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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 6 giorni fa
La nona tappa: da Gubbio a Siena tra salite, polvere e spettacolo
Domenica 18 maggio il Giro d’Italia propone agli appassionati una frazione che promette scintille: la nona tappa, da Gubbio a Siena, misura 181 chilometri e presenta un dislivello complessivo di circa 2.500 metri. Non sarà forse decisiva per la classifica generale, ma sarà senz’altro un banco di prova tecnico e spettacolare, che potrebbe lasciare il segno su gambe e ambizioni. Il tracciato si snoda tra le colline dell’Umbria e della Toscana, con continui saliscendi e un’insidia che da sola potrebbe bastare a stravolgere le carte: quasi 30 chilometri di strade bianche, suddivisi in quattro settori iconici. Si parte con gli 8 km di Salti, per poi affrontare i 9,3 km di Serravalle e i 9,4 km di San Martino in Grania, fino al breve ma insidioso tratto di Monteaperti (600 metri), a pochi chilometri dall’arrivo. Il tratto finale è da classica del Nord: a 15 km dal traguardo si staglia il Colle Pinzuto, salita di 2,4 km con punte del 15%, spesso decisiva nelle Strade Bianche. Ma è l’ultimo chilometro a fare davvero la differenza: la rampa della Porta di Fontebranda (16% di pendenza massima) può far esplodere la corsa proprio sul filo di lana, prima del suggestivo ingresso in Piazza del Campo, cuore pulsante di Siena e cornice ideale per un arrivo dal forte impatto emotivo. La tappa richiama volutamente la celebre classica toscana, unendo tratti sterrati e pendenze esigenti, che esaltano le doti tecniche e di guida oltre alla pura potenza. È il terreno ideale per cacciatori di tappe, finisseurs di classe, e magari anche per qualche big della generale in cerca di gloria e secondi preziosi. Un test tecnico, fisico e mentale Gli uomini di classifica dovranno tenere alta la guardia: le strade bianche non perdonano distrazioni, una foratura o una caduta possono costare caro. Ma questa è anche la giornata giusta per gli specialisti delle corse di un giorno, pronti a sfruttare l’occasione e l’incertezza del fondo per anticipare il gruppo. Difficile fare pronostici, facile immaginare spettacolo. Le previsioni parlano di meteo asciutto, ma la polvere e le pendenze potrebbero essere sufficienti a creare selezione e a regalare al pubblico uno degli arrivi più emozionanti di questo Giro.Chi saprà domare la polvere e spingere forte sulle rampe senesi? La risposta arriverà solo sul pavé di Piazza del Campo, dove ogni secondo conquistato sarà il frutto di talento, coraggio Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane fa
LA RINASCITA DELLE FERROVIE DISMESSE: QUANDO LA BICICLETTA RIPORTA IN VITA IL PASSATO
Una volta correvano i treni. Ora scorrono biciclette, lentamente, silenziosamente, con un rispetto quasi religioso per quei binari ormai coperti d’erba. Le ferrovie dismesse, simboli di un’Italia industriale che non c’è più, stanno vivendo una seconda giovinezza grazie al cicloturismo. Negli ultimi dieci anni, in tutta Europa e anche nel nostro Paese, le “greenways” – percorsi ciclabili ricavati da tracciati ferroviari abbandonati – sono diventate il cuore pulsante di una nuova idea di viaggio. Lento, sostenibile, immersivo. Binari che univano, ruote che raccontano La bellezza delle ex ferrovie sta tutta lì: non sono solo strade. Sono narrazioni. Hanno collegato paesi, trasportato operai, separato famiglie durante le guerre, unito innamorati in tempo di pace. Oggi, pedalare lungo quei tracciati è come sfogliare un libro di storia con il vento tra i capelli. In Piemonte, la Via del Riso e del Vino collega Vercelli ad Asti lungo un vecchio percorso ferroviario. In Toscana, la