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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa

    La Sedicesima Tappa: Piazzola sul Brenta–San Valentino di Brentonico, il Giro sale ancora Martedì 27 maggio , dopo il giorno di riposo, il Giro d’Italia riparte con una tappa che si preannuncia tra le più decisive di questa edizione. La sedicesima frazione, da Piazzola sul Brenta a San Valentino di Brentonico, copre 199 km e introduce i corridori a un trittico alpino micidiale, con cinque Gran Premi della Montagna e un arrivo in quota che potrebbe stravolgere la classifica generale. L’Appennino lascia spazio alle Alpi Dopo la lunga traversata dell’Italia centrale e le Prealpi venete, il gruppo si avvicina all’arco alpino. Ma non c’è spazio per il rodaggio: la tappa entra subito nel vivo con un tracciato nervoso, fatto di salite e discese continue, e un’altimetria che non dà tregua. I cinque GPM distribuiti lungo il percorso garantiranno battaglia fin dalle prime rampe, con punti pesanti in palio per la maglia azzurra e potenziali occasioni di attacco per i contendenti alla maglia rosa. Il gran finale: San Valentino di Brentonico L’ultimo atto della tappa è riservato a una salita lunga e complessa di 17 km, che porta fino a San Valentino di Brentonico. Si tratta di una scalata articolata, con due tratti di respiro nei centri abitati di Brentonico e San Giacomo, ma che presenta un finale senza sconti: gli ultimi 3 km sono tutti in salita, su pendenze costanti che faranno emergere solo i corridori più forti e resistenti. Tappa chiave prima del trittico alpino Non è solo la difficoltà altimetrica a rendere questa tappa importante: è il contesto a darle peso. È infatti la prima delle tre tappe di alta montagna consecutive, prima del trittico che include il Passo del Tonale, il Mortirolo e l’arrivo a Bormio. Chi perderà terreno oggi potrebbe pagare dazio anche nelle giornate successive, rendendo questa frazione fondamentale nella strategia delle squadre e nella gestione delle forze. Aspettative e scenari C’è da aspettarsi un attacco da lontano, magari da parte dei gregari di lusso o da outsider che cercano di risalire in classifica. I big, invece, potrebbero attendere l’ascesa finale per misurarsi a viso aperto. La lunghezza e la varietà del percorso la rendono una tappa dura da interpretare, dove resistenza e strategia andra Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa

    Via Emilia e ex ferrovia Santarcangelo-Urbino: il territorio si pedala verso il futuro Prosegue a ritmo sostenuto il cantiere delle nuove piste ciclabili lungo due assi strategici della mobilità romagnola: la storica via Emilia e il tracciato dismesso della ferrovia Santarcangelo-Urbino. Due interventi distinti ma uniti da una visione comune: costruire infrastrutture moderne per una mobilità più pulita, sicura e accessibile a tutti. L’obiettivo è ambizioso ma concreto: completare i lavori entro la fine del 2025. Lungo la via Emilia sono in corso due interventi fondamentali. Il primo riguarda la riqualificazione di un tratto già esistente, quello che si estende tra la rotatoria della Strada di Gronda e via Bornaccino. Un lavoro di sistemazione e ammodernamento che punta a rendere più fruibile e sicura la pista per ciclisti e pedoni. L’investimento, pari a 180 mila euro, è sostenuto da fondi privati e sarà portato a termine entro il mese di giugno. Contemporaneamente prende forma un nuovo collegamento ciclabile: il tratto tra via Bornaccino e via Piadina, che si aggiunge alla rete ciclabile con l’obiettivo di completare un corridoio continuo lungo uno degli assi viari più trafficati della regione. Un’opera pensata per integrare la mobilità dolce nella quotidianità di chi si muove per lavoro, scuola o tempo libero. Parallelamente, si lavora anche al recupero dell’ex ferrovia Santarcangelo-Urbino, un progetto che trasforma il vecchio tracciato ferroviario in una greenway ciclabile dal forte valore paesaggistico e culturale. Un’infrastruttura che non solo collega territori, ma restituisce vita a un percorso storico, rendendolo accessibile a ciclisti, camminatori e famiglie. Questi cantieri rappresentano un passo importante verso una mobilità più sostenibile, in grado di alleggerire il traffico veicolare, ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita urbana e rurale. Ma sono anche un’opportunità turistica per chi sceglie di scoprire la Romagna in sella a una bici: un viaggio lento, che valorizza il territorio e racconta storie d Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa

    Spineda inaugura la nuova pista ciclabile: un passo avanti per la mobilità sostenibile a Riese Pio X Una nuova arteria ciclabile si snoda tra le campagne della frazione di Spineda, nel comune di Riese Pio X, regalando a residenti e cicloturisti un tracciato sicuro, immerso nella natura e pensato per una mobilità più sostenibile. È stata ufficialmente inaugurata la nuova pista ciclabile, frutto di un lungo lavoro amministrativo e tecnico che ha visto la luce dopo anni di attesa. «È stata un’opera importante e molto attesa, frutto di anni di lavoro, progettazione e impegno», ha dichiarato la sindaca Ombretta Basso durante il taglio del nastro. Il progetto ha preso il via nel 2019, articolandosi in due stralci principali e completandosi con un terzo tratto che attraversa la zona del “Curiotto”: una suggestiva stradina bianca che conserva intatto il fascino rurale del territorio. Con i suoi 1.700 metri di estensione, la nuova pista ciclabile rappresenta un tassello significativo per chi ama esplorare il territorio in sella a una bicicletta. Non si tratta solo di un’opera di collegamento: il tracciato è pensato per integrarsi con l’ambiente, senza comprometterne l’identità paesaggistica. Il tratto del “Curiotto” ne è un esempio emblematico, un segmento non asfaltato che mantiene il contatto diretto con la natura e invita a rallentare, osservare, respirare. Il costo complessivo dell’opera si aggira attorno al milione e mezzo di euro, di cui 400 mila finanziati dalla Regione Veneto. Il resto è stato sostenuto dall’amministrazione comunale, che ha voluto investire in un’infrastruttura capace di migliorare la sicurezza della viabilità locale e di offrire nuove opportunità di fruizione del territorio. Per i cicloturisti, Spineda si arricchisce così di una nuova meta da inserire negli itinerari attraverso la Marca Trevigiana, un territorio già ricco di percorsi ciclabili che coniugano storia, natura e buona cucina. Questa nuova pista diventa quindi non solo un’opera pubblica, ma anche un invito: a scoprire il paesaggio con lentezza, a pedalare tra filari, fossati e antichi casolari, e a riscoprire quel legame tra comunità Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa

