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Il profilo di lauralordelaure è stato aggiornato 1 settimana, 1 giorno fa
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 2 giorni fa
Abruzzo, in arrivo “Binaria”: la pista ciclabile sul vecchio tracciato ferroviario
Potrebbe prendere il via già alla fine dell’estate il cantiere di “Binaria”, l’ambizioso progetto che trasformerà un tratto di sedime ferroviario dismesso in una moderna pista ciclabile. Un’infrastruttura pensata per coniugare mobilità dolce, recupero del patrimonio industriale e promozione turistica del territorio. Lo scorso 30 aprile è stato compiuto un passo fondamentale: è stata pubblicata la gara per l’appalto integrato, che comprende la progettazione esecutiva, il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e l’esecuzione dei lavori. L’intervento riguarda la tratta Marina di San Vito–Castel Frentano della linea ferroviaria Tua, ormai in disuso, che sarà riconvertita in un percorso dedicato a ciclisti e pedoni. Il progetto si inserisce nel più ampio quadro di riqualificazione della mobilità sostenibile in Abruzzo, e promette di diventare un simbolo della riconversione ecologica dei trasporti locali. “Binaria” non è solo una ciclovia: è un’idea di territorio che valorizza le connessioni lente, la natura e i paesaggi storici, offrendo un nuovo modo di vivere e scoprire l’entroterra teatino. La ciclabile seguirà il tracciato originario della ferrovia, attraversando colline, borghi e aree naturali, e restituirà nuova vita a infrastrutture dimenticate. Saranno previste aree di sosta, punti panoramici e segnaletica turistica, in linea con i più moderni standard europei in materia di ciclovie. Le operazioni preliminari, che includono verifiche tecniche e ambientali, sono già in corso. Se non ci saranno intoppi burocratici, l’apertura dei cantieri è prevista per la fine dell’estate, con un orizzonte di completamento nei mesi successivi. Il progetto “Binaria” punta così a diventare non solo un esempio virtuoso di recupero del patrimonio ferroviario, ma anche un motore per l’economia lo Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 2 giorni fa
Santa Vittoria d’Alba: due bambini investiti in bici, grave un dodicenne
Un pomeriggio di primavera si è trasformato in tragedia nella frazione Cinzano di Santa Vittoria d’Alba, dove due giovanissimi, di 10 e 12 anni, sono rimasti feriti in un incidente stradale mentre erano in sella alle loro biciclette. Il fatto è avvenuto oggi, lunedì, poco dopo le ore 15. Secondo le prime ricostruzioni, i due bambini stavano percorrendo una strada secondaria, probabilmente di ritorno da una breve escursione, quando sono stati travolti da un’automobile. L’impatto è stato violento e ha fatto subito scattare l’allarme. Sul posto sono intervenuti i soccorritori del 118 e i Carabinieri, che hanno provveduto a mettere in sicurezza l’area e avviare i rilievi per chiarire la dinamica esatta dell’accaduto. Le condizioni meteo, compromesse dalla pioggia e da una fitta nebbia che ha interessato la zona nelle prime ore del pomeriggio, hanno impedito l’intervento dell’elisoccorso. Una limitazione non da poco, considerando la gravità delle ferite riportate dal dodicenne, che avrebbe dovuto essere trasferito d’urgenza all’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino. Il ragazzino è stato invece trasportato via terra all’ospedale di Verduno, dove è stato preso in carico in codice rosso. Ferite più lievi, ma comunque significative, per il compagno più giovane, anche lui ricoverato nello stesso nosocomio. Al momento non sono state rese note le generalità dei bambini, né quelle del conducente coinvolto. Le indagini sono in corso per accertare eventuali responsabilità e verificare se vi siano state infrazioni al codice della strada. L’incidente ha scosso profondamente la comunità locale, che si stringe attorno alle famiglie dei due bambini. In molti sui social stanno esprimendo vicinanza e chiedono maggiori controlli sulla sicurezza s Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa
Dal Monviso al Mare: cronaca di un viaggio in bici lungo il grande fiume