Ciclopista del Trammino ricalca i binari che un tempo portavano i bagnanti da Pisa al mare. E poi ci sono la Ciclovia della Val di Fiemme e Fassa, la Ferrovia Spoleto-Norcia, o il percorso che da Palazzolo Acreide scende verso la costa siracusana. Un turismo che porta ossigeno Oltre al fascino romantico, queste ciclabili rappresentano un’opportunità economica concreta per le aree interne. Agriturismi, bed & breakfast, piccoli bar: quando passano i cicloturisti, si fermano, spendono, raccontano. È un turismo che non consuma, ma genera valore. Senza rumore, senza fretta, senza cemento. Il futuro? Pedala su rotaie Secondo Legambiente, in Italia ci sono ancora oltre 7.000 km di ferrovie dismesse. Una miniera d’oro per chi crede in un futuro fatto di due ruote, silenzi e scoperte. Servono investimenti, certo. Ma anche una visione.Perché dove un tempo passava un treno, oggi può nascere una nuova forma di libertà. E ogni pedalata, su quei vecchi t Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane fa
L'ottava tappa: da Giulianova a Castelraimondo, un tappone appenninico da brividi
Il Giro d’Italia entra nel vivo e lo fa con una delle frazioni più impegnative della prima metà della corsa: sabato 17 maggio si disputa l’ottava tappa, 197 km da Giulianova a Castelraimondo, lungo le irte dorsali dell’Appennino centrale. Una giornata di pura montagna, senza respiro, con un dislivello che sfiora i 3.800 metri e nessun tratto pianeggiante. Un profilo altimetrico che è un’autentica sega dentata, ideale per gli scalatori e per chi punta alla maglia rosa. Si parte dal litorale abruzzese, ma è solo un breve assaggio di pianura: dopo pochi chilometri si inizia a salire e non si smette più. Il tracciato si snoda tra le montagne dell’Abruzzo e delle Marche, in una sequenza ininterrotta di salite, discese tecniche e falsopiani spezzagambe. Le vallate appenniniche offrono paesaggi spettacolari, ma ai corridori lasciano solo fatica. La tappa attraversa borghi storici e aree interne spesso trascurate dal grande ciclismo, regalando al pubblico anche un racconto del territorio. Ma sarà sul piano sportivo che il palcoscenico si accenderà: è questa una delle prime vere giornate da classifica, in cui i big dovranno uscire allo scoperto o almeno evitare di perdere terreno. Il finale in salita a Castelraimondo – già teatro in passato di arrivi spettacolari – promette un’ultima selezione decisiva. Chi avrà speso troppo nelle salite precedenti potrebbe pagare dazio. Le pendenze non sono estreme, ma il logorio dei chilometri precedenti potrebbe fare la differenza. Una tappa da grandi firme Le caratteristiche di questa frazione la rendono ideale per chi cerca il colpo da lontano, ma anche per gli uomini di classifica che vogliono iniziare a mettere in riga gli avversari. Le squadre dovranno dosare bene le forze, gestire le energie e soprattutto proteggere i propri leader nel caos delle salite e d Continua a leggere -
Il profilo di Speed Stars è stato aggiornato 3 settimane fa
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 1 giorno fa
Nuova spinta alla mobilità sostenibile: proseguono i lavori sulla pista ciclo-pedonale "Ciclo Ovest"