    Pedalando tra colline, castelli e vigneti: un viaggio in bicicletta nella provincia di Alessandria La provincia di Alessandria, nel cuore del Piemonte sud-orientale, è una terra di confine e di passaggio, ma anche di profonda identità. Per i cicloturisti rappresenta una destinazione ideale, grazie alla varietà dei paesaggi, alla ricchezza del patrimonio storico e alla possibilità di alternare percorsi rilassanti a tratti più impegnativi. Ho deciso di esplorarla in sella alla mia bici gravel, partendo da Alessandria città e attraversando un itinerario ad anello che mi ha portato tra le dolci colline del Monferrato, i vigneti del Gavi e i borghi medievali incastonati tra le valli del Tanaro e del Bormida. Tappa 1: Alessandria – Acqui Terme (65 km) La partenza da Alessandria è tranquilla. Dopo una breve visita alla Cittadella — imponente fortificazione settecentesca che merita una deviazione — mi dirigo verso sud, costeggiando il fiume Tanaro. L’asfalto cede spesso il passo a strade bianche ben tenute, ideali per chi cerca percorsi misti. Attraverso paesi come Castellazzo Bormida e Sezzadio, con la sua abbazia benedettina immersa nel verde. La giornata si conclude ad Acqui Terme, celebre per le sue acque sulfuree e la sua storia romana. L’arrivo in città è scenografico: la “Bollente”, la celebre fonte termale che sgorga a 75°, fuma nel cuore del centro storico. È il posto ideale per rilassarsi dopo la prima giornata di pedalate. Tappa 2: Acqui Terme – Gavi (70 km) La seconda giornata è un crescendo di emozioni e di pendenze. Lasciando Acqui alle spalle, il percorso si snoda tra le colline del Monferrato, patrimonio UNESCO, punteggiate da vigneti ordinati e casali isolati. A Ricaldone e Strevi si incontrano le prime vere salite, mai troppo dure ma costanti, che richiedono gambe pronte e una buona gestione delle energie. Lungo il tragitto, impossibile non fermarsi a Voltaggio, piccolo gioiello incastonato tra le montagne dell’Appennino Ligure. Da lì, con un ultimo sforzo, si arriva a Gavi, terra del vino bianco che porta lo stesso nome. Qui, oltre a una meritata degustazione in una delle tante cantine, vale la pena visitare il Forte di Gavi, costruito direttamente nella roccia. Lo sguardo spazia sulle vallate: la fatica viene ripagata. Tappa 3: Gavi – Casale Monferrato (85 km) La terza tappa è la più lunga, ma anche la più varia. Si lascia la zona collinare per scendere verso la pianura del Po. Attraverso Novi Ligure — patria di Fausto Coppi, con il Museo dei Campionissimi che è un must per ogni appassionato — e Tortona, la pedalata diventa più veloce, i tratti rettilinei si allungano. Il fiume Po accompagna gli ultimi chilometri prima dell’arrivo a Casale Monferrato. Qui, il mix di architettura barocca, sinagoghe storiche e il maestoso Duomo offrono un’interessante deviazione culturale. La città è anche un buon punto per ristorarsi con piatti tipici come gli agnolotti monferrini o la celebre muletta, salame locale. Tappa 4: Casale – Alessandria (50 km) L’ultima tappa è un rientro dolce verso il punto di partenza. Il tragitto attraversa la pianura del basso Monferrato, tra risaie, campi coltivati e strade secondarie dove si incrociano solo trattori e altri ciclisti. Si passa per Valenza, conosciuta nel mondo per la lavorazione dell’oro, e infine si rientra ad Alessandria chiudendo un anello che regala la soddisfazione di aver attraversato una delle zone più autentiche del nord Italia. Consigli pratici Periodo migliore: primavera e autunno sono ideali. L’estate può essere molto calda, soprattutto in pianura. Tipo di bici: una gravel o una bici da turismo con gomme robuste è perfetta per affrontare sia l’asfalto che i tratti sterrati. Alloggio: agriturismi, B&B e bike hotel sono numerosi e spesso attrezzati per ciclisti. Cibo: approfittate della cucina locale: farinata, tajarin, brasati al Barbera e dolci come i krumiri vi daranno la giusta energia. Pedalare in provincia di Alessandria significa scoprire un Piemonte più intimo e rurale, fatto di piccoli borghi, accoglienza genuina e paesaggi mutevoli. È una destinazione perfetta per chi cerca un’esperienza cicloturistica completa, lontano dai gran Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa

    La Quindicesima Tappa: Fiume Veneto-Asiago, Alta Montagna e Selezione per gli Scalatori Domenica 25 maggio, il Giro d’Italia vivrà una delle tappe più dure e selettive dell’intera edizione. La quindicesima tappa partirà da Fiume Veneto per arrivare ad Asiago, con un percorso lungo 214 km e un dislivello totale di circa 3.900 metri. Si tratta di una frazione di alta montagna, che metterà a dura prova le gambe dei corridori, con salite impegnative e stretti passaggi attraverso le Prealpi Venete, zone che non vedono spesso il passaggio della Corsa Rosa. Un Percorso Durissimo per gli Scalatori La tappa si presenta come una vera e propria sfida per gli scalatori puri. Dopo una partenza da Piazza Marconi a Fiume Veneto, i corridori affronteranno un percorso che non concede tregua. Le salite saranno diverse, alcune delle quali poco frequentate nelle edizioni recenti del Giro, rendendo il percorso ancora più selettivo. La lunghezza e il dislivello della tappa fanno di questa frazione una delle più dure, con una serie di ascese che potrebbero ridisegnare la classifica generale. Le Salite Più Impegnative Il percorso è ricco di salite di alta montagna, ognuna delle quali presenta pendenze significative e tratti che potrebbero favorire i corridori con maggiore attitudine alla scalata. Sebbene i dettagli esatti delle singole salite non siano ancora completamente definiti, è certo che i passaggi nelle Prealpi richiederanno un grande dispendio di energia e una gestione ottimale delle forze da parte dei ciclisti. La difficoltà altimetrica e il terreno accidentato potrebbero causare distacchi importanti tra i concorrenti di vertice e quelli meno in forma per affrontare i grandi sforzi. Un Finale Ristretto per la Classifica Il traguardo finale a Asiago segnerà una tappa fondamentale per la classifica generale. Con un percorso di montagna che separa la partenza dall’arrivo, sarà un’occasione per i cappoclassifica di mettere a segno un attacco decisivo o per i specialisti della salita di guadagnare secondi preziosi. I corridori dovranno affrontare una serie di salite consecutive che, a meno di colpi di scena, porteranno i più forti a consolidare la loro posizione.Con 3.900 metri di dislivello su un percorso di 214 km, la quindicesima tappa del Giro d’Italia si preannuncia come una vera e propria prova di resistenza. Il lungo e tortuoso percorso nelle Prealpi Venete potrebbe rimescolare nuovamente le carte della classifica generale, dando spazio agli attaccanti o a chi ha nelle gambe la capacità di resistere a una giornata di sforzo continuo. In un contesto del genere, ogni secondo guadagnato o perso potrebbe fare la differenza nelle fasi finali d Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 6 giorni fa

    Liguria su due ruote: pedali tra mare, ulivi e borghi sospesi La Liguria non è solo una striscia di terra stretta tra l’Appennino e il mare: è una promessa per chi ama scoprire lentamente, in sella a una bici, territori scolpiti dal tempo. Tra salite che profumano di rosmarino, discese vertiginose verso calette segrete e strade panoramiche sospese sul blu, il cicloturismo qui si fa emozione pura. Dalla Riviera di Ponente alla magia del Levante Si parte spesso da Ponente, dove il clima mite invita a pedalare anche in inverno. La ciclabile del Parco Costiero della Riviera dei Fiori, tra San Lorenzo al Mare e Ospedaletti, è un’icona: 24 km sul tracciato dell’ex ferrovia, affacciati sul mare, attraversando gallerie illuminate, vecchie stazioni trasformate in bistrot e scorci da cartolina. Ideale per famiglie, ma anche punto di partenza per chi vuole avventurarsi nell’entroterra imperiese, dove iniziano le vere sfide. Il Levante, invece, è un’alternanza di saliscendi che incantano. La Via dei Santuari sopra le Cinque Terre è una delle esperienze più suggestive: richiede gambe allenate, ma ripaga con panorami unici su vigneti terrazzati e il blu infinito. Anche il Tigullio offre percorsi affascinanti, come l’ascesa al Passo del Bracco o l’anello del Monte di Portofino, dove è possibile alternare tratti asfaltati a single track per MTB. Non solo mare: l’entroterra segreto La vera sorpresa della Liguria per i cicloturisti è però l’entroterra. Basta allontanarsi di pochi chilometri dalla costa per ritrovarsi immersi in un altro mondo: borghi di pietra come Apricale, Triora, Verezzi, dove il tempo sembra fermarsi. Le valli — Argentina, Trebbia, Vara — sono percorse da strade secondarie poco trafficate, ideali per gravel e bici da strada. Qui l’accoglienza è autentica: agriturismi che offrono ristori genuini, fontane dove rinfrescarsi, officine improvvisate da contadini curiosi. La cultura dell’ospitalità ciclistica si sta diffondendo anche grazie a progetti di bike hotel e tour organizzati, ma la vera anima del viaggio resta il contatto diretto con chi abita questi luoghi. Consigli pratici e stagioni migliori Primavera e autunno sono le stagioni d’oro: temperature miti, natura esplosiva e meno affollamento rispetto ai mesi estivi. D’estate, è consigliabile pedalare all’alba o spostarsi in quota, dove boschi e crinali offrono ombra e refrigerio. Per chi viaggia con e-bike, la Liguria è perfetta: i dislivelli non mancano, e le colonnine di ricarica stanno aumentando. Attenzione solo alla logistica: la costa è ben servita da treni, ma le bici vanno prenotate con anticipo nelle tratte più richieste. Una regione da scoprire con lentezza Pedalare in Liguria non è solo fare sport: è un modo di vivere il territorio, di ascoltarlo. È il rumore delle onde tra un tornante e l’altro, il profumo della focaccia che esce da un forno di paese, la voce di un anzian Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 6 giorni fa