Ottocento chilometri, sei regioni attraversate, dieci giorni di pedalate, decine di volti, storie e paesaggi diversi. È il bilancio, più umano che numerico, di un viaggio cicloturistico che ha seguito il corso del fiume Po dalla sorgente, tra le rocce del Monviso, fino al suo addio liquido nel Delta adriatico. Un percorso che è insieme esperienza geografica, sociale e culturale, attraversando l’Italia profonda al ritmo delle ruote su asfalto, sterrato e argini erbosi. Il punto di partenza: Crissolo e la sorgente del Po Il viaggio comincia a Crissolo, in provincia di Cuneo, a oltre 2.000 metri di quota. Qui, dove il Po nasce come un piccolo rigagnolo tra le pietre, la bicicletta non ha ancora molto spazio: i primi tratti sono impervi, e richiedono spirito di adattamento. La vera pedalata comincia più a valle, da Saluzzo in giù, dove il fiume inizia a farsi strada nella pianura piemontese. Attraverso il Piemonte: paesaggi rurali e memoria industriale Pedalando verso est si entra nel cuore agricolo del Piemonte. Il percorso ciclabile, in gran parte segnalato e asfaltato, alterna argini e strade secondarie. Le risaie del Vercellese, già colme d’acqua a maggio, riflettono il cielo come specchi. Le tappe principali includono Chivasso, Trino e Casale Monferrato, dove il Po scorre placido accanto a centrali dismesse e piccoli porti fluviali abbandonati, memoria di un’economia che fu. Lombardia: il Po come filo conduttore tra città e campagna L’ingresso in Lombardia segna una transizione netta. A Pavia, il ponte coperto sul Ticino accoglie i ciclisti come una porta simbolica. La ciclabile si sviluppa sull’argine maestro: è larga, ben tenuta, costeggiata da pioppeti e campi coltivati. A Cremona, capitale del violino, si incrociano altri cicloviaggiatori diretti verso il Brennero o il Lago di Garda. Ma il Po resta la guida silenziosa: imponente, spesso invisibile alla vista, ma sempre presente nel paesaggio, nei racconti degli abitanti, nei bar di paese dove ci si ferma per riempire le borracce. L’Emilia-Romagna: Ferrara e la cultura della bici A Piacenza si entra nella terra della bassa, piatta, sterminata, che ha forgiato generazioni di contadini, scrittori e cantautori. I chilometri scorrono veloci, il vento può essere alleato o nemico. Ferrara, tappa obbligata, si presenta come la città ideale per il cicloturismo: piste ovunque, traffico ridotto, strutture ricettive bike friendly. Qui il Po si biforca in diversi rami, segnando l’ingresso nel territorio del Delta. Il Veneto e il grande finale nel Delta Negli ultimi chilometri, tra Comacchio e Porto Tolle, il paesaggio cambia di nuovo: l’acqua domina tutto, sotto forma di lagune, canali, paludi, valli da pesca. La segnaletica è meno frequente, le strade più isolate, ma la ricompensa è altissima. L’arrivo al Faro di Goro, dove il fiume si fonde con l’Adriatico, è un momento silenzioso e potente. Nessuna cerimonia, nessuna linea d’arrivo, solo il mare, le onde e il vento che accarezza le ruote. Un’esperienza per chi cerca lentezza e autenticità Il viaggio lungo il Po in bicicletta non è una sfida sportiva, ma un’immersione lenta e profonda nell’Italia minore. Offre strutture semplici ma accoglienti, percorsi alla portata di tutti e l’occasione rara di attraversare il Paese senza filtri. Qui il turismo non è un business, ma un incontro: con i volti, i dialetti, le cucine locali e una natura sorprendentemente varia. Un’esperienza che si può vivere in una settimana o spezzettare in tappe mensili, da soli o in compagnia. Ma che, comunque la si affronti, lascia un segno profondo. Come il sol Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa
Tragedia alla Granfondo BGY: ciclista perde la vita durante la gara a Berbenno
Una giornata di sport si è trasformata in tragedia lungo il percorso della 27ª edizione della Granfondo Internazionale BGY, manifestazione ciclistica che ogni anno richiama appassionati da tutta Italia e oltre. A perdere la vita è stato Michele Negri, 31 anni, originario di Sant’Angelo Lodigiano e residente a Cavenago d’Adda, rimasto vittima di un violento incidente intorno alle 10.30 a Berbenno, in via Papa Giovanni XXIII. Secondo una prima ricostruzione, il ciclista avrebbe perso il controllo della bicicletta affrontando una curva nei pressi della chiesa parrocchiale, andando a impattare contro un muro. Non risultano coinvolti altri atleti: si tratterebbe dunque di una caduta autonoma. La dinamica resta tuttavia oggetto di accertamenti da parte della Polizia Stradale di Seriate, intervenuta sul posto insieme ai carabinieri di Zogno. L’allarme è stato lanciato immediatamente, e sul luogo dell’incidente è atterrato l’elisoccorso, ma per Michele Negri non c’era ormai più nulla da fare. Il personale sanitario ha potuto soltanto constatarne il decesso. Il tragico evento ha gettato un’ombra sulla competizione, che aveva visto al via oltre duemila partecipanti. Mentre i primi atleti tagliavano il traguardo tra gli applausi del pubblico, a pochi chilometri di distanza si consumava un dramma che ha colpito non solo i presenti, ma l’intera comunità ciclistica. La direzione della manifestazione, sconvolta dall’accaduto, ha espresso cordoglio alla famiglia della vittima, annunciando che nelle prossime ore sarà valutata l’organizzazione di un momento commemorativo in sua memoria. Un incidente che riapre inevitabilmente la riflessione sulla sicurezza nelle gare amatoriali e sull’importanza della prevenzione, anche nei tracciati più noti e frequentati. Michele Negri era un ciclista esperto e appassionato, e la sua scomparsa rappresenta una perdita dolorosa per chi lo conosceva Continua a leggere -
