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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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  • Redazione ha scritto un nuovo articolo 5 mesi fa

    Lago di Isola Santa Granfondo dei laghi della Garfagnana Il Lago di Isola Santa è uno specchio d’acqua che riflette la bellezza eterna della natura, dove il tempo sembra fermarsi e l’anima trova pace. La Granfondo della Garfagnana, che si terrà il 21 luglio, è un evento tanto atteso da atleti, ciclisti e cicloturisti, pronti ad affrontare una sfida avvincente tra le meraviglie naturali della Toscana. Questo evento non è solo una gara, ma un viaggio attraverso panorami mozzafiato e paesaggi incontaminati che esaltano la bellezza della regione e della Garfagnana. Coloro che sceglieranno il percorso lungo si troveranno ad affrontare la salita di Careggine, una delle tappe più impegnative e spettacolari del percorso. Dopo aver superato questa terza cronoscalata, gli atleti potranno godere di un momento di tregua, immergendosi nella quiete e nella bellezza del territorio. Giunti al 79° chilometro, il percorso li condurrà attraverso il Passo Scala, un passaggio suggestivo all’interno di un canyon roccioso. Qui, le pareti di roccia si ergono imponenti ai lati della strada, creando un’atmosfera di maestosità e avventura. È un luogo dove la natura si mostra in tutta la sua magnificenza, con panorami che lasciano senza fiato e un senso di meraviglia che accompagna ogni pedalata. Proseguendo, gli atleti costeggeranno, all’85° chilometro, il suggestivo Lago di Isola Santa. Questo specchio d’acqua, incastonato tra le montagne, rappresenta una vera e propria oasi di pace e bellezza. La sua superficie calma riflette i colori del cielo e delle foreste circostanti, creando un quadro di serenità e armonia. Il Lago di Isola Santa è l’ultimo lago che gli atleti incontreranno, non per importanza o bellezza, ma come ultimo passaggio del percorso. Il passaggio lungo le rive del Lago di Isola Santa non è solo un tratto del percorso, ma un’esperienza che rinvigorisce lo spirito e dona nuova energia agli atleti, pronti a completare la loro impresa con rinnovata determinazione. La quiete del lago, l’aria pura e il suono leggero dell’acqua creano un momento di pura magia, un ricordo che resterà impresso nella mente di ogni partecipante. La Granfondo della Garfagnana è dunque molto più di una competizione: è un viaggio attraverso luoghi incantevoli, un omaggio alla bellezza della natura e una sfida che celebra la forza e la passione degli atleti. 🗓 Domenica 21 Luglio 2024 link di iscrizione https://api.endu.ne Continua a leggere

  • Redazione ha scritto un nuovo articolo 5 mesi, 1 settimana fa

    Borgo Medievale di Careggine Scopri il Borgo Medievale di Careggine nella Granfondo dei Laghi della Garfagnana: Un’Esperienza Unica tra Storia e Natura   “Nella Granfondo dei Laghi della Garfagnana, solo chi affronta il percorso lungo avrà il privilegio di attraversare il fantastico borgo medievale di Careggine (LU). Questo incantevole paese, risalente al XII secolo, conserva tutto il suo fascino storico, con antiche strade lastricate, edifici in pietra e panorami mozzafiato. Fondata dai Longobardi, Careggine è stata un importante centro durante il Medioevo e offre ai ciclisti una rara opportunità di pedalare attraverso secoli di storia e bellezza autentica. Careggine è un paese ospitale, perfetto come destinazione ciclistica, dove i ciclisti possono trovare accoglienza e servizi dedicati. Il percorso lungo della Granfondo della Garfagnana arriverà a Careggine al 71° km, dove, dopo l’ultima impegnativa cronoscalata di 6,82 km e 401 m di dislivello, i partecipanti potranno fermarsi a rifocillarsi al ristoro organizzato per il loro passaggio. Dopo aver attraversato il borgo, una breve passeggiata di 500 metri vi condurrà a una panchina gigante, dove potrete sedervi e lasciarvi avvolgere dalla magia del panorama. Da questo punto privilegiato, l’intera vallata si apre davanti ai vostri occhi, rivelando la sua maestosità. Il Lago di Vagli, incastonato tra le montagne, si stende placido sotto di voi, offrendo uno spettacolo di serenità e meraviglia che riempie l’anima di pace. Ogni pedalata diventa un viaggio nel tempo, dove la bellezza del paesaggio e l’armonia della natura si fondono in un’esperienza indimenticabile.” 🗓 Domenica 21 Luglio 20 Continua a leggere