    La Quattordicesima Tappa: Treviso-Nova Gorica/Gorizia, Tra Pianura e Collio. Il 24 maggio, il Giro d’Italia affronterà una tappa che si sviluppa lungo un percorso di 186 km con partenza da Treviso e arrivo a Nova Gorica/Gorizia. Sebbene il tracciato sia prevalentemente pianeggiante, il finale presenta alcune difficoltà che potrebbero mettere alla prova i ciclisti, specialmente i velocisti. Si attraverseranno la pianura veneta e friulana, per poi entrare in Slovenia, con un percorso che alterna tratti facili a salite brevi ma insidiose. Un Percorso Dalla Pianura al Collio La tappa inizia su strade ampie e rettilinee, attraversando la bassa pianura veneta e friulana. Questo tratto pianeggiante favorirà una corsa controllata, dove i team di velocisti tenteranno di mantenere il passo regolare per gestire il ritmo. Dopo circa 110 km senza particolari difficoltà, il percorso si avvicina al Collio (Brda), una regione collinare che segna la transizione verso la Slovenia. Qui si incontrano le prime salite brevi ma impegnative, tra cui i passaggi su Plessiva, Medana, Castel Dobra, San Martino, Quisca e Hum. Sebbene non siano salite lunghe, la loro frequenza ravvicinata potrebbe rallentare il ritmo della corsa e favorire i corridori in grado di gestire le accelerazioni. Le pendenze non estreme ma ripetute potrebbero creare distacchi tra i gruppi di testa, portando alla selezione dei favoriti per la vittoria di tappa. Il Circuito Finale: Tattiche e Velocisti Sotto Pressione Dopo il passaggio attraverso Nova Gorica, il percorso entrerà in Italia per un breve tratto prima di ritornare in Slovenia per affrontare gli ultimi due giri del circuito finale che si concluderanno a Nova Gorica/Gorizia. Questo circuito finale è caratterizzato da una salita breve ma intensa a Saver, che si sviluppa su 900 metri al 7,4%, con punte che raggiungono il 12%. Sebbene la salita non sia lunga, la sua posizione nel finale di tappa potrebbe rappresentare una sfida per i ciclisti meno preparati per le ascese brevi ma intense. Una volta superato Saver, i corridori si troveranno a percorrere un tratto pianeggiante, ma caratterizzato da numerose curve e rotatorie, che potrebbero complicare il ritmo dei velocisti. Le curve strette e i cambi di direzione potrebbero ridurre le possibilità di una volata di gruppo compatto, facendo emergere la necessità di strategie più raffinate da parte dei velocisti più esperti. Il rettilineo finale di 900 metri, con una larghezza di 8 metri, offre però una possibilità per il lancio dello sprint, dove i velocisti più puri avranno una chance di emergere se sono riusciti a mantenere il gruppo compatto fino agli ultimi metri. Un Finale Da Gestire con Attenzione Nonostante il profilo prevalentemente pianeggiante, la quattordicesima tappa del Giro d’Italia 2025 presenta alcune difficoltà che potrebbero fare la differenza, soprattutto negli ultimi chilometri. La successione di salite nel Collio e il circuito finale, con l’insidiosa salita di Saver e il tratto tortuoso prima del rettilineo finale, potrebbero sorprendere i velocisti che puntano alla vittoria di tappa. La strategia di corsa sarà fondamentale, con i ciclisti chiamati a mantenere il controllo nelle fasi cruciali e a sfruttare ogni opportunità per lanciare l’at Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane fa

    Tra Ville, Vigne e Canali: Un Viaggio in Bici lungo il Percorso del Sile in Veneto Il Veneto è una regione che sa sorprendere chi la attraversa in bicicletta, coniugando natura, storia e gastronomia in un paesaggio sempre cangiante. Tra i tanti itinerari che offre, uno dei più affascinanti e accessibili è il percorso lungo il fiume Sile, una ciclovia che regala scorci incantati e una pedalata adatta a tutti, dagli appassionati ai cicloturisti della domenica. Un fiume di storia e tranquillità Il Sile è uno dei fiumi di risorgiva più lunghi d’Europa. Nasce a Casacorba e sfocia nella laguna di Venezia, dopo aver attraversato campagne silenziose, antichi borghi e ville venete dimenticate dal tempo. Il suo lento scorrere accompagna chi pedala lungo il tratto della Greenway del Sile, una pista ciclabile ben tenuta che collega Treviso a Jesolo, per circa 50 km. Partenza da Treviso: tra arte e acque placide Il nostro viaggio inizia a Treviso, città elegante e tranquilla, dove vale la pena concedersi una passeggiata tra canali e portici prima di salire in sella. Subito fuori dal centro, la pista ciclabile si immerge in una natura rigogliosa, costeggiando il fiume e offrendo numerosi punti di sosta. Le acque limpide riflettono il verde degli alberi, mentre aironi e garzette si alzano in volo al nostro passaggio. Lungo la Restera: tra natura e memoria Il tratto che da Treviso conduce a Casale sul Sile è forse il più suggestivo. Qui la ciclovia segue il tracciato della vecchia alzaia, la Restera, dove un tempo i buoi trainavano le barche cariche di merci. Oggi è un’oasi di pace, frequentata da ciclisti e camminatori. Ogni curva regala una sorpresa: una villa settecentesca, un vecchio mulino, un ponticello in legno. Casale, Quarto e la Laguna: il finale in bellezza Proseguendo verso sud-est, si incontrano Casale sul Sile e Quarto d’Altino, due paesi che conservano l’atmosfera della campagna veneta e offrono buone occasioni per una sosta gastronomica. Dai casoni di pesca ai vigneti del Piave, il paesaggio si fa più aperto e luminoso. L’itinerario culmina con l’arrivo a Jesolo, alle porte della laguna veneta, dove il fiume abbraccia il mare. Consigli pratici Difficoltà: facile, prevalentemente pianeggiante. Lunghezza: circa 50 km. Fondo: misto asfalto e sterrato compatto, adatto anche a bici da gravel e bici da corsa. Segnaletica: presente e chiara lungo tutto il percorso. Quando andare: primavera e inizio autunno sono ideali, ma è percorribile tutto l’anno. Il percorso lungo il Sile è molto più di una semplice escursione in bicicletta: è un’immersione lenta e rispettosa in un Veneto autentico, dove ogni pedalata racconta una storia. Un viaggio adatto a tutti, che unisce la bellezza della natura alla scoperta di un territorio spesso dimenticato dalle rotte turistiche più battute. E alla fine del tragitt Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane fa