Il profilo di Block Blast è stato aggiornato 1 settimana, 3 giorni fa
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa
In arrivo una nuova ciclabile tra Mappano e Torino: progetto per una mobilità più sostenibile
Un nuovo progetto di mobilità sostenibile si affaccia all’orizzonte della cintura torinese. Si tratta della futura pista ciclabile che collegherà Mappano a Torino, un’infrastruttura strategica frutto della collaborazione tra il Comune di Mappano e la Città Metropolitana. L’iniziativa, attualmente in fase di progettazione, mira a creare un collegamento sicuro e continuo per biciclette e monopattini elettrici, favorendo così spostamenti alternativi all’automobile privata. Un’opera che risponde alla crescente domanda di percorsi ciclopedonali e che si inserisce in un più ampio disegno di mobilità dolce sul territorio metropolitano. “È un progetto che guarda al futuro – spiegano dal Comune – e che intende migliorare la qualità della vita, ridurre l’inquinamento e creare nuove opportunità anche per il commercio locale.” La ciclabile non sarà solo un’infrastruttura funzionale: l’intento è anche quello di rafforzare il legame tra i territori, valorizzando i percorsi di prossimità e offrendo nuove occasioni per il turismo locale. I cittadini potranno beneficiare di un collegamento ecologico, adatto agli spostamenti quotidiani ma anche al tempo libero, in un’ottica di sostenibilità e riscoperta del territorio. La realizzazione della pista rappresenta quindi un passo concreto verso una mobilità più integrata e rispettosa dell’ambiente. I prossimi mesi saranno cruciali per la de Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa
Pedalando tra storia e natura: un viaggio in bicicletta nella Val Bormida
La Val Bormida non è solo un lembo verde incastonato tra Liguria e Piemonte: è un mosaico di storia, natura e cultura da scoprire lentamente, magari a pedali, con il tempo necessario per assaporare ogni curva della strada e ogni profumo del bosco. In sella alla mia bici gravel, ho deciso di esplorare questa valle poco nota ma straordinariamente ricca, seguendo il corso del torrente Bormida e lasciandomi guidare dal ritmo delle ruote. Un inizio tra vigneti e castelli La partenza è da Cairo Montenotte, il cuore pulsante della valle ligure, un centro vivace dove l’industria e la natura convivono sorprendentemente bene. Subito fuori dall’abitato, la campagna si apre in un ventaglio di vigneti ordinati, piccoli borghi in pietra e castelli medievali. Il primo tratto è dolce, con strade secondarie asfaltate e sterrati ben tenuti che salgono verso Rocchetta Cairo. La vista da qui, nelle giornate limpide, regala uno sguardo che spazia fino alle prime colline del Monferrato. Saliscendi tra boschi e borghi dimenticati Proseguendo verso Dego e Piana Crixia, il paesaggio cambia. Le colline si fanno più ondulate, i boschi si infittiscono, e la strada – spesso sterrata – invita a rallentare. In alcuni tratti, il silenzio è così profondo da sembrare irreale: solo il fruscio degli pneumatici sulla ghiaia e il canto di qualche uccello. Qui si attraversano piccoli paesi quasi sospesi nel tempo: Merana, Monesiglio, Camerana. Case in pietra, fontane in disuso, e anziani che ti salutano come se fossi l’evento della giornata. Il parco regionale di Piana Crixia: natura selvaggia e bellezze geologiche Tappa obbligata è il Parco Regionale di Piana Crixia, celebre per il fungo di pietra, una bizzarra erosione geologica che pare uscita da un racconto fantasy. Ma oltre a questo monumento naturale, il parco offre sentieri sterrati perfetti per la bici, tra prati selvatici, doline e querce secolari. Una sosta all’agriturismo locale permette di gustare prodotti tipici come il formaggio di capra, il miele e il vino Dolcetto, che qui ha un sapore più rustico e autentico. Discesa verso la Bormida di Spigno e ritorno Raggiunto Spigno Monferrato, si entra nella parte piemontese della valle. Qui la Bormida si fa più impetuosa, scavando piccole gole tra le rocce e accompagnando il ciclista con il suo rumore costante. Il ritorno verso Cairo avviene su un tracciato diverso, passando per ponti in pietra, vecchie ferrovie dismesse (che si possono percorrere in parte) e mulini abbandonati. Ogni chilometro è una scoperta, ogni sosta una storia. Consigli pratici per i ciclisti La Val Bormida è adatta a ciclisti con un minimo di esperienza e una buona bici da gravel o MTB, viste le frequenti variazioni di fondo stradale. La primavera è il periodo migliore: clima mite, natura in fiore e traffico quasi assente. È utile pianificare bene le tappe, poiché le strutture ricettive non sono numerose, ma dove ci sono, accolgono con calore e genuinità.Viaggiare in bici nella Val Bormida significa riscoprire il senso del tempo lento, della scoperta autentica, della bellezza che non si mostra tutta subito. È un viaggio che non si dimentica, non tanto per le imprese sportive, quanto per il legame silenzioso che si crea c Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 6 giorni fa