Rimini– Dopo la conclusione delle opere strutturali del primo tratto della pista ciclo-pedonale “Ciclo Ovest 1”, che attraversa la nuova rotatoria tra la statale 16 e la statale 72 in direzione San Marino, i cantieri si spostano ora più a monte, tra via Arno e via Bidente, per completare una nuova porzione dell’infrastruttura verde. Il progetto rientra in una più ampia strategia di potenziamento della rete ciclopedonale urbana e metropolitana, con l’obiettivo di incentivare forme di mobilità dolce e sostenibile. La nuova tratta, ancora in fase di completamento, collegherà il quartiere Villaggio Primo Maggio al Parco della Cava, offrendo un collegamento sicuro e accessibile a ciclisti e pedoni. Attualmente, gli interventi si concentrano sulla posa dei cordoli di delimitazione, l’installazione delle recinzioni di confine e l’impianto dell’illuminazione pubblica, pensata per garantire visibilità e sicurezza anche nelle ore serali. Una volta terminata questa fase, si procederà con l’installazione di una staccionata lungo il torrente Ausa, un accorgimento utile sia dal punto di vista estetico che funzionale. L’ultima fase prevede l’asfaltatura del percorso, cui seguirà la pigmentazione del manto stradale. Questa scelta, oltre a una questione estetica, punta a mantenere la coerenza cromatica con le altre piste ciclabili già esistenti sul territorio, rendendo più omogeneo e riconoscibile il sistema della mobilità dolce cittadina. L’intervento si inserisce in un contesto di crescente attenzione per l’ambiente urbano, con l’obiettivo dichiarato di favorire la mobilità attiva, ridurre il traffico veicolare e migliorare la qualità dell’aria. Un passo avanti importante per una Rim Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 1 giorno fa
Settima tappa: da Castel di Sangro a Tagliacozzo, il primo vero esame per gli uomini di classifica
Venerdì 16 maggio il Giro d’Italia propone un banco di prova severissimo per gli uomini di classifica: la settima tappa, da Castel di Sangro a Tagliacozzo, misura 168 km ma cela un dislivello monstre di circa 3.500 metri. Un tappone appenninico a tutti gli effetti, con cinque Gran Premi della Montagna, pendenze selettive e un arrivo in salita che potrebbe già offrire un primo verdetto sulla forma dei grandi favoriti. Il via da Castel di Sangro coincide con l’inizio delle ostilità. Dopo pochissimi chilometri, la corsa affronta la salita di Roccaraso (7,4 km al 6,1%), già terreno per attacchi o accelerazioni da parte delle squadre più ambiziose. A seguire, l’ascesa breve ma intensa de La Forchetta (1,7 km all’8%) e soprattutto il Monte Urano, 4,5 km al 9,3%, vera spina dorsale della prima parte di giornata. Ma è nel cuore della tappa che si cela la salita più lunga: il Vado della Forcella, 21,6 km classificati di seconda categoria, con tratti duri e continui cambi di ritmo che spezzeranno il gruppo. Dopo la discesa su Ovindoli e il falsopiano di transizione, l’arrivo a Tagliacozzo sarà tutt’altro che morbido: la salita conclusiva è lunga 12,6 km al 5,4%, ma gli ultimi 2,6 km, con pendenze medie del 9,1%, potrebbero rivelarsi decisivi. Una tappa spartiacque Il percorso non lascia spazio a respiro né a strategie attendiste: chi vorrà vestire di rosa a Roma dovrà iniziare a mettersi in mostra. I distacchi potrebbero essere contenuti, ma psicologicamente il segnale sarà forte: chi cede oggi, rischia di compromettere l’intero Giro. Dal punto di vista tattico, la tappa è perfetta anche per fughe da lontano, specie se il gruppo dei big si osserverà fino all’ultima salita. Ma è più probabile che le squadre dei leader vogliano sfruttare il terreno duro per mettere alla prova gli avversari. L’Abruzzo si conferma terra di grandi sfide ciclistiche Dopo il debutto con tappe collinari e mosse, questa è la prima vera frazione di montagna, in uno scenario naturale spettacolare, nel cuore dell’Appennino centrale. L’arrivo a Tagliacozzo, tra suggestione storica e fatica agonistica, farà da cornice a un confronto serrato tra i protagonisti del Continua a leggere -
Il profilo di Dan Jarvis è stato aggiornato 3 settimane, 1 giorno fa
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 1 giorno fa
Scontro frontale tra ciclisti a Spini di Gardolo: 79enne in gravi condizioni