    La Tredicesima Tappa: Rovigo-Vicenza, Una Sfida tra Pianura e Colline Venerdì 23 maggio, il Giro d’Italia vivrà una tappa che promette di essere tanto interessante quanto impegnativa. La tredicesima tappa partirà da Rovigo e si concluderà a Vicenza, un percorso di 180 km che saprà mettere alla prova i ciclisti su un terreno variegato, che alterna tratti pianeggianti e salite selettive. Il Percorso: Pianura e Colline in Alternanza Il tracciato si apre con una fase iniziale che lambisce i Colli Euganei e introduce la prima difficoltà significativa: la salita al Passo Roverello. Questa ascesa di 4 km al 6,1%, con punte che arrivano al 12%, rappresenta un primo test di resistenza, soprattutto per i corridori che puntano a mantenere una posizione di rilievo nella classifica generale. La salita non è lunga, ma la pendenza, soprattutto nelle sue parti più ripide, potrebbe creare i primi distacchi tra i protagonisti della corsa. Una volta superato il Passo Roverello, il percorso si fa decisamente più facile, con un lungo tratto di circa 80 km di terreno pianeggiante che attraversa la pianura veneta, dando una tregua ai ciclisti. Questo tratto offre l’opportunità per i team di controllare la corsa e consentire ai velocisti di recuperare energie prima di entrare nella fase decisiva della tappa. I Colli Berici: Il Cuore della Selezione Il percorso cambia drasticamente all’approccio dei Colli Berici, una zona che presenta un mix di salite brevi ma intense. La prima difficoltà è Pozzolo, una salita di 1,2 km all’8%, con punte che arrivano fino al 13%, seguita da Garzola, un altro tratto difficile di 600 m al 9%. Queste salite potrebbero favorire gli scalatori più forti, ma sono solo un antipasto rispetto alla salita di San Giovanni in Monte, il Gran Premio della Montagna (GPM) di giornata. La salita di San Giovanni in Monte è lunga 5 km, con una pendenza media del 6,6%, ma con un tratto iniziale che tocca punte vicine al 14%. La sezione più dura, con quasi 3 km al 8,5%, rappresenta un momento decisivo nella tappa, dove i corridori che vorranno essere protagonisti devono essere pronti a rispondere a qualsiasi attacco. La Fase Finale: Il Montaggio verso Vicenza Dopo la discesa da San Giovanni in Monte, mancheranno ancora 38,4 km all’arrivo a Vicenza. Tuttavia, i ciclisti non saranno ancora fuori pericolo, poiché incontreranno un ulteriore tratto di salita con il Monte Berico, una salita breve ma intensa di 1,1 km al 7,5%, con punte fino al 12%, che metterà alla prova le gambe dei corridori. Il vero banco di prova arriverà con lo strappo di Arcugnano, una salita di 1,6 km al 7,7%, con punte al 13% a 10,4 km dall’arrivo. Questa parte del percorso è fondamentale, non solo per l’asprezza della salita, ma anche per la presenza degli abbuoni, che potrebbero essere decisivi per gli uomini di classifica. Un Finale Piuttosto Impegnativo Il finale della tappa di Vicenza è caratterizzato da un percorso che non favorisce un arrivo in volata di gruppo compatto. Le salite impegnative degli ultimi chilometri potrebbero favorire attacchi isolati o un arrivo di gruppo ristretto. I velocisti più puri dovranno affrontare questo finale con molta attenzione, perché il percorso ondulato e le salite negli ultimi 30 km potrebbero spezzare ogni possibilità di una Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 1 giorno fa

    Gallipoli pedala verso il futuro: approvata la prima pista ciclabile cittadina sul litorale nord Un nuovo passo verso una mobilità più sostenibile e una valorizzazione del paesaggio costiero: il Comune di Gallipoli ha ufficialmente approvato il progetto definitivo per la realizzazione della prima pista ciclabile cittadina. L’infrastruttura sorgerà lungo il suggestivo litorale nord, tratto strategico per il turismo e il tempo libero, e rappresenta una svolta attesa da anni. Il tracciato, che si snoderà parallelamente al litorale, è pensato per connettere alcune delle zone più frequentate della città, offrendo una valida alternativa al traffico automobilistico, soprattutto nei mesi estivi. Il progetto prevede la creazione di un percorso sicuro, delimitato e accessibile, che collegherà punti nevralgici come la litoranea di Rivabella, Lido San Giovanni e altre aree a forte vocazione turistica e balneare. “Siamo molto soddisfatti di questo traguardo,” ha dichiarato il sindaco di Gallipoli. “La nuova pista ciclabile è il primo tassello di una più ampia visione di città green e attenta ai bisogni di residenti e visitatori. Puntiamo a incentivare gli spostamenti dolci e a restituire centralità alla fruizione lenta del nostro territorio.” Il progetto ha ottenuto il via libera anche grazie a fondi regionali destinati alla mobilità sostenibile, con un investimento complessivo che si aggira intorno ai 600 mila euro. I lavori partiranno entro la fine dell’anno e si concluderanno, secondo il cronoprogramma, prima dell’estate 2026. Grande attenzione è stata riservata anche all’aspetto paesaggistico: materiali ecocompatibili, illuminazione a basso impatto energetico e una segnaletica moderna accompagneranno il percorso, senza alterare l’equilibrio naturale della costa. L’iniziativa si inserisce in una strategia più ampia volta a ridisegnare la mobilità urbana, riducendo l’impronta ambientale e promuovendo uno stile di vita attivo. Una scelta che guarda al futuro, in armon Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 1 giorno fa

    La Dodicesima Tappa: Dalle Colline Matildiche alla Pianura del Po Il 22 maggio, il Giro d’Italia proseguirà con una tappa che metterà alla prova i ciclisti prima sui colli e poi sulle strade piane della Bassa Pianura Padana. Con partenza da Modena e arrivo a Viadana (Oglio-Po), il percorso di 172 km sarà caratterizzato da una prima parte impegnativa sulle colline, seguita da un tratto pianeggiante che terminerà in un finale che si preannuncia spettacolare, ideale per i velocisti. La Prima Parte: Le Colline Matildiche La tappa si apre con oltre 70 km di salite sulle colline matildiche, una delle zone più affascinanti e impegnative della regione. Qui, i corridori dovranno affrontare un dislivello di oltre 1.500 metri, con due Gran Premi della Montagna (GPM) che decideranno il passo da mantenere nella parte iniziale della tappa. Il primo GPM si trova a Baiso, una salita di 5 km al 6% con punte che arrivano fino al 11%, un test non indifferente per chi spera di restare a contatto con i primi. Il secondo GPM si trova a Borsea, una salita di 4 km al 5,2%, con pendenze che raggiungono il 12%. Queste salite metteranno sicuramente sotto pressione i corridori, con i più forti scalatori che cercheranno di staccare il gruppo principale e fare la differenza. La Pianura Padana: Terreno per i Velocisti Una volta superate le colline, la strada si farà decisamente più semplice. I ciclisti affronteranno circa 70 km di terreno pianeggiante che li porteranno nella bassa pianura. Questo tratto offre un respiro di sollievo, ma allo stesso tempo è un’occasione per gli altri corridori di recuperare energie prima dell’entrata nella fase finale della tappa. Il passaggio sopra il fiume Po segnerà una transizione importante, portando i ciclisti verso un circuito finale di 26,6 km, da percorrere una sola volta. Questa sezione si snoda su strade larghe e diritte, perfette per i velocisti. La mancanza di curve strette o tratti insidiosi favorisce una volata finale, ma attenzione alla curva a sinistra a 500 metri dal traguardo, che potrebbe rendere la volata decisiva per chi cerca di lanciarsi al meglio nella corsa al traguardo. Il Finale: Una Volata per i Velocisti Con una sezione finale che favorisce i velocisti, la tappa si concluderà probabilmente con una volata di gruppo o un gruppo ristretto. Il percorso rettilineo e privo di curve impegnative dà l’opportunità ai velocisti di prepararsi per lo sprint finale, ma l’ultima curva potrebbe cambiare le dinamiche della corsa, con qualche attaccante che cercherà di anticipare il gruppo prima dell’u Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 2 giorni fa