  • Redazione ha scritto un nuovo articolo 5 mesi, 1 settimana fa

    Granfondo Edita Pučinskaitė un successo Oggi, il Pedale Pesciatino ha partecipato alla Granfondo Edita Pučinskaitė con 10 dei suoi atleti, affrontando il percorso medio noto come Fondo Spignana. Questo percorso, lungo 83 km con un dislivello di 2118 metri, ha offerto una sfida significativa e un’esperienza memorabile grazie a una perfetta organizzazione. Complimenti all’organizzazione, che ha dimostrato una competenza eccezionale curando ogni dettaglio e assicurando un evento di alto livello. I percorsi scelti hanno valorizzato le bellezze paesaggistiche locali, offrendo ai partecipanti viste mozzafiato e un’esperienza unica. L’attenzione alla sicurezza è stata impeccabile, permettendo agli atleti di concentrarsi sulla gara senza preoccupazioni. Tra i percorsi disponibili, il primo, denominato Granfondo Abetone, si estende per 132 km con un dislivello di 3395 metri, includendo due impegnative cronoscalate: la Cronoscalata Casore e la Cronoscalata Spignana. Il secondo, Fondo Spignana, con i suoi 83 km e un dislivello di 2118 metri, presenta anch’esso le due cronoscalate di Casore e Spignana. Il terzo percorso, Mediofondo Lamporecchio, lungo 81 km con un dislivello di 1313 metri, include una sola cronoscalata, quella di Casore. Infine, il quarto percorso, denominato Cicloturistica Vinci, copre una distanza di 70 km con un dislivello di 867 metri, offrendo una sfida più accessibile. La scelta di strade poco trafficate ha permesso di godere appieno della corsa senza l’interferenza del traffico, mentre le salite impegnative hanno offerto una sfida all’altezza delle aspettative, mettendo alla prova e migliorando le capacità dei ciclisti. Il personale, paziente e sorridente, ha contribuito a creare un’atmosfera positiva e accogliente per tutti i partecipanti. I ristori lungo il percorso, in particolare quello a Spignana con il tappeto rosso, hanno fornito pause rigeneranti e motivanti. Il magnifico Pasta Party in Località Le Piastre ha offerto un momento di relax e celebrazione, chiudendo l’evento in bellezza. Complimenti e ringraziamenti vanno all’organizzazione per aver orchestrato un evento impeccabile. La cura dei dettagli, la scelta dei percorsi e l’attenzione alla sicurezza hanno reso la Granfondo Edita Pučinskaitė un’esperienza straordinaria per tutti i partecipanti. Un grande applauso a tutto il team or Continua a leggere