Un tratto di pista ciclabile tranquillo, immerso nella routine del giovedì mattina, si è trasformato in pochi istanti in teatro di un drammatico incidente. Due ciclisti, diretti in senso opposto, si sono scontrati violentemente poco prima delle 11, in località Spini di Gardolo, nei pressi del ponte dell’autostrada, non lontano dalla casa circondariale.L’impatto è stato tanto improvviso quanto violento: entrambi sono finiti sull’asfalto, uno di loro – un uomo di 79 anni – ha riportato traumi seri ed è in condizioni gravi. L’altro, anch’egli ferito, è stato immediatamente soccorso. Al momento non sono state rese note le generalità dei coinvolti.A lanciare l’allarme sono stati alcuni passanti, sorpresi dalla scena in una zona solitamente pacifica. In pochi minuti sono arrivati sul posto un’auto sanitaria, due ambulanze e le pattuglie della Polizia Locale Trento Monte Bondone, che ha avviato i rilievi per ricostruire la dinamica del sinistro.Un episodio che solleva interrogativi sulla sicurezza della mobilità dolce, in un momento in cui l’uso delle due ruote è in costante aumento. Restano da chiarire le cause dello scontro: velocità, distrazione o magari un punto cieco lungo il tracciato? Le indagini chiariranno.Intanto, l’area dell’incidente è rimasta parzialmente presidiata per consentire le operazioni di soccorso e i rilievi tecnici. La speranza è che le condizioni del ciclista anziano migliorino nelle prossime ore. Sullo sfondo, il silenzio insolito di una pista ciclabile c Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 2 giorni fa
Sesta tappa: da Potenza a Napoli, 227 km tra montagna e trappole urbane
Giovedì 15 maggio il Giro d’Italia affronta la sua tappa più lunga: 227 chilometri da Potenza a Napoli, in un mix tecnico di salita, discesa e un finale cittadino insidioso. Una giornata che promette di essere selettiva, dove resistenza, tattica e abilità si intrecciano. Il percorso: una lunga pedalata dal cuore della Basilicata al Tirreno La partenza da Potenza introduce subito un terreno nervoso: i primi 60 km sono caratterizzati dalla lunga ascesa al Valico di Monte Carruozzo, un GPM di 2ª categoria lungo quasi 20 km con pendenze a tratti superiori al 10%. È qui che potrebbero nascere le prime fughe di giornata. Dopo lo scollinamento, il gruppo si tuffa in discesa verso l’Irpinia, toccando Montella e Avellino, prima di affrontare l’ultima vera asperità: la salita di Monteforte Irpino, classificata 3ª categoria. Da quel punto in avanti, la corsa cambia volto. Napoli: un finale tecnico che può stravolgere i piani Gli ultimi 45 km sono ambientati nell’hinterland e nel centro urbano di Napoli, attraversando località come Baiano, Nola, Acerra e Casoria. L’arrivo in città impone un drastico cambio di ritmo: rotatorie, spartitraffico, tratti in pavé, curve a gomito e restringimenti. Un terreno tutt’altro che adatto a una volata canonica.Chi punterà alla vittoria dovrà saper leggere la corsa, evitare errori e gestire la posizione con intelligenza. I velocisti puri rischiano di pagare caro la fatica, mentre finisseur e corridori da classiche potrebbero approfittarne. Dettagli tecnici Data: giovedì 15 maggio 2025 Partenza: Potenza, ore 11:30 Arrivo previsto: Napoli, tra le 17:00 e le 17:30 Distanza: 227 km Dislivello complessivo: circa 2.600 metri GPM: Valico di Monte Carruozzo – 2ª categoria Monteforte Irpino – 3ª categoria Tattiche e scenari Non è una tappa per attendisti. Le squadre dei big dovranno vigilare sulle fughe, specie nella prima metà, mentre i team dei velocisti dovranno valutare con attenzione se controllare o lasciare spazio. Una volata a ranghi compatti non è esclusa, ma sarà tutto fuor Continua a leggere -