Isola Vicentina pedala verso il futuro: inaugurato un nuovo tratto dell’Asse ciclopedonale Vicenza-Schio
Un nastro tagliato, qualche pedalata simbolica, e un altro pezzo di futuro che prende forma lungo il torrente Orolo. È stato inaugurato oggi a Isola Vicentina un nuovo tratto della pista ciclopedonale dell’Asse relazionale 36 Vicenza-Schio: un’opera che non si limita a collegare punti sulla mappa, ma che costruisce visioni, idee di territorio e stili di vita più sostenibili.Il nuovo percorso, che unisce il ponte di San Rocco al cuore del paese, nasce per essere attraversato con lentezza. È pensato per chi sceglie la bicicletta come mezzo quotidiano, per chi cammina per piacere, per chi crede che il turismo possa essere dolce ma non per questo meno ambizioso. L’opera, dal costo complessivo di 620.000 euro, è stata resa possibile grazie al cofinanziamento della Provincia, che continua a puntare sulla mobilità verde come leva di sviluppo locale.Non si tratta solo di una pista: è un filo sottile che cuce insieme paesaggi, comunità e opportunità. Il torrente Orolo accompagna il tracciato, aggiungendo al percorso un respiro naturale che invita a rallentare, a guardarsi attorno, a scoprire il territorio con occhi nuovi.“Questa inaugurazione rappresenta molto più di un’infrastruttura – ha commentato un amministratore locale –. È un passo avanti verso una provincia più connessa, più vivibile, più attenta al benessere dei suoi cittadini e alla valorizzazione delle sue bellezze.”Il tratto appena aperto si inserisce in una rete ciclopedonale in continua espansione, capace di generare un impatto positivo sia dal punto di vista ambientale che economico. Il cicloturismo, d’altronde, non è più una nicchia: è un fenomeno in crescita che parla il linguaggio della sostenibilità, della qualità, dell’esperienza.Oggi Isola Vicentina non ha solo festeggiato un’inaugurazione. Ha messo in strada un’idea diversa di mobilità e, con essa, una promessa: quell Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane fa
Tra colline, castelli e laghi: pedalando nel cuore del Canavese
C’è un angolo di Piemonte che sembra pensato su misura per chi ama viaggiare lentamente, in sella a una bicicletta: il Canavese. Situato a nord di Torino, questo territorio affascinante è un mosaico di paesaggi che alternano dolci colline, borghi medioevali, vigneti ordinati e specchi d’acqua limpida. Un viaggio in bici qui è più di una semplice escursione: è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Partenza da Ivrea, la città dell’innovazione e delle pietre antiche Il nostro itinerario comincia da Ivrea, città patrimonio UNESCO, nota per il suo passato industriale legato alla Olivetti, ma anche per il suo centro storico suggestivo affacciato sulla Dora Baltea. Prima di montare in sella, vale la pena perdersi tra le viuzze lastricate e ammirare il castello a pianta quadrata con le sue torri rosse. Pedalando verso nord, si lascia la città alle spalle per entrare nella natura del Parco dei Cinque Laghi, un susseguirsi di specchi d’acqua come il Lago Sirio e il Lago di San Michele, circondati da boschi di castagni e silenzi profondi. Qui il ritmo rallenta naturalmente, e le soste sono d’obbligo per respirare a pieni polmoni e magari fare un tuffo nei mesi estivi. Borghi da cartolina e colline moreniche Il Canavese è anche terra di borghi che sembrano usciti da una fiaba. Nomaglio, Settimo Vittone, Vistrorio: piccoli centri dove il tempo sembra essersi fermato, con case in pietra, fontane antiche e chiesette romaniche che emergono tra i tetti. Le colline moreniche dell’Anfiteatro di Ivrea offrono uno scenario unico, modellato dai ghiacciai millenni fa e oggi ideale per chi ama il gravel o la mountain bike. Uno dei tratti più suggestivi è quello che porta a Agliè, con la sua residenza sabauda circondata da un grande parco. Il castello, che fu dimora estiva dei Savoia, è visitabile e regala una pausa culturale perfetta tra una pedalata e l’altra. Sapori locali e accoglienza autentica Ogni tappa è anche un’occasione per assaporare la gastronomia locale. Nei rifugi, nelle trattorie e negli agriturismi che punteggiano il territorio, è possibile gustare piatti tipici come la bagna cauda, la carne cruda all’albese e i formaggi d’alpeggio. E non mancano i vini, come l’Erbaluce di Caluso, bianco fresco e profumato che nasce proprio in queste terre. Un viaggio a misura d’uomo (e di bici) Che si tratti di un’escursione giornaliera o di un itinerario di più giorni, il Canavese si rivela una destinazione perfetta per chi cerca natura, cultura e autenticità. Le strade poco trafficate, i percorsi segnalati e la crescente presenza di strutture bike friendly rendono il viaggio accessibile anche ai cicloturisti meno esperti.In sella, il Canavese si scopre lentamente, un chilometro alla volta. Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 1 giorno fa