    L'UNDICESIMA Tappa: La Montagna in Toscana e Emilia Romagna Il 21 maggio, il Giro d’Italia affronterà una delle sue tappe più impegnative e spettacolari, con un percorso che va da Viareggio a Castelnovo ne’ Monti, in Emilia Romagna. Con i suoi 186 km e un dislivello di 3.850 metri, questa frazione rappresenta un banco di prova fondamentale per i contendenti della classifica generale, che dovranno affrontare un tracciato che mescola pianura, salite ripide e discese tecniche. Un Percorso Difficile e Selettivo La tappa si divide in due parti nettamente distinte: la prima fase è relativamente più tranquilla, con un percorso in leggera ascesa fino a Castelnuovo Garfagnana, che consente ai corridori di guadagnare terreno prima delle difficoltà vere e proprie. Fino a quel punto, le salite non sono particolarmente ripide e i corridori potranno mantenere un ritmo regolare, senza troppe difficoltà. Tuttavia, la seconda parte del percorso è tutt’altro che semplice. Dopo il passaggio a Castelnuovo Garfagnana, il tracciato inizia a farsi più impegnativo, con salite dure e discese tecniche che metteranno alla prova anche i ciclisti più esperti. Le strade di montagna, con curves strette e saliscendi, sono pronte a trasformarsi in un terreno di battaglia, dove ogni mossa può risultare determinante. La salita più temuta è quella di San Pellegrino in Alpe, un’ascesa che presenta pendenze che toccano il 20%, destinata a spezzare la resistenza dei corridori più deboli. A seguire, le salite di Toano e della Pietra di Bismantova contribuiranno a incrementare la difficoltà, fino all’arrivo a Castelnovo ne’ Monti, ultima tappa di questa selettiva frazione. Gli Ultimi Kilometri: Un Colpo di Scena Mentre i corridori si avvicinano a Castelnovo ne’ Monti, l’ultimo chilometro diventa un autentico test di resistenza mentale e fisica. Dopo una breve discesa, la strada riprende a salire con una rampa che preannuncia la difficoltà finale. L’ultimo chilometro, interamente in salita, è particolarmente insidioso, con una retta finale di 100 metri su asfalto, stretta e ripida. Sarà proprio qui che alcuni dei favoriti potrebbero cercare l’attacco decisivo, mentre altri cercheranno di mantenere il loro passo per arrivare al traguardo. Una Tappa Cruciale per la Classifica Generale La undicesima tappa del Giro si preannuncia come una delle più decisive nella lotta per la maglia rosa. Il percorso, che attraversa le colline toscane e le montagne emiliane, rappresenta un’opportunità per gli scalatori di fare la differenza, mentre i contendenti per la classifica generale dovranno restare concentrati per non perdere terreno. La selettività del tracciato potrebbe portare a scossoni significativi nella graduatoria, con i distacchi che potrebbero aumentare sensibilmente nelle fasi finali della corsa.Questa tappa segnerà, inoltre, la fine del Giro in Toscana, un passaggio simbolico per una corsa che sta per entrare nella sua fase più difficile. Con un dislivello importante e salite al limite, la frazione è destinata a rappresentare un crocevia per chi sogna di indossare la maglia rosa al term Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 3 giorni fa

    Una nuova pista ciclabile collegherà Mappano a Torino: inaugurazione il 24 maggio Una nuova arteria verde per la mobilità sostenibile è pronta a collegare Mappano a Torino. Verrà inaugurata ufficialmente venerdì 24 maggio la pista ciclabile che rappresenta un tassello strategico per incentivare gli spostamenti su due ruote tra il comune mappanese e il capoluogo piemontese. Il tracciato, lungo 1.420 metri, è stato completato in sei mesi di lavori e consentirà a ciclisti e pedoni di muoversi in sicurezza lungo un percorso moderno e integrato. L’opera nasce dalla collaborazione tra il Comune di Mappano, la Città Metropolitana di Torino e la Regione Piemonte, che hanno lavorato fianco a fianco per trasformare un progetto atteso da anni in realtà. Con un investimento complessivo di 446.000 euro, la realizzazione è stata resa possibile grazie a un finanziamento di 300.000 euro a fondo perduto messo a disposizione dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, tramite la Regione Piemonte. A questi si aggiungono 146.000 euro provenienti dalla Città Metropolitana e da fondi propri del Comune. “È un’infrastruttura fondamentale non solo per la mobilità alternativa, ma anche per la qualità della vita dei cittadini”, ha dichiarato il sindaco di Mappano, sottolineando l’importanza di collegamenti ciclabili sicuri e ben progettati in un’ottica di sviluppo sostenibile. La nuova pista si inserisce in un piano più ampio di valorizzazione della mobilità dolce nell’area metropolitana torinese, con l’obiettivo di ridurre il traffico veicolare e promuovere stili di vita più sani e rispettosi dell’ambiente. L’inaugurazione sarà anche un’occasione per festeggiare Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 3 giorni fa