Il profilo di waylonwesley è stato aggiornato 3 settimane, 2 giorni fa
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 2 giorni fa
Trentino in bici: dove la bellezza si pedala lentamente
C’è un luogo in Italia dove la natura non si limita a fare da sfondo, ma diventa compagna di viaggio. Un territorio dove ogni curva racconta una storia, ogni salita regala silenzi e respiri profondi, ogni discesa spalanca orizzonti. È il Trentino, culla di cicloturismo d’eccellenza, terra di montagne maestose, laghi segreti e valli accoglienti. Qui, la bici non è solo sport: è un modo di vivere, di scoprire, di emozionarsi. Una sinfonia di paesaggi su due ruote In Trentino non si pedala: si scivola dentro una sinfonia di paesaggi. Le Dolomiti si alzano come quinte teatrali, immobili e imponenti, mentre sotto le ruote scorrono strade perfette, sentieri morbidi, ciclabili che sembrano pensate da un poeta. Le piste si insinuano tra vigneti ordinati come spartiti, attraversano ponti sospesi sul tempo, costeggiano fiumi che sussurrano antiche leggende. E ogni tanto, tra una pedalata e l’altra, appare un campanile, un maso, una piazza dove il tempo sembra essersi fermato. Ciclabili come racconti Impossibile parlare di cicloturismo in Trentino senza citare le sue perle: la Ciclabile dell’Adige, dorsale verde che unisce Trento, Rovereto e Bolzano in un viaggio tra castelli e cantine; la Valsugana, con il suo nastro d’asfalto che abbraccia il Lago di Caldonazzo prima di tuffarsi verso il Veneto, tra locande e acque termali. Ma ogni valle custodisce il suo percorso segreto, ogni bosco un sentiero per chi ama l’avventura lenta, il rumore dei pneumatici sulla ghiaia, il profumo di resina nell’aria. Tra fatica e meraviglia Qui la fatica si trasforma in bellezza. I passi alpini – Rolle, Mendola, Tonale – parlano agli appassionati come cattedrali della sfida. Ma il Trentino è anche dolcezza: percorsi per famiglie, e-bike che allungano i sogni, servizi pensati per chi cerca accoglienza e sostenibilità. Agriturismi bike-friendly, navette attrezzate, punti ristoro che profumano di polenta e funghi. Ogni dettaglio racconta una cultura dell’ospitalità autentica, discreta, perfetta per chi ama viaggiare con il cuore aperto. Viaggiare con l’anima leggera Il Cicloturismo, in fondo, è questo: un modo diverso di stare nel mondo. In Trentino, ogni viaggio in bici diventa un’esperienza interiore. Si parte per scoprire un paesaggio, si torna con dentro qualcosa in più. Una frase detta da un vecchio contadino, il riflesso del cielo in un lago, il rumore del vento tra le pale di un mulino abbandonato. Qui, la lentezza non è una mancanza di velocità, Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 3 giorni fa
Quinta Tappa: da Ceglie Messapica a Matera, una sfida per fuggitivi e finisseur
Il 14 maggio il Giro d’Italia propone una frazione che promette spettacolo e imprevedibilità: la quinta tappa si snoda tra le bellezze del Sud, con partenza da Ceglie Messapica (Puglia) e arrivo a Matera (Basilicata), per un totale compreso tra i 145 e i 151 chilometri a seconda delle fonti ufficiali. Una tappa che potrebbe rivelarsi fondamentale per chi cerca gloria da lontano. Un tracciato “nervoso” e insidioso Con un dislivello complessivo di circa 1550 metri, il percorso attraversa le dolci ma continue ondulazioni delle colline pugliesi e lucane. Non si segnalano salite di alta montagna, ma l’altimetria disegna un profilo irregolare che impone un continuo cambio di ritmo. È il terreno ideale per i cosiddetti finisseur, corridori capaci di resistere a un saliscendi costante e di gestire sforzi ripetuti. La natura del tracciato sembra escludere una volata classica, a meno che non rimanga compatto