Vimercate svolta verso il verde: nuova pista ciclabile, alberi e parcheggio nel piano da 710mila euro
Una nuova idea di città prende forma a Vimercate, nel cuore della Brianza. La giunta comunale, guidata dal sindaco Francesco Cereda, ha approvato un ambizioso progetto di riqualificazione urbana dal valore complessivo di 710mila euro, puntando dritto verso la sostenibilità ambientale. La delibera è stata adottata nella seduta di mercoledì 23 aprile e segna la candidatura ufficiale del Comune al bando “Strade Verdi” di Regione Lombardia, che mette sul piatto dieci milioni di euro per sostenere interventi di mobilità dolce e rigenerazione urbana. Il progetto prevede la realizzazione di una nuova pista ciclopedonale, la riqualificazione dell’ingresso del cimitero cittadino con un ampliamento dell’area verde e la creazione di un nuovo parcheggio. Un intervento integrato, pensato per migliorare la qualità della vita dei residenti e rendere più accessibili e fruibili gli spazi urbani, puntando al tempo stesso sulla riduzione dell’impatto ambientale. A sostenere il piano sarà in larga parte il cofinanziamento regionale, che coprirà 500mila euro del totale. Il restante importo sarà a carico del Comune. “È un investimento importante — commenta il sindaco Cereda — che testimonia la nostra volontà di trasformare Vimercate in una città più a misura di persona, più verde e con una mobilità sempre più sostenibile”. La nuova pista ciclopedonale rappresenta il cuore del progetto: un’infrastruttura che collegherà punti strategici del territorio, incentivando gli spostamenti in bicicletta o a piedi, in linea con le esigenze di una cittadinanza sempre più attenta al benessere e all’ambiente. Accanto a essa, il nuovo parcheggio offrirà una risposta concreta alle necessità logistiche, mentre l’area verde contribuirà a migliorare l’aspetto e la vivibilità di una zona spesso trascurata. Vimercate si inserisce così nel solco di un cambiamento più ampio che coinvolge molte realtà lombarde e italiane, dove le politiche urbane stanno sempre più orientandosi verso una visione ecologica e sostenibile. Un segnale forte, che dimostra come anche i centri di medie dimensio Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 1 giorno fa
L’Italia pedala verso il futuro: mobilità dolce e sostenibile al centro dei progetti locali
In un’Italia che guarda al futuro con occhi più verdi e ruote più leggere, il successo dell’iniziativa “Bici in Comune” segna un importante passo avanti nella diffusione della mobilità sostenibile. Promossa dal Ministro per lo Sport e i Giovani, con il supporto del Dipartimento per lo Sport, di Sport e Salute e dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), l’iniziativa ha raccolto l’adesione di oltre un quarto dei Comuni italiani, un dato che racconta molto più di quanto sembri: c’è una volontà concreta di cambiare rotta, in nome dell’ambiente, della salute e della qualità della vita. Con l’assegnazione di 12,6 milioni di euro da parte del Governo, si apre ora la fase operativa del progetto. Oltre 500 Comuni saranno coinvolti in interventi che spaziano dalla promozione della mobilità ciclistica alla valorizzazione del cicloturismo, passando per la realizzazione di piste ciclabili e iniziative educative nelle scuole. La bici, in questo contesto, diventa non solo mezzo di trasporto, ma strumento culturale, veicolo di benessere e di riscoperta del territorio. L’attenzione al tessuto locale è uno degli elementi più significativi dell’intervento: il 67% dei fondi sarà destinato a Comuni con meno di 5mila abitanti, segno di una strategia che vuole rafforzare anche le aree interne, spesso penalizzate dalle logiche centrali. Il 17% dei progetti coinvolge realtà urbane fino a 80mila abitanti, mentre solo una piccola quota (3%) sarà destinata alle grandi città. È un ribaltamento delle priorità che punta sulla prossimità e sulla capillarità, anziché sui grandi centri. Dal punto di vista geografico, tutte le 20 Regioni italiane beneficeranno di almeno un finanziamento. Il Nord incassa il 45% delle risorse, il Sud e le Isole il 31%, il Centro il 24%. Un equilibrio che dimostra l’intenzione di costruire una rete ciclabile nazionale coerente e condivisa. Alcune province si distinguono per numero di progetti approvati: Torino guida la classifica con 9 Comuni finanziati, seguita da Perugia (8 Comuni), Benevento, Bergamo e Cuneo (6 ciascuna). Un segnale della vivacità progettuale che anima molte aree del Paese. “Bici in Comune” non è soltanto un programma di finanziamento: è la fotografia di un’Italia che vuole cambiare passo. Un’Italia che sceglie la lentezza per ritrovare velocità, la sostenibilità per guadagnare futuro. Un’Italia che, a colpi di pedale, prov Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 2 giorni fa