  • Redazione ha scritto un nuovo articolo 5 mesi, 1 settimana fa

    Granfondo dei Laghi della Garfagnana Granfondo dei Laghi della Garfagnana: un’esperienza ciclistica indimenticabile tra laghi e panorami mozzafiato Amici ciclisti, preparatevi a pedalare tra laghi cristallini e paesaggi mozzafiato nella cornice suggestiva della Garfagnana! Il 21 luglio 2024, a Castelnuovo di Garfagnana, in Toscana, si terrà la Granfondo dei Laghi, un evento imperdibile per gli amanti delle due ruote. Che siate ciclisti esperti o amatoriali, la Granfondo dei Laghi della Garfagnana offre un percorso adatto a tutti. Potrete scegliere tra il percorso medio di circa 72 km con 1.688 metri di dislivello, ideale per chi desidera godersi il panorama in tranquillità, o il percorso lungo di circa 99 km con 2.293 metri di dislivello, perfetto per chi vuole mettere alla prova le proprie capacità. Entrambi i percorsi vi porteranno alla scoperta di alcuni dei laghi più belli della Garfagnana, come Villa Collemandina, Vicaglia, Gramolazzo, Vagli e Isola Santa. Tra i punti salienti del tracciato, la suggestiva salita dell’Orecchiella, una cronoscalata di 5,37 km con 390 metri di dislivello che vi regalerà emozioni indimenticabili. La Granfondo dei Laghi della Garfagnana non è solo una gara, ma un’occasione per vivere un’esperienza unica in un ambiente festoso e accogliente. Lungo il percorso, troverete punti ristoro con prodotti tipici toscani per ricaricare le batterie e godervi la bellezza del paesaggio. Iscrizioni aperte: Le iscrizioni alla Granfondo dei Laghi della Garfagnana sono aperte a tutti, sia ai ciclisti tesserati che a quelli non tesserati. Per i non tesserati è richiesto un certificato medico e la possibilità di ottenere in loco la tessera assicurativa giornaliera di federazione con un piccolo supplemento. Non perdete questa occasione unica di vivere un’esperienza ciclistica indimenticabile nella splendida cornice della Garfagn Continua a leggere

  • Redazione ha scritto un nuovo articolo 7 mesi, 4 settimane fa

    Granfondo Puccini Ritiro Pettorale e Iscrizioni al Pinturicchio Lucca Granfondo Puccini Ritiro Pettorale e Iscrizioni al Pinturicchio Lucca, in Via Borgo Giannotti 127, Lucca, Italy, Sabato 13 aprile dalle 15:00 alle 19:00 Ritiro Pettorali al Pinturicchio Granfondo Puccini Citta di Lucca Sabato 13 dalle 15:00 alle 19:00 e Domenica 14, direttamente dalla zona di partenza del Baluardo San Frediano dalle Mura di Lucca, dalle 7:00 alle 8:00 possibilità anche di acquistare il pettorale direttamente all’iscrizione presentandosi con la tessera, o acquistandone una giornaliera, e con il certificato medico agonistico per Continua a leggere

  • Redazione ha scritto un nuovo articolo 8 mesi, 2 settimane fa

    Relive Percorso Lungo Granfondo Puccini Città di Lucca Relive Percorso Lungo Granfondo Puccini Città di Lucca percorso definitivo, 4 cronoscalate Fiano Loppeglia, Passo Sella, Ghivizzano, Gromignana, Aquilea, Partenza e arrivo dalle Mura di Lucca 🗓 Domenica 14 Aprile 2024 Link Iscrizioni https://join.endu.net/fee/87773 sito Ufficiale della Manifestazione htt Continua a leggere

  • Redazione ha scritto un nuovo articolo 1 anno, 1 mese fa

    Strada degli Eroi

    Qualche tempo fa avevamo visto degli articoli sulla strada delle 52 gallerie , percorso che in questo momento e percorribile ma senza bici, ma circa 1 mese fa dopo aver visto un post pubblicato da Paolo Pagni, dove 2 ragazzi percorrevano la strada degli eroi con le gravel , abbiamo iniziato a prendere in considerazione la possibilità di andare a fare una escursione sulla strada degli eroi.