un gruppo ridotto. Arrivo tecnico tra i Sassi di Matera Il finale di tappa si preannuncia spettacolare. L’ingresso nella città di Matera, Patrimonio UNESCO famosa per i suoi “Sassi”, porterà i corridori ad affrontare un tratto urbano stretto, tortuoso e con pavimentazioni irregolari. Le ultime curve potrebbero esaltare chi saprà coniugare tecnica e lucidità, aprendo le porte a sorprese dell’ultimo minuto. Chi può vincere? Le caratteristiche del percorso strizzano l’occhio agli attaccanti e ai cacciatori di tappa. Chi sogna una fuga vincente sa che questa è una delle giornate da segnare in rosso. Le squadre dei big di classifica potrebbero lasciare spazio, in attesa di tappe più selettive. Occhio, però, a eventuali colpi di mano nel finale se il gruppo arriva con uomini forti e motivati. Dettagli tecnici della tappa: Partenza: Ceglie Messapica Arrivo: Matera Distanza: 145-151 km Dislivello totale: circa 1550 m Tipo di tappa: media montagna, adatta alle fughe La quinta tappa del Giro unisce paesaggio e tattica, velocità e resistenza. Non sarà decisiva per la maglia rosa, ma potrebbe cambiare le sorti di chi punta al successo parziale o al podio di giornata. Un appuntamento da non perdere, anche per la suggestiva cornice che solo M Continua a leggere -
Il profilo di gingerbreadth è stato aggiornato 3 settimane, 3 giorni fa
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 4 giorni fa
Pedalando tra Alpi e colline: alla scoperta della provincia di Cuneo su due ruote
CUNEO – C’è un angolo d’Italia dove la bicicletta incontra la montagna, la storia e i sapori autentici del Piemonte: è la provincia di Cuneo, un territorio che sembra disegnato per il cicloturismo. Con i suoi paesaggi variegati, che spaziano dalle vette delle Alpi Marittime alle colline delle Langhe, ogni pedalata qui diventa un’esperienza sensoriale. Uno dei percorsi più suggestivi parte proprio dalla città di Cuneo, elegante e ordinata, con i suoi portici e le piazze ampie, e si snoda verso sud-est, seguendo il tracciato dell’antica ferrovia dismessa Cuneo-Boves-Peveragno, oggi riconvertita in pista ciclabile. Questo tracciato, lungo circa 25 km tra andata e ritorno, è ideale per famiglie, ciclisti amatoriali e per chi cerca un itinerario rilassato ma ricco di scorci panoramici. Lasciata Cuneo, la strada si inoltra tra campi coltivati e piccoli borghi, con il profilo delle montagne sempre sullo sfondo. Boves, prima tappa del percorso, offre una sosta interessante: il Memoriale della Resistenza e la storica Abbazia di San Dalmazzo raccontano la profondità culturale della zona. Da qui si prosegue verso Peveragno, borgo medievale noto per la fragola profumata e le sue feste tradizionali. Il dislivello è minimo e l’asfalto è ben tenuto, rendendo il tragitto scorrevole e piacevole anche per chi non è allenato. In primavera e inizio estate, la campagna esplode di colori e profumi, accompagnando i ciclisti con una sinfonia naturale che vale da sola il viaggio. Ma la vera ricompensa arriva al ritorno, con una sosta in una delle tante trattorie della zona. Tra un piatto di tajarin al ragù di salsiccia e un bicchiere di Dolcetto di Dogliani, il cicloturista trova un’altra dimensione del viaggio: quella del gusto. La provincia di Cuneo, spesso chiamata “la Granda”, offre molti altri percorsi ciclabili per ogni livello: dalle salite impegnative del Colle della Fauniera per i più esperti, ai dolci pendii delle Langhe per chi cerca un ritmo più lento. Ma questo itinerario tra Cuneo, Boves e Peveragno è perfetto per iniziare a conoscere un territorio che ha fatto della bellezza e dell’accoglienza il suo marchio di fabbrica. La bicicletta, qui, non è solo un mezzo di trasporto: è un modo per entrare in contatto con un paesaggio vivo, autentico, ge Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 4 giorni fa