    La decima tappa: la cronometro di Lucca-Pisa accende la sfida tra i big Martedì 20 maggio, il Giro d’Italia propone la sua seconda e ultima cronometro individuale: 28,6 km tra Lucca e Pisa che, pur non presentando particolari difficoltà altimetriche, possono incidere pesantemente sugli equilibri della classifica generale. Un appuntamento chiave per i pretendenti alla maglia rosa, soprattutto per chi sa guadagnare sul passo. La partenza avviene da un luogo iconico: le storiche Mura di Lucca. Da lì, i corridori si dirigono verso il Foro di San Giuliano, attraversano San Giuliano Terme e costeggiano l’acquedotto Mediceo, in un percorso prevalentemente pianeggiante ma con una breve ascesa intermedia che potrebbe spezzare il ritmo. L’arrivo, suggestivo e turistico, è fissato in Piazza dei Miracoli a Pisa, proprio accanto alla celebre Torre Pendente, offrendo un colpo d’occhio unico nel panorama ciclistico mondiale. Cronometro tecnica, tra velocità e gestione dello sforzo La tappa richiede capacità di gestione dello sforzo, una posizione aerodinamica perfetta e abilità nel leggere le traiettorie sulle larghe strade urbane e extraurbane. Il percorso è disegnato per esaltare i cronomen puri, ma anche i corridori completi con buone doti di fondo e regolarità potranno limitare i danni. Con la prima settimana alle spalle e due tappe di montagna impegnative appena archiviate, questa cronometro arriva in un momento cruciale: gambe affaticate, concentrazione necessaria, e ogni secondo che pesa come oro. Per alcuni sarà l’occasione per balzare in testa alla classifica; per altri, una giornata di resistenza in attesa delle Alpi. Una cartolina del Giro tra arte, storia e ciclismo Il connubio tra sport e cultura trova una delle sue espressioni più forti in questa tappa. La Toscana fa da cornice a una prova ad alto contenuto tecnico ma anche estetico: due città d’arte, un paesaggio iconico e l’arrivo in uno dei luoghi più fotografati d’Italia. La decima tappa del Giro 2025 è più di una semplice cronometro: è una tappa da specialisti, ma anche una finestra aperta sulla bellezza del nostro Paese e sull’anima moderna del ciclismo. Da Lucca a Pisa, sarà il cronometro a parlare. E potrebbe p Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 4 giorni fa

    La Costa Azzurra in bicicletta. La Costa Azzurra, con la sua combinazione di panorami mozzafiato e un clima piacevole tutto l’anno, è il luogo ideale per esplorare in bicicletta. Questo angolo di paradiso nel sud della Francia offre una varietà di percorsi adatti a tutti i livelli di ciclisti, dalle tranquille passeggiate lungomare alle impegnative salite di montagna. Uno dei percorsi più affascinanti è il tratto che va da Nizza a Monaco. Pedalando lungo la Promenade des Anglais, i ciclisti possono godere della vista del mare cristallino a sinistra e delle eleganti facciate degli hotel a destra. Proseguendo verso est, si attraversano villaggi pittoreschi come Villefranche-sur-Mer e Beaulieu-sur-Mer, dove una sosta è d’obbligo per assaporare un caffè o un gelato artigianale. Per gli amanti delle sfide, la salita al Col de la Madone offre un’esperienza indimenticabile. Questo percorso, reso famoso da ciclisti professionisti, offre panorami spettacolari sulla costa e un senso di realizzazione una volta raggiunta la vetta. Da lì, la discesa verso Mentone è pura adrenalina, con tornanti che richiedono abilità e concentrazione. Oltre ai paesaggi costieri, la Costa Azzurra offre anche percorsi tra le colline e le montagne dell’entroterra. Il Parco Nazionale del Mercantour, ad esempio, è un paradiso per i ciclisti più esperti, con sentieri che attraversano foreste ombrose e prati alpini, e offrono incontri ravvicinati con la fauna locale, come camosci e aquile. Indipendentemente dal percorso scelto, la Costa Azzurra in bicicletta promette un’avventura ricca di emozioni, bellezza naturale e cultura locale. Che tu sia un ciclista esperto o un principiante, questo angolo di Francia ti offrirà ricordi indimenticabili e una vogli Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 4 giorni fa

    La Ciclovia della Mosella La Ciclovia della Mosella (Moselradweg) è uno dei percorsi cicloturistici più affascinanti della Germania, che invita i viaggiatori a pedalare lungo uno dei fiumi più suggestivi d’Europa. Tra vigneti che si arrampicano sulle colline, borghi medievali e paesaggi naturali mozzafiato, questo percorso offre un’esperienza unica, perfetta per chi ama unire sport, natura e cultura. Il percorso: da Perl a Coblenza lungo il fiume Mosella La Ciclovia della Mosella si estende per circa 248 km, partendo da Perl, al confine con la Francia e il Lussemburgo, fino a Coblenza, dove la Mosella confluisce nel Reno. Questo itinerario segue il corso del fiume attraverso la Renania-Palatinato, una delle regioni vinicole più rinomate della Germania. Il percorso è prevalentemente pianeggiante e ben segnalato, rendendolo adatto a ciclisti di ogni livello, comprese famiglie con bambini. Un viaggio attraverso borghi medievali e vigneti Pedalare lungo la Ciclovia della Mosella significa attraversare un paesaggio unico, dove storia e natura si fondono armoniosamente. Lungo il percorso si incontrano incantevoli cittadine medievali come Trier (Treviri), considerata la città più antica della Germania, con i suoi monumenti romani come la Porta Nigra e l’anfiteatro. Da qui, la strada si snoda lungo il fiume, regalando panorami da cartolina. Altra tappa imperdibile è Bernkastel-Kues, famosa per le sue case a graticcio e per la sua lunga tradizione vinicola. È il luogo perfetto per una pausa, magari sorseggiando un bicchiere di vino locale, come il celebre Riesling, prodotto proprio in queste terre. Cultura del vino e tradizioni locali La Mosella è conosciuta non solo per i suoi paesaggi pittoreschi, ma anche per la sua antica tradizione vinicola. Lungo il percorso, si può fare tappa presso numerose cantine che offrono degustazioni di vini pregiati, principalmente a base di Riesling. Pedalare tra i filari di vigneti che si arrampicano sui pendii scoscesi delle colline è una delle esperienze più gratificanti del percorso. In molte delle cittadine attraversate dalla ciclovia, soprattutto nei mesi estivi e autunnali, si tengono festival del vino che celebrano la cultura locale, dando ai cicloturisti l’opportunità di immergersi nella vita del posto e di scoprire i sapori tipici della regione. Un percorso adatto a tutti Uno dei principali punti di forza della Ciclovia della Mosella è la sua accessibilità. Il tracciato, infatti, è ben mantenuto e perlopiù pianeggiante, rendendolo perfetto anche per i ciclisti meno esperti. È possibile dividere il percorso in tappe giornaliere, grazie alla presenza di numerosi punti di sosta e alloggi, che spaziano da campeggi a pensioni tradizionali, fino ad agriturismi immersi nei vigneti. Per chi desidera un’esperienza più tranquilla, è possibile noleggiare biciclette elettriche, molto diffuse lungo il percorso, per affrontare il tragitto senza fatica e godersi appieno i paesaggi circostanti. Coblenza: la conclusione perfetta del viaggio Il viaggio lungo la Ciclovia della Mosella si conclude a Coblenza, una delle città più antiche della Germania, situata alla confluenza dei fiumi Reno e Mosella. Qui, nel suggestivo angolo detto Deutsches Eck (angolo tedesco), i due fiumi si incontrano, creando uno spettacolo naturale di grande bellezza. Coblenza è una città vivace, ricca di storia e monumenti, come la Fortezza di Ehrenbreitstein, che domina la città dall’a Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 5 giorni fa