    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie

    Dopo alcune date rimandate per problemi vari il 7 ottobre siamo partiti per questa avventura 5,30 partenza, orario previsto di arrivo ore 9,30 a pian delle Fugazze 1150 di quota Alle 10 eravamo in bici , una giornata splendida , sole , niente nuvole con temperatura di 14 gradi e una leggera brezza. Abbiamo iniziato la nostra ascesa con destinazione il rifugio Achille Papa Le prime rampe sono toste ma il fondo è perfetto, saliamo con tranquillità fermandosi spesso a fare foto e filmati, arriviamo alla galleria generale D’Havet , un foro nella montagna che fa intravedere dall’altra parte un scorcio di cosa ci aspettava , avanzando nella galleria si aveva sempre più la percezione di un panorama da mozzafiato Le foto non possono rendere l’idea di quello che si vede , una strada Bianca scavata lungo la montagna ci avrebbe portato sino al rifugio Achille Papa , oltrepassando gallerie scavate nella roccia dai soldati della prima guerra mondiale Avanziamo lentamente, quella strada va gustata metro dopo metro , le foto e filmati si accavallano alle pedalate portandoci in 1 ora e mezzo poco più al rifugio. Qualche foto ad un cimitero militare ed a una capellina sopra il rifugio poi Panino birra e giù per la strada degli scarubbi ,una strada che ti porta all’imbocco della strada delle 52 gallerie. La discesa è tecnica con fondo smosso da porci attenzione perché di lato c’è uno strapiombo notevole , ma anche qui la vista è attratta dal panorama che ci circonda . Arriviamo in fondo alla discesa e dopo un tratto di asfalto e uno strappo finale torniamo a pian delle Fugazze. Percorso ad anello di 32km e 1200mt di dislivello Abbiamo trovato bici gravel che sulla discesa hanno avuto qualche difficoltà a causa del fondo smosso Sicuramente torneremo con più calma per scoprire altri percorsi che abbiamo visto

    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie

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    Sicilia – Capo Nord su un velocipede ottocentesco   Buongiorno, sono fiero di presentarvi quella che potrebbe essere l’impresa cicloturistica dell’anno che ha visto il passaggio anche per la splendida Sicilia: il primo biciclo della storia ad arrivare a Capo Nord dopo 6700 km di pedalata, con 47.000 mt di dislivello. Partito dall’ultima spiaggia della Sicilia a Portopalo di Capo Passero (SR) fino a Capo Nord in 78 tappe, distribuite in 3-4 mesi, pieni zeppi di imprevisti. Tutto senza sponsor e in sella a una replica di un biciclo degli anni 1870-1890, passando lungo questo itinerario: la costa tirrenica della Calabria, Salerno, Napoli, Latina, Roma, Viterbo, Orvieto, Firenze, Prato, Bologna, Ferrara, Padova, Bolzano, Innsbruck, Monaco, Regensburg, Repubblica Ceca, Lipsia, Berlino, Lubecca, penisola dello Jutland in Danimarca, e poi in Svezia da Göteborg a Östersund, ad Arieplog, lungo la selvaggia strada mediana centrale, e infine in Norvegia attraverso le splendide isole Lofoten e Senja e i fiordi dopo Tromso.

    Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco
    Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco

    E’ una notizia non solo bella e piena di motivazione, ma anche leggera e adatta all’intrattenimento, con un potenziale commerciale incredibile, i cui numeri si possono vedere per esempio da questo video ripreso casualmente: Credo che voi siate tra i pochi Media a comprendere la portata di quello che ho fatto, gli altri purtroppo hanno preferito l’impresa a Capo Nord su una Panda o su una Renault 4 … Qui sotto segue la traccia-resoconto: Sono tantissimi i modi in cui ogni anno ognuno intraprende la propria sfida per arrivare fino a Capo Nord, ma il modo in cui l’ha compiuta Massimo Zaffari, classe 1973, padovano residente da 27 anni tra Laives e Bronzolo (BZ), Maresciallo dei Carabinieri di stanza al 7° Reggimento “Trentino Alto Adige”, ha tutti i tratti di una prova d’altri tempi, difficile da inquadrare: un gesto che ha il sapore dell’avventura, a metà strada tra l’impresa e la goliardia. Un viaggio cicloturistico con tenda e sacco a pelo, su una “bici” di 21 kg, senza marce, senza ammortizzazioni, quasi senza freni (tanto che è necessario appiedare per certe discese) e con una resistenza aerodinamica doppia rispetto a una bicicletta normale. Cordiali saluti Massimo Zaffari

    Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco
    Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco

    Anche se mi sono allenato per 5 anni tra il ghiaccio e le nevi delle Dolomiti e questo è stato il mio 4° tentativo (inverno e primavera con giri massacranti), devo dire che non sono mai partito con l’idea di realizzare un’impresa atletica. Per me lo sport non è vincere gare, ma cavalcare emozioni, inseguire sogni, vivere magie, magari dentro un grande Viaggio. Certo, volevo anche mettere alla prova i miei limiti fisici, ma quello che volevo veramente era riscoprire quel desiderio di restare stupito da me stesso. Per questo, mi sembrava che l’uso di un mezzo bellissimo e originale fosse una buona garanzia; mi sembrava che un mezzo tanto assurdo quanto affascinante fosse degno di una delle mete più belle d’Europa. E così a fine febbraio sono partito col mio velocipede, “La Penny”, per unire i due estremi sud e nord di questo continente, nella mia personale “Europe: coast to coast”. Così non solo ho visto paesaggi e città di una bellezza mozzafiato, ma grazie alle proprietà magnetiche e ipnotiche della mia Penny, ho potuto anche incontrare tante persone e capire se, e come, cambiano le caratteristiche degli europei (peraltro meno di quello che mi aspettavo). Sono proprio le persone che fanno la differenza tra un grande viaggio e il semplice itinerario. Per arrivare a questo, bisognava entrare nelle case delle persone, per una colazione, uno spuntino, o addirittura una notte intera. A tavola si possono capire tante cose di una cultura diversa dalla tua. Ho fatto di tutto per vivere un viaggio incentrato sull’incontro di nuove persone. E il successo mi è stato servito su un piatto d’argento nel momento in cui, un mese prima della partenza, ho visto volatilizzarsi il mio gruzzoletto di 5000 Euro, accumulato in anni. E così sono partito con 16,47 Euro, una somma talmente ridicola che mi ha obbligato a cercare il contatto umano per ricevere aiuto e ospitalità. La Sicilia e il Sud dell’Italia sono stati una buona palestra per imparare a trattare (ospitalità per amicizia). Gli alloggi della Sicilia per esempio sono merito di Sandro Contarino e di Sante Parisi a Siracusa. Ho dormito a casa di perfetti sconosciuti che mi hanno accolto come uno di famiglia: il primo alloggio da uno sconosciuto l’ho trovato per es. ad Acireale, da Fabrizio Cosenza. Successivamente ci sono state le parrocchie di Rombiolo, Scalea e Montevarchi; le case di sconosciuti incontrati per strada come Pio Perruzzini e Alessandra Croci, Pasquale da Orvieto, o di colleghi amici come Marco Apolloni, Stefano Gabrielli, Fabio Del Tessandoro e Lorenzo Mondo. Mas il caso più incredibile è quello di una famiglia in Norvegia che dopo 30 secondi di conversazione, mi hanno lasciato le chiavi di casa, scusandosi che non potevano stare con me perché erano in partenza per le vacanze. Sono decine le persone che mi hanno aiutato, e tanti di loro hanno poi ricevuto una mia cartolina di ringraziamento. Ma incredibile è il numero di persone, credo una decina che ho incontrato ripetutamente, 2-3 anche 4 volte durante il viaggio, anche a distanza di 1 mese dal primo incontro. C’era chi mi conosceva per sentito dire: ero noto come “Massimo il Siciliano”. Ho viaggiato con un’attitudine quanto più divertita e ottimista possibile, nonostante la mia totale imperizia davanti alle varie rotture meccaniche: 8 raggi e 4 cuscinetti, la cui sostituzione è stata possibile grazie alle persone incontrate sulla strada (come quella volta miracolosa che con i cuscinetti completamente andati, ho incontrato in una cittadina deserta della Sassonia l’unico costruttore di velocipedi di tutta la Germania!!). Ottimista anche dopo il mio incidente da caduta a Viterbo (che mi ha bloccato per 2 settimane) e che mi ha portato in seguito una strisciante ansia per via degli interminabili acciacchi alla gamba destra, che però mi hanno portato a incontrare un totale di 20 fisioterapisti, 2 olistici, 2 massaggiatori e 1 santone. Quest’ultimo, in un campeggio delle Lofoten, mi ha praticato un massaggio alla schiena, mentre ero steso su un tavolo da picnic proprio quando ha iniziato a piovere. Sono arrivato a improvvisare anche l’agopuntura cinese (mai praticata prima), sulla base di una videochiamata a distanza: dopotutto ero nell’estremo nord della Svezia, in mezzo al nulla, senza nessuno che potesse darmi un’occhiata, e non avrei potuto neanche prendere un treno per ritirarmi. Quindi dovevo rischiare il tutto per tutto. E comunque mi dicevo sempre: io lassù ci arriverò a qualunque costo, anche con le ruote quadrate! Per non parlare del Dumpster Diving, quella pratica usatissima dai cicloturisti in Norvegia, a cui non avrei mai e poi mai pensato di ricorrere in tutta la vita, ma che lassù invece è un’istituzione.

    Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco
    Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco
    Ho applicato anche un bel po’ di improvvisazione, come per esempio l’itinerario che, in linea col mio spirito pioneristico, ho cambiato più volte (come quella volta che ho aggiunto 400 km e 6000 mt di dislivello, deviando dalla Svezia verso le magnifiche isole norvegesi  Lofoten e Senja, rischiando però la disfatta visto che lì la settimana prima c’erano venti a 55 km/h); o come il piano di rientro, che non c’è mai stato: infatti ho sempre pensato all’impresa come una specie di Suicide Mission, in cui avrei dovuto abbandonare la Penny sotto il globo di Capo Nord; tutto ciò perché non esisteva un piano di recupero del velocipede, e speravo in un ritorno in autostop su un camper di italiani. Ma anche un bel po’ di strategia, come quando, obbligato da un piccolo incidente alla schiena, ho dovuto abbandonare i vestiti invernali negli ultimi 1000 km prima di Capo Nord, per alleggerirmi: anche qua ho dovuto scegliere tra la comodità del calduccio e l’impresa. Ma per fortuna, per temprarmi e resistere al freddo, mi ero preparato tanto, anche con immersioni invernali sotto la superficie ghiacciata dei Laghi di Bolzano. Da Viterbo a Berlino (1500 km) quasi tutti in controvento, con tanti giorni di pioggia. Infatti se c’è una cosa che tutti noi ciclisti odiamo è il controvento: e così ero sempre incollato alle previsioni del tempo per decidere orario di partenza. Anche di notte, da solo, perché a mezzogiorno sarebbe arrivato l’immancabile controvento. E allora strategicamente mi sono trasformato da ciclista in navigatore, in modo da sfruttare o evitare i venti, e stancarmi il meno possibile (ripeto che questa bici non ha le marce). Ho combattuto contro la mia ancestrale paura di animali come lupi, orsi, alci e persino i ghiottoni (ghiotti di cosa?, mi son chiesto per tutti i 1500 km della Svezia). Tra questi, per fortuna, ho incontrato solo 2 imponenti alci; ma anche renne, castori, volpi, aquile e addirittura 2 balene. Come deterrente avevo lo spray al peperoncino, ma anche dei fiocchi d’avena, ma anche tante canzoni da cantare da solo, possibilmente in più tonalità, in modo da sembrare in tanti. Ma la soddisfazione di aver realizzato un sogno che avevo fin da quando ero un bambino che fissava carte geografiche appese al muro, va di pari passo con il ricordo di tutte quelle persone piene di sentimenti ed emozioni che ancora mi porto nel cuore. Con il racconto della mia avventura, spero tanto di essere riuscito a ispirare qualcuno a osare, a uscire dalla routine, a mettersi in gioco per provare a superare i propri limiti. La cosa più importante è continuare a rimanere stupiti di sé stessi. Credo che la meraviglia sia la migliore arma contro la depressione. Per approfondimenti, foto e video con numerosi aneddoti di viaggio: Instagram @massimo_zaffari, autore del libro-diario: “Tr Continua a leggere

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