Quarta Tappa: da Alberobello a Lecce, volata assicurata tra trulli e mare
Il 13 maggio il Giro d’Italia propone una delle giornate più favorevoli ai velocisti: la quarta tappa porta la carovana rosa da Alberobello (Pietramadre) a Lecce, attraverso un percorso di 187 chilometri che attraversa paesaggi tipici della Puglia tra ulivi secolari, borghi storici e scorci marini mozzafiato. Un palcoscenico perfetto per chi cerca gloria allo sprint. Tracciato semplice, ma non banale Il profilo altimetrico è sostanzialmente piatto, con circa 800 metri di dislivello complessivo, ma non mancano insidie nella gestione del ritmo e della posizione in gruppo. L’unico vero ostacolo altimetrico è rappresentato dalla breve salita verso Putignano, al km 16, dove è previsto un GPM di 4ª categoria. Da lì, la discesa e il lungo tratto pianeggiante verso la costa adriatica permettono al gruppo di allungarsi e di aumentare l’andatura. Lungo viaggio nel cuore della Puglia Il percorso si sviluppa tra alcune delle località più affascinanti del territorio pugliese: Castellana Grotte, Polignano a Mare, Ostuni, e Ceglie Messapica sono solo alcuni dei nomi che arricchiscono il tracciato. Un mix di bellezze naturali e architettoniche che farà da cornice a una giornata in cui il vento e le curve nei centri abitati potrebbero creare più di un grattacapo. Circuito finale a Lecce: attenzione alle posizioni Negli ultimi chilometri i corridori affronteranno un circuito cittadino di circa 12 km all’interno di Lecce, con l’arrivo previsto in Viale Calasso. Il finale è veloce ma richiede attenzione: la sede stradale è ampia ma intervallata da rotatorie e curve, quindi sarà fondamentale per i treni dei velocisti impostare correttamente le traiettorie e proteggere il proprio uomo di punta fino agli ultimi metri. Dettagli tecnici della tappa: Partenza: Alberobello (Pietramadre) Arrivo: Lecce Distanza: 187 km Dislivello totale: circa 800 m Tipo di tappa: pianeggiante, per velocisti GPM: salita a Putignano (4ª categoria) Circuito urbano finale: 12 km La quarta tappa del Giro è l’occasione perfetta per i velocisti puri di lasciare il segno prima delle giornate più impegnative. Sarà una battaglia serrata tra i treni delle squadre più organizzate, ma il vento e la tensione nei centri abitati potrebbero ribaltare Continua a leggere -
Il profilo di Alton Gads è stato aggiornato 3 settimane, 4 giorni fa
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Alton Gads è diventato un membro registrato 3 settimane, 4 giorni fa
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 5 giorni fa
Pedalando tra colline e silenzi: un viaggio in bici nella terra di Mondovì
MONDOVÌ (CN) — C’è un momento, all’uscita dell’ultima curva che risale il colle di Vicoforte, in cui la cupola del Santuario si staglia all’improvviso tra gli alberi, maestosa e silenziosa. È lì che il viaggio in bici nella zona di Mondovì cambia passo: non più solo una sfida fisica, ma una conversazione lenta con il paesaggio.Partito alle prime luci da Breo, il cuore commerciale di Mondovì, ho lasciato il traffico del centro per seguire il corso del torrente Ellero, salendo verso i borghi alti. Un percorso misto, che alterna salite impegnative a discese generose, tra vigneti ordinati e boschi che si fanno sempre più fitti man mano che ci si avvicina all’Alta Langa.La prima tappa è Mondovì Piazza, la parte storica della città, raggiungibile anche in funicolare ma ben più gratificante da conquistare sui pedali. Qui il tempo sembra sospeso tra palazzi barocchi e vedute mozzafiato sulla pianura. Dopo una breve sosta alla