    Roma pedala verso il futuro: inaugurata la ciclabile Monte Ciocci – San Pietro Un nuovo tratto ciclabile di 1,5 chilometri apre una via verde tra Monte Mario e San Pietro, ridisegnando la mobilità urbana nel quadrante nord-ovest della Capitale. È stata ufficialmente inaugurata la pista ciclabile Monte Ciocci – San Pietro, un’opera strategica che rafforza l’impegno della città per una mobilità sostenibile e integrata, capace di connettere quartieri, trasporti pubblici e storia. Realizzata con un investimento di 6,7 milioni di euro, finanziato tramite i fondi giubilari, l’infrastruttura rappresenta più di un semplice prolungamento: è un tassello fondamentale nel puzzle della Roma ciclabile. Il nuovo tratto si innesta infatti sui cinque chilometri già esistenti che collegano Monte Mario a Monte Ciocci, creando un unico percorso che consente ai ciclisti di attraversare aree verdi, quartieri residenziali e perfino un antico tunnel ferroviario, fino ad arrivare a Valle Aurelia, snodo strategico con accesso diretto alla Linea A della metropolitana e ai treni regionali. La nuova ciclabile si sviluppa lungo un itinerario ricco di riferimenti urbanistici e culturali: parte dall’ospedale San Filippo Neri, costeggia la stazione Monte Mario, prosegue accanto al Policlinico Gemelli e attraversa la zona della stazione Balduina, per poi sfociare nel Parco di Monte Ciocci, un balcone verde con vista privilegiata sulla Cupola di San Pietro. Da lì, il percorso scende verso Via Anastasio II e si collega con la rete di trasporto di Valle Aurelia. Non solo mobilità quotidiana: il tracciato appena inaugurato si intreccia anche con la Via Francigena, l’antico cammino dei pellegrini che giunge fino al cuore di Roma. Una connessione simbolica che unisce passato e futuro, spiritualità e sostenibilità, in un unico filo d’asfalto percorribile a pedali. L’opera è stata accolta con favore da cittadini, associazioni e istituzioni. L’infrastruttura ciclabile rappresenta un passo importante per decongestionare il traffico urbano, promuovere stili di vita più sani e offrire un’alternativa concreta al trasporto motorizzato. Con l’estensione Monte Ciocci – San Pietro, Roma dimostra che la bicicletta non è solo un mezzo di svago, ma può diventare una vera protagonista della mobilità quotidiana. E, soprattutto, che anche Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 5 giorni fa

    La nona tappa: da Gubbio a Siena tra salite, polvere e spettacolo Domenica 18 maggio il Giro d’Italia propone agli appassionati una frazione che promette scintille: la nona tappa, da Gubbio a Siena, misura 181 chilometri e presenta un dislivello complessivo di circa 2.500 metri. Non sarà forse decisiva per la classifica generale, ma sarà senz’altro un banco di prova tecnico e spettacolare, che potrebbe lasciare il segno su gambe e ambizioni. Il tracciato si snoda tra le colline dell’Umbria e della Toscana, con continui saliscendi e un’insidia che da sola potrebbe bastare a stravolgere le carte: quasi 30 chilometri di strade bianche, suddivisi in quattro settori iconici. Si parte con gli 8 km di Salti, per poi affrontare i 9,3 km di Serravalle e i 9,4 km di San Martino in Grania, fino al breve ma insidioso tratto di Monteaperti (600 metri), a pochi chilometri dall’arrivo. Il tratto finale è da classica del Nord: a 15 km dal traguardo si staglia il Colle Pinzuto, salita di 2,4 km con punte del 15%, spesso decisiva nelle Strade Bianche. Ma è l’ultimo chilometro a fare davvero la differenza: la rampa della Porta di Fontebranda (16% di pendenza massima) può far esplodere la corsa proprio sul filo di lana, prima del suggestivo ingresso in Piazza del Campo, cuore pulsante di Siena e cornice ideale per un arrivo dal forte impatto emotivo. La tappa richiama volutamente la celebre classica toscana, unendo tratti sterrati e pendenze esigenti, che esaltano le doti tecniche e di guida oltre alla pura potenza. È il terreno ideale per cacciatori di tappe, finisseurs di classe, e magari anche per qualche big della generale in cerca di gloria e secondi preziosi. Un test tecnico, fisico e mentale Gli uomini di classifica dovranno tenere alta la guardia: le strade bianche non perdonano distrazioni, una foratura o una caduta possono costare caro. Ma questa è anche la giornata giusta per gli specialisti delle corse di un giorno, pronti a sfruttare l’occasione e l’incertezza del fondo per anticipare il gruppo. Difficile fare pronostici, facile immaginare spettacolo. Le previsioni parlano di meteo asciutto, ma la polvere e le pendenze potrebbero essere sufficienti a creare selezione e a regalare al pubblico uno degli arrivi più emozionanti di questo Giro.Chi saprà domare la polvere e spingere forte sulle rampe senesi? La risposta arriverà solo sul pavé di Piazza del Campo, dove ogni secondo conquistato sarà il frutto di talento, coraggio Continua a leggere

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