orientale, Noto e Modica si offrono come pause necessarie: città di pietra barocca, dolci ripidi come il cioccolato che lì si lavora, scalinate che mettono alla prova gambe e cuore. Tra vigne e saline Chi punta a ovest incontra paesaggi completamente diversi: le colline di Marsala e Menfi disegnano un tappeto di vigneti, mentre le saline di Trapani, con i mulini a vento che si specchiano nell’acqua, regalano tramonti che valgono l’intera fatica della giornata. La bicicletta diventa un osservatorio privilegiato: niente vetri, niente motori. Solo il rumore delle ruote sull’asfalto e lo scambio di sguardi con chi, lungo la strada, offre un “buon viaggio” e magari una fetta d’anguria. Perché la Sicilia convince i cicloturisti Non è un territorio semplice: le salite sono impegnative, il caldo in estate richiede esperienza e organizzazione. Ma proprio questo rende l’avventura memorabile. La Sicilia è un’isola che ripaga: con il gusto di una granita a metà mattina, con una discesa che termina davanti a un mare cristallino, con il profumo del pane cunzato dopo 80 chilometri di strada.Pedalare in Sicilia significa fare i conti con l’imprevedibilità: del meteo, della strada, dell’incontro. Ma è anche la certezza che ogni giorno, al termine della tappa, ci sarà un luogo, un sapore o una persona capace di sorprendere. E in fondo, Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 2 giorni fa

    In sella attraverso la Bulgaria: un itinerario cicloturistico tra montagne, monasteri e Mar Nero La Bulgaria non è ancora nella lista dei Paesi più battuti dal cicloturismo europeo, ma chi decide di esplorarla in sella scopre un mosaico di paesaggi sorprendenti: montagne boscose, pianure agricole, antiche città e la costa del Mar Nero. Un Paese a misura di pedale, che unisce la fatica della salita alla ricompensa di panorami mozzafiato e soste culturali di rara intensità. Dalle cime dei Balcani al Danubio Un itinerario classico parte dal cuore della catena dei Balcani, nella zona di Veliko Tarnovo, l’antica capitale medievale. Qui i tornanti si arrampicano tra foreste e villaggi di pietra, mentre la fortezza di Tsarevets veglia dall’alto. Da lì si può scendere verso nord fino a Ruse, “la piccola Vienna” sul Danubio, con i suoi palazzi neoclassici e l’atmosfera mitteleuropea. Monasteri, storia e pedalate lente Pedalando verso sud, la Bulgaria sorprende con la spiritualità dei suoi monasteri ortodossi. Quello di Rila, patrimonio UNESCO, è raggiungibile attraverso un percorso impegnativo ma spettacolare: 1.147 metri di altitudine tra faggi e abeti. Qui la sosta è d’obbligo, non solo per ammirare gli affreschi ma anche per assaggiare il pane fatto dai monaci. Verso la costa del Mar Nero Chi cerca percorsi più dolci può puntare invece alla costa. Da Varna a Burgas si snoda un tracciato panoramico che alterna spiagge, scogliere e antiche città come Nessebar, altra gemma UNESCO, con le sue chiese bizantine sospese tra mare e cielo. L’aria salmastra accompagna la pedalata e il ritmo rallenta naturalmente, invitando a fermarsi nei piccoli porti di pescatori. Consigli pratici Periodo migliore: primavera e inizio autunno, con temperature miti e meno traffico. Difficoltà: media, con tratti di montagna impegnativi e lunghi rettilinei pianeggianti nelle pianure del Danubio. Segnaletica: in crescita, ma conviene scaricare tracce GPS e mappe offline. Ospitalità: diffusa e calorosa, con guesthouse a conduzione familiare e ottimo rapporto qualità-prezzo. Perché scegliere la Bulgaria in bici Pedalare in Bulgaria significa attraversare un Paese autentico, dove le strade secondarie regalano incontri inattesi: contadini che offrono frutta di stagione, pastori che guidano greggi sulle colline, bambini che salutano al passaggio. Un viaggio che unisce la dimensione sportiva a quella umana e culturale, perfetto per chi cerca un’alternativa ai perco Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa

    Andare in bici è un farmaco naturale: lo conferma la scienza Pedalare non è solo un passatempo ecologico o un mezzo per risparmiare tempo nel traffico: è un vero e proprio elisir di salute. La scienza lo conferma. Sempre più studi dimostrano che la bicicletta ha effetti paragonabili a quelli di un farmaco, in grado di prevenire malattie croniche, migliorare l’umore e persino allungare l’aspettativa di vita. Secondo i ricercatori, l’attività fisica moderata e costante che si ottiene pedalando è tra le più complete: stimola cuore e polmoni, rafforza i muscoli senza sovraccaricare le articolazioni, e attiva il metabolismo in modo naturale. Alcune ricerche hanno evidenziato che andare in bici per almeno 30 minuti al giorno riduce sensibilmente il rischio di diabete di tipo 2, ipertensione e patologie cardiovascolari. Ma i benefici non si fermano al corpo. Pedalare, infatti, agisce anche sulla mente. La produzione di endorfine e serotonina, i cosiddetti “ormoni della felicità”, aumenta durante lo sforzo fisico, generando un effetto antidepressivo naturale. Non a caso, medici e psicologi stanno iniziando a prescrivere la bicicletta come strumento di prevenzione e supporto per ansia e stress. Un altro aspetto interessante riguarda la longevità: chi utilizza regolarmente la bici tende ad avere un’aspettativa di vita più lunga, oltre a una qualità di vita migliore. La spiegazione è semplice: meno malattie croniche, maggiore mobilità e un cervello più attivo anche con l’avanzare dell’età. In un’epoca in cui si parla sempre più di sostenibilità e stili di vita salutari, la bicicletta si conferma alleata preziosa non solo per l’ambiente ma anche per il nostro benessere quotidiano. Non è un caso che alcune città europee abbiano avviato programmi di “bike to work” con incentivi economici: un investimento che riduce i costi sanitari e migliora la salute collettiva. La conclusione dei ricercatori è chiara: non serve un abbonamento in palestra né medicine costose. Basta rispolverare la bicicletta, salire in sella e lasciarsi guidare dai pedali. Perché andare in bici, oggi più che Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa

    La ciclabile della Valle dell’Adige: pedalare tra vigneti e castelli Pedalare lungo la ciclabile della Valle dell’Adige significa immergersi in uno dei paesaggi più iconici del Trentino. Un percorso che unisce la bellezza naturale della valle al fascino storico dei borghi che la punteggiano, offrendo un’esperienza accessibile a tutti, dai cicloturisti esperti alle famiglie. Il tracciato, parte integrante della celebre ciclopista del Sole, corre parallelo al fiume Adige e si sviluppa per decine di chilometri pianeggianti. Si parte da Bolzano, attraversando vigneti ordinati che raccontano la tradizione enologica della regione, per poi costeggiare meleti, campi coltivati e paesini pittoreschi. Castelli come quello di Beseno o di Rovereto si stagliano sullo sfondo, aggiungendo al viaggio un tocco medievale. L’asfalto scorre liscio, la segnaletica è chiara, le aree di sosta ben distribuite: tutto pensato per rendere la pedalata sicura e piacevole. Lungo il tragitto, le osterie e le cantine invitano a una pausa gustosa, magari con un calice di Teroldego o un piatto tipico trentino. Non è solo una pista ciclabile: è un percorso che intreccia natura, cultura e gastronomia. Una linea perfetta che collega i Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa

    La Valsugana in bicicletta: dal lago di Caldonazzo a Bassano del Grappa Se esiste una pista ciclabile capace di conquistare al primo sguardo, quella della Valsugana è senza dubbio tra le candidate principali. Un itinerario che parte dal lago di Caldonazzo, nel cuore del Trentino, e accompagna il cicloturista fino a Bassano del Grappa, varcando il confine con il Veneto. Si tratta di oltre 80 chilometri di percorso che alterna scenari lacustri, boschi e tratti lungo il Brenta, seguendo la corrente del fiume in una discesa naturale. La ciclabile è perfettamente segnalata e dotata di punti di ristoro pensati proprio per chi viaggia in bicicletta. Pedalando si incontrano borghi come Borgo Valsugana, dove le facciate colorate si specchiano nell’acqua, o imponenti testimonianze storiche come Castel Telvana. La dolcezza del percorso, prevalentemente in discesa, lo rende adatto anche a chi non ha allenamento intensivo, permettendo di godersi i panorami senza fretta. In estate, la Valsugana Bike rappresenta un invito a fermarsi sulle rive del lago di Levico per un tuffo rinfrescante. In autunno, invece, le sfumature calde dei boschi trasformano il viaggio in un quadro impressionista. Più che un semplice itinerario, la Valsugana Bike è un viaggio sensoriale che racconta il territorio attra Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa

    Budapest-Esztergom: pedalando lungo l’ansa del Danubio Un itinerario cicloturistico che unisce arte, natura e storia. Sessantacinque chilometri separano la capitale ungherese da Esztergom, antica sede reale e oggi cuore spirituale del Paese. Il percorso segue la EuroVelo 6, una delle piste ciclabili più frequentate d’Europa, offrendo un viaggio accessibile anche ai meno allenati. Il tracciato lascia Budapest attraversando quartieri residenziali e costeggiando l’ansa del Danubio. La prima tappa è Szentendre, cittadina dallo spirito bohemien, nota per i musei e le gallerie d’arte. Più avanti, il profilo del castello di Visegrád domina la valle: una sosta qui permette di apprezzare la vista più celebre del fiume. L’arrivo a Esztergom è spettacolare. La Basilica, la più grande del Paese, si staglia contro il cielo e ricorda il ruolo centrale che la città ebbe nella storia ungherese. Per chi è adatto Il percorso è quasi interamente pianeggiante e ben segnalato, ideale per famiglie e cicloturisti in cerca di un’escursione giornaliera. Il ritorno a Budapest è semplice: i treni regionali accettano le biciclette. Quando partire Primavera e inizio autunno sono i periodi migliori: cl Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa

    Balaton: in bici tra vigneti e borghi sulla sponda nord Un itinerario di 80 chilometri tra paesaggi lacustri e colline vinicole. Il Lago Balaton, il più grande d’Europa centrale, è una delle mete simbolo del cicloturismo ungherese. Se il giro completo misura circa 200 chilometri, la tratta settentrionale, da Balatonfüred a Keszthely, concentra i panorami più suggestivi. La partenza è da Balatonfüred, elegante località termale. Da qui, la ciclabile alterna tratti pianeggianti lungo la riva a brevi salite verso l’entroterra. Le colline ospitano vigneti e villaggi storici, come Tihany, celebre per la sua abbazia benedettina e i campi di lavanda. Il percorso prosegue tra aziende vinicole e punti panoramici, fino a Keszthely, cittadina dominata dal Castello Festetics, una delle residenze barocche più importanti del Paese. Per chi è adatto Il percorso presenta leggere ondulazioni ma resta alla portata di ciclisti con allenamento medio. La segnaletica è chiara e i servizi per chi viaggia in bici – officine, noleggi, punti ristoro – sono numerosi. Quando partire Da maggio a settembre il lago è animato e le temperature gradevoli. Per chi cerca tranquillità, la primavera e l’autun Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 6 giorni fa

    La pista della Mosella: tra Trier e Cochem, il vino come compagno di viaggio Se c’è un itinerario che incarna lo spirito del cicloturismo tedesco, è la Moselradweg, la ciclabile della Mosella. Da Trier, antica città romana e oggi vivace centro universitario, il percorso segue le anse sinuose del fiume per oltre 180 chilometri, fino a Coblenza. Ma il tratto più affascinante, lungo circa 90 chilometri, è quello che porta a Cochem. La ciclabile corre sempre accanto al fiume, quasi priva di dislivelli, attraversando filari di viti che si arrampicano su pendii ripidissimi. Lungo la strada, piccoli villaggi come Bernkastel-Kues e Traben-Trarbach invitano a fermarsi per assaggiare un bicchiere di Riesling direttamente dal produttore. Il ritmo è quello lento del fiume: curve dolci, panorami che cambiano con la luce, barche che scivolano sull’acqua. A Cochem, la sagoma fiabesca del Reichsburg accoglie i viaggiatori, offrendo una vista mozzafiato sull’ansa della Mosella. Il fascino della Mosella sta nella sua armonia: paesaggi che sembrano dipinti, vini di eccellenza, borghi autentici e un’infrastruttura ciclabile che Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 6 giorni fa

    Lungo il Reno: da Magonza a Coblenza, pedalando tra vigneti e castelli Pedalare lungo il Reno è come immergersi in una cartolina senza tempo. Il tratto tra Magonza e Coblenza, cuore della valle del Medio Reno, è uno dei più suggestivi d’Europa: 65 chilometri di piste ciclabili impeccabili, costeggiate da vigneti terrazzati, castelli medievali e pittoreschi villaggi. Il percorso segue fedelmente il corso del fiume, quasi sempre pianeggiante e adatto a tutti i livelli di allenamento. A rendere speciale il viaggio è la densità di attrazioni: ogni pochi chilometri ci si imbatte in una fortezza, una chiesa romanica o un paesino dalle case a graticcio. Oberwesel e Bacharach meritano una sosta lenta, mentre la rocca di Marksburg domina dall’alto come custode del passato. Non mancano le occasioni enogastronomiche: la regione è celebre per il Riesling, e molte cantine lungo la pista offrono degustazioni. Arrivare a Coblenza, alla confluenza con la Mosella, significa chiudere il giro con una vista spettacolare sul Deutsches Eck, simbolo della città. Un percorso ideale per chi cerca il connubio tra natura e c Continua a leggere

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