Sorbara-Bastiglia, pedalata interrotta: a maggio partono i lavori per rimettere in pista la ciclabile dimenticata
Inizia a maggio un piccolo ma importante cantiere che promette di restituire continuità e sicurezza a uno dei percorsi più battuti tra le campagne modenesi: la ciclabile che collega Sorbara a Bastiglia, da tempo finita nella lista nera di ciclisti e pedoni per le sue condizioni tutt’altro che amichevoli. Non serve essere esperti di mobilità sostenibile per accorgersi che quel tratto di 300 metri era ormai diventato una trappola di buche, radici e asfalto sgretolato. Il problema non è nuovo: segnalazioni, foto e lamentele si sono accumulate negli ultimi anni, come una cronaca annunciata di degrado che oggi finalmente trova risposta. I lavori riguarderanno un segmento strategico del percorso, quello più compromesso, e avranno anche un valore simbolico: è il segnale che, lentamente, le istituzioni tornano a investire su una rete ciclabile spesso trascurata. Il costo dell’intervento non è ancora stato definito nei dettagli, ma una parte delle risorse sarà messa a disposizione dall’Unione dei Comuni del Sorbara. «Non sarà un’opera faraonica, ma è il tipo di manutenzione che fa la differenza nella vita quotidiana di chi sceglie la bici per spostarsi» commenta una residente di Sorbara che ogni giorno percorre quel tratto per andare al lavoro. Ed è vero: mentre si parla di transizione ecologica e mobilità green, spesso sono proprio le infrastrutture più semplici a fare da cartina tornasole dell’impegno reale sul territorio. Il cantiere, previsto per maggio, dovrebbe concludersi prima dell’estate. L’obiettivo è consegnare un tratto di ciclabile più sicuro e accessibile, degno di un territorio che vuole davvero puntare su una mobilità dolce e sostenibile. Intanto, tra le vigne e i canali della bassa, c’è chi spera che questo sia solo il primo passo Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 2 giorni fa
Treviglio pedala verso il futuro: ciclabile strategica e “strade verdi” al centro del rilancio urbano
Un doppio progetto, una visione chiara: trasformare Treviglio in una città più sostenibile, accessibile e pronta ad affrontare le sfide ambientali del presente. L’amministrazione comunale ha presentato una proposta ambiziosa al bando nazionale per la mobilità multimodale urbana, con l’obiettivo di intercettare 3 milioni di euro per ridisegnare uno dei nodi nevralgici della città: l’area intorno alla Stazione Centrale. Il cuore dell’intervento è la creazione di un asse ciclabile continuo, che da piazzale Verdi si estenderebbe lungo via De Gasperi, piazza Insurrezione, viale Filagno, piazza del Popolo e viale del Partigiano, fino a raggiungere piazza Setti. Un tracciato pensato non solo per facilitare gli spostamenti quotidiani, ma anche per strutturare un primo segmento del “ring” ciclabile cittadino, un circuito ad anello destinato a rivoluzionare la mobilità interna. “Questo progetto non è una semplice pista ciclabile: è un’infrastruttura urbana strategica, che connette luoghi, persone e modalità di trasporto diverse. È un investimento nella qualità della vita”, spiegano dagli uffici comunali. Oltre alla rete ciclabile, l’intervento prevede una profonda riqualificazione urbana attorno alla stazione, pensata come vero hub intermodale tra treno, bici e trasporto pubblico. Accanto a questo, il Comune guarda con attenzione a un secondo bando di prossima apertura, denominato “Strade Verdi”. L’iniziativa, promossa a livello nazionale, sostiene interventi di depavimentazione urbana attraverso l’impiego di materiali drenanti alternativi all’asfalto, per favorire la permeabilità del suolo e ridurre il rischio idrogeologico. Treviglio punta a candidarsi con un progetto pilota da 500 mila euro, che potrebbe aprire la strada a un nuovo modo di concepire le superfici urbane. La visione è chiara: ridurre l’impronta ambientale della città, promuovere la mobilità dolce e adattare il tessuto urbano al cambiamento climatico. In attesa dei finanziamenti, Treviglio ha già lanciato un messaggio forte: la transizione ecologica non s Continua a leggere -
Il profilo di annan è stato aggiornato 2 settimane, 2 giorni fa
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 3 giorni fa
Grosseto: inaugurato il nuovo impianto di illuminazione intelligente sulla ciclabile verso Marina