Torre dei Bressani, si riparte lungo la provinciale per Vicoforte, dove la Basilica — la più grande cupola ellittica in muratura del mondo — accoglie i viaggiatori come un faro antico.Il percorso continua verso San Michele Mondovì, snodandosi tra stradine secondarie, dove l’asfalto cede spesso il passo alla ghiaia e il cellulare smette di avere campo. È in quei tratti, immersi nel silenzio delle colline, che la bici rivela la sua vera potenza: non come mezzo di trasporto, ma come strumento di ascolto. Il respiro si fa più lento, i rumori della natura diventano chiari, e ogni curva regala una prospettiva nuova sulla valle.Nel pomeriggio, il sole cala dietro le Alpi Marittime, e la strada riporta lentamente verso Mondovì, chiudendo un anello di circa 60 chilometri. Non servono grandi numeri per definire questo itinerario. Bastano poche ore, una bici e la voglia di perdersi nel verde di una terra che ha scelto di non cedere alla fretta.In un’epoca di spostamenti rapidi e turismo frenetico, pedalare nella zona di Mondovì è un atto di resistenza gentile. Un invito a rallentare, a guardarsi intorno, e a ricordare che a Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 5 giorni fa
Ponza investe sulla mobilità sostenibile: finanziato un nuovo anello ciclabile
L’isola pontina compie un passo deciso verso un modello di mobilità a basso impatto ambientale. Il Comune di Ponza ha ottenuto un finanziamento di 50 mila euro attraverso il bando nazionale “Bici in Comune”, promosso dal Ministero per lo Sport e i Giovani in sinergia con il Dipartimento per lo Sport, Sport e Salute S.p.A. e ANCI.Si tratta di un risultato significativo, non solo per l’entità del contributo, ma per il fatto che Ponza risulta l’unico ente della provincia di Latina ad essersi aggiudicato i fondi destinati a progetti per la ciclabilità nei piccoli comuni italiani.Il progetto finanziato prevede la realizzazione di un circuito ciclabile ad anello, concepito per collegare le principali aree dell’isola. Il tracciato includerà percorsi esclusivamente riservati alle biciclette in prossimità del porto, mentre nelle zone più esterne e suggestive saranno realizzati tratti promiscui, integrati nel paesaggio e compatibili con la morfologia del territorio.Secondo quanto dichiarato dall’amministrazione comunale, l’infrastruttura avrà una duplice funzione: incentivare forme di mobilità ecologiche e promuovere una fruizione più sostenibile e consapevole del patrimonio paesaggistico isolano.«L’obiettivo è creare un’alternativa concreta all’uso dei veicoli a motore, facilitando gli spostamenti in bicicletta sia per i residenti che per i visitatori», spiegano fonti del Comune. «Questo progetto va nella direzione di una valorizzazione intelligente del territorio, capace di coniugare rispetto per l’ambiente, turismo sostenibile e vivibilità locale».Il percorso ciclabile, una volta completato, rappresenterà un tassello importante all’interno di una strategia più ampia di mobilità dolce, già inserita nei piani di sviluppo territoriale. La realizzazione dell’opera è prevista nei prossimi mesi, con il coinvolgimento di tecnici specializzati e con l’auspicio di un confronto attivo con la cittadinanza.L’iniziativa si inserisce in un quadro nazionale che punta a rilanciare il ruolo delle biciclette come strumento di mobilità quotidiana, anche nei contesti più complessi come quelli insulari, spesso penalizzati da una rete viaria limitata.Con questo progetto, Ponza si propone come esempio virtuoso per altri piccoli comuni che intendano puntare su scelte co Continua a leggere -
Il profilo di Sprunki Incredibox è stato aggiornato 3 settimane, 5 giorni fa
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