Un passo avanti per la mobilità sostenibile e la valorizzazione del territorio: è stato inaugurato il nuovo sistema di illuminazione pubblica lungo la pista ciclabile che collega Grosseto a Marina di Grosseto. Si tratta di un impianto innovativo che combina tecnologia e rispetto per l’ambiente, pensato per migliorare la sicurezza dei ciclisti senza sprechi energetici. Il sistema, definito “intelligente”, utilizza sensori in grado di rilevare il passaggio delle biciclette, attivando l’illuminazione per i 100 metri successivi. In questo modo, la pista rimane in gran parte spenta durante i periodi di inattività, riducendo drasticamente i consumi elettrici e l’inquinamento luminoso. Secondo quanto comunicato, l’intervento rappresenta un esempio concreto di come sia possibile unire efficienza energetica, sostenibilità ambientale e valorizzazione del paesaggio. Oltre a offrire una maggiore sicurezza agli utenti della ciclabile, infatti, il nuovo impianto preserva l’atmosfera naturale del territorio, limitando l’impatto visivo sull’ambiente. La pista Grosseto-Marina di Grosseto, molto frequentata da residenti e turisti, diventa così ancora più accessibile anche nelle ore serali, favorendo una mobilità dolce e rispettosa del contesto naturale della Maremma. Un progetto che conferma l’impegno del territorio verso uno sviluppo sempre Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 3 giorni fa
Cervo investe nel futuro: sopralluogo sulla Ciclovia Tirrenica tra bellezza e responsabilità
Il Comune di Cervo guarda lontano e punta sulla valorizzazione del suo straordinario patrimonio paesaggistico. Questa mattina, una delegazione dell’amministrazione comunale ha effettuato un sopralluogo tecnico lungo il tratto cervese della Ciclovia Tirrenica, uno dei progetti infrastrutturali più strategici per il rilancio turistico del borgo. Presenti all’ispezione il sindaco Lina Cha, il vicesindaco Massimiliano Gaglianone – con deleghe ai Lavori Pubblici e alla Pista Ciclabile – l’assessore Ettorre Chiappori, il consigliere Maurizio Guglielmone, insieme ai tecnici incaricati, l’architetta Raffaella Semeria e il geometra Danny Tirico. Il tratto attualmente in fase di realizzazione si presenta come una delle gemme della futura Ciclovia: un percorso sospeso tra cielo e mare, caratterizzato da scorci spettacolari su scogliere a strapiombo e paesaggi incontaminati. Un valore aggiunto che, come sottolineato dal sindaco Cha, non ha eguali: «Paesaggisticamente, siamo di fronte a una delle sezioni più straordinarie dell’intero tracciato», ha dichiarato durante il sopralluogo. Accanto all’indubbio fascino naturalistico, emergono però anche sfide complesse: garantire la sicurezza del versante marino e preservare la stabilità dei terreni richiede interventi tecnici delicati e investimenti consistenti. L’amministrazione è consapevole che senza il supporto degli enti sovracomunali sarà difficile sostenere nel tempo la gestione di un’opera così preziosa quanto fragile. «Abbiamo toccato con mano l’impegno necessario non solo per completare il percorso, ma anche per mantenerlo in sicurezza nel futuro», ha aggiunto Cha. «Cervo è pronto a fare la sua parte, ma è essenziale che Regione, Stato ed enti competenti riconoscano il valore di questo tratto e contribuiscano attivamente alla sua tutela». La Ciclovia Tirrenica, una volta ultimata, sarà una delle grandi arterie del turismo lento in Italia, capace di attrarre appassionati di cicloturismo, amanti della natura e visitatori da ogni parte del mondo. Il tratto cervese promette di essere uno dei simboli più rappresentativi di questa nuova mobilità verde, dove la promozione del territorio si coniuga con la sostenibilità ambientale e l’innovazione infrastrutturale. Il futuro di Cervo passa anche da qui: dalla capacità di custodire la belle Continua a leggere -
Il profilo di Oscar Conrad è stato aggiornato 2 settimane, 3 giorni fa
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 4 giorni fa
In bici da Calizzano a Garessio 2000: pedalando tra boschi e panorami alpini
Chiaro! Ti riscrivo l’articolo in modo più professionale, adatto a un blog di cicloturismo: tono fluido, tecnico quanto basta, descrittivo ed elegante, come ci si aspetta da un sito dedicato ai viaggiatori su due ruote. Ecco la versione: Tra Liguria e Piemonte, il percorso cicloturistico che collega Calizzano alla località montana di Garessio 2000 offre una splendida combinazione di natura selvaggia, storia locale e sfida sportiva. Un itinerario adatto a ciclisti allenati, amanti della salita e dei paesaggi incontaminati. Il punto di partenza: Calizzano Immerso tra i boschi dell’alta Val Bormida, Calizzano (647 m s.l.m.) è una perla verde della Liguria interna. Il borgo, famoso per le sue acque sorgive, rappresenta il punto di partenza ideale grazie ai suoi servizi per i viaggiatori: parcheggi comodi, bar, fontane pubbliche e negozi. Prima di partire, è consigliabile approfittare delle fontane del paese per riempire le borracce: l’acqua qui è di qualità eccellente. La prima salita: verso il Colle del Quazzo Lasciando il centro di Calizzano, si imbocca la SP213 in direzione nord, avviandosi subito in salita verso il Colle del Quazzo. Questa prima parte dell’itinerario si sviluppa su una strada secondaria a basso traffico, perfetta per il cicloturismo. Lunghezza della salita: circa 10 km Dislivello: +450 m Pendenza media: 4,5% con punte fino al 10-12% Il tracciato si snoda immerso in fitte faggete e conifere, offrendo ombra e frescura per gran parte della scalata. I tornanti dolci e il fondo stradale in buone condizioni rendono questa salita piacevole, sebbene impegnativa nella parte finale. Consiglio cicloturistico: affronta la salita a ritmo regolare e goditi il profumo dei boschi, una caratteristica unica di questo tratto. Discesa tecnica verso Garessio Dal Colle del Quazzo (1.090 m), si apre una rapida e panoramica discesa lungo la stessa SP213 verso Garessio. Il manto stradale richiede attenzione, specialmente nei tratti più esposti o dopo recenti piogge. Lunghezza della discesa: circa 8 km Particolarità: curve strette e tratti ombreggiati Durante la discesa si ammirano scorci spettacolari sulla Valle Tanaro e sulle cime circostanti: uno scenario che invita a fermarsi per qualche fotografia. La sfida finale: salita a Garessio 2000 Giunti a Garessio, si attraversa brevemente il centro storico per imboccare la strada che conduce a Garessio 2000, la storica stazione sciistica situata sulle pendici del Monte Berlino. Questa seconda salita è decisamente più impegnativa: Lunghezza della salita: circa 10 km Dislivello: +800 m Pendenza media: 7-8%, con tratti sopra il 10% La strada si arrampica con decisione attraverso boschi di faggi e radure alpine. Man mano che si guadagna quota, il panorama si apre sulla pianura piemontese e, nelle giornate più limpide, è possibile scorgere perfino il profilo del Monviso in lontananza. Nota importante: la salita non offre punti di ristoro, pertanto è fondamentale partire ben idratati e con riserve energetiche sufficienti. Suggerimenti pratici Equipaggiamento: è consigliato l’uso di una bici in ottimo stato, con rapporti adeguati alle salite lunghe e impegnative (es. compatta o tripla). Sicurezza: casco obbligatorio, luci anteriori e posteriori consigliate in caso di attraversamento di zone d’ombra fitte. Logistica: Calizzano dispone di strutture ricettive per chi desidera pernottare prima o dopo la pedalata. Il percorso da Calizzano a Garessio 2000 è un piccolo gioiello per gli appassionati di cicloturismo che amano combinare sport e natura.Una pedalata che ripaga ogni sforzo con panorami straordinari, strade silenziose e l’emozi Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 5 giorni fa
Venezia punta sulla mobilità dolce: nuova segnaletica innovativa per i cicloturisti
Un altro passo importante per una Venezia sempre più a misura di cicloturista: la Giunta Comunale ha approvato il Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica per la realizzazione di una nuova segnaletica dedicata ai ciclisti locali e internazionali. L’iniziativa, parte integrante del programma “Venezia e la sua laguna: gestione e valorizzazione dei flussi turistici”, rappresenta un investimento ambizioso, pari a 1.216.000 euro. Il progetto prevede l’installazione di oltre 1800 nuovi cartelli, collocati in circa 630 punti strategici della rete ciclabile comunale, che abbraccia sia la terraferma sia le isole accessibili ai mezzi a ruote. Solo sulla terraferma saranno interessate ben 118 intersezioni tra piste ciclabili, un segnale forte della volontà di rendere il territorio sempre più fruibile su due ruote. A caratterizzare la nuova segnaletica sarà il colore arancione, già familiare ai frequentatori delle ciclabili veneziane, insieme all’introduzione di QR-code integrati. Attraverso una semplice scansione, ciclisti e turisti potranno accedere immediatamente alla sezione “Venezia in Bici” del sito comunale, dove troveranno mappe aggiornate, informazioni su percorsi consigliati, punti di interesse e servizi utili. Questa innovazione si inserisce in un contesto di sviluppo continuo: la rete ciclabile veneziana, infatti, supera già i 190 km e continua a crescere. L’obiettivo del progetto è rendere l’esperienza ciclistica più semplice e piacevole anche per chi conosce meno il territorio, guidando gli utenti verso biblioteche, quartieri, stazioni ferroviarie, parcheggi per bici, sedi universitarie, ospedali, parchi, musei e molte altre destinazioni di rilievo. Non mancheranno indicazioni per aree dove è necessario proseguire a piedi, lasciando la bici negli appositi stalli, migliaia dei quali sono stati installati negli ultimi anni. Con questa iniziativa, Venezia conferma la sua attenzione verso una mobilità sostenibile e inclusiva, capace di valorizzare il territorio, tutelare l’ambiente e offrire ai Continua a leggere - Carica di più