Pedalando in Lettonia: Un Viaggio Cicloturistico tra Natura, Storia e Tradizione Baltica
11/04/2025 in Viaggi
La Lettonia, incastonata tra Lituania ed Estonia, è una gemma del Baltico ancora poco esplorata dal cicloturismo internazionale. Con i suoi paesaggi incontaminati, le foreste che coprono oltre la metà del territorio, una costa sabbiosa che si affaccia sul Mar Baltico e città dal fascino antico, è una destinazione ideale per chi cerca un’esperienza autentica su due ruote. In questo articolo, vi porto con me in un itinerario cicloturistico attraverso la Lettonia, esplorando percorsi, curiosità, logistica e consigli utili per pianificare un’avventura indimenticabile.
Perché scegliere la Lettonia per un viaggio in bicicletta
La Lettonia offre un raro equilibrio tra natura selvaggia e cultura. Le distanze tra le località sono contenute, la rete stradale è ben tenuta (soprattutto fuori dalle grandi arterie), e l’atteggiamento degli automobilisti nei confronti dei ciclisti è generalmente rispettoso. Inoltre, la Lettonia fa parte della EuroVelo 10 (il Baltic Sea Cycle Route), un percorso ciclabile internazionale che segue tutta la costa baltica.
Itinerario consigliato: da Riga a Liepāja passando per il Parco Nazionale di Ķemeri
Giorno 1-2: Riga
Il viaggio inizia nella capitale lettone, Riga. È consigliabile dedicare almeno un giorno alla visita della città vecchia (Vecrīga), patrimonio UNESCO, con le sue strade acciottolate, la cattedrale e il castello. Riga è anche un punto di partenza ideale per noleggiare biciclette da turismo ben equipaggiate.
Giorno 3: Riga – Jūrmala (circa 25 km)
Una tappa breve ma spettacolare. Il percorso segue la ciclabile lungo il fiume Daugava fino a raggiungere Jūrmala, elegante località balneare famosa per le sue ville in legno in stile art nouveau e le spiagge di sabbia dorata. Jūrmala è perfetta per una sosta relax e una nuotata nel Baltico.
Giorno 4-5: Jūrmala – Ķemeri – Tukums (circa 55 km)
Il Parco Nazionale di Ķemeri è un must per gli amanti della natura: torbiere, passerelle in legno, sorgenti sulfuree e una ricca biodiversità. Il percorso ciclabile attraversa una delle torbiere più spettacolari del Baltico, con possibilità di campeggiare o pernottare in una guesthouse immersa nel verde.
Giorno 6-7: Tukums – Kuldīga (circa 80 km)
Attraversando villaggi rurali e boschi silenziosi si raggiunge Kuldīga, una delle cittadine più affascinanti del Paese. Qui si trova la cascata più larga d’Europa, la Venta Rapid. Le strade sono tranquille e poco trafficate, ideali per pedalare in pace.
Giorno 8-9: Kuldīga – Liepāja (circa 90 km)
L’ultima tappa porta alla città di Liepāja, affacciata sull’oceano e famosa per il suo spirito alternativo. Da non perdere il quartiere di Karosta, ex base militare sovietica, oggi riconvertito in zona culturale. Il vento dell’Atlantico e l’atmosfera marina fanno da cornice perfetta alla fine di questo viaggio.
Logistica e consigli pratici
Quando andare: Il periodo migliore è tra maggio e settembre, quando le temperature sono miti e le giornate lunghissime.
Alloggi: In Lettonia si trovano campeggi ben curati, guesthouse a conduzione familiare e ostelli bike-friendly, spesso con parcheggio sicuro per biciclette.
Cibo: Cucina semplice e genuina. Da provare: zuppa di barbabietole (aukstā zupa), pane di segale e i dolci al miele.
Lingua: Il lettone è la lingua ufficiale, ma l’inglese è diffuso tra i giovani e nei centri turistici.
Sicurezza: È un Paese sicuro e tranquillo, anche per chi viaggia in solitaria.
Un viaggio lento, un’anima autentica
La Lettonia è una terra di silenzi, profumi di pino, laghi nascosti e storie antiche. In bicicletta, ogni chilometro racconta qualcosa: un incontro con un pastore, il suono del mare, una chiesa di legno sperduta nella brughiera. È un viaggio che ti entra dentro lentamente, come le cose più vere.
Pordenone pedala ancora: otto anni in sella verso un futuro sostenibile
10/04/2025 in News
A Pordenone non è solo la bici a fare strada. È una filosofia, uno stile di vita, una scelta precisa: quella di mettere le persone, l’ambiente e il futuro al centro della mobilità urbana. E per l’ottavo anno di fila, questa scelta viene premiata. La città friulana si conferma infatti “Comune Ciclabile”, un riconoscimento assegnato dalla FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta – che ha il polso del pedale in tutta Italia.
Ma qui non si tratta solo di piste ciclabili e segnaletica ben fatta. Dietro il bollino giallo della FIAB c’è molto di più: c’è una visione. Pordenone non si limita a tollerare le biciclette, le accoglie, le integra, le promuove. Le sue strade parlano di convivenza tra mezzi, di rispetto per chi sceglie di muoversi senza inquinare, di attenzione concreta alla qualità dell’aria e dello spazio urbano.
La FIAB, con le sue 160 associazioni attive sul territorio nazionale, riconosce questo spirito, premiando non solo le infrastrutture, ma anche l’impegno educativo, la coerenza delle politiche comunali e la capacità di rendere la bicicletta una vera alternativa, non solo una scelta per pochi.
Otto anni di fila non sono un caso. Sono la dimostrazione che quando la volontà politica incontra la partecipazione dei cittadini, si può davvero cambiare marcia. Pordenone continua a pedalare controcorrente, mentre molte città sono ancora ferme ai blocchi di partenza. E lo fa con determinazione, gambe forti e una direzione chiara: quella di un futuro più verde, più vivibile, più umano.
Nuovo tratto di pista ciclabile in via Castellana: un passo avanti per la mobilità sostenibile nel Camposampierese
09/04/2025 in News
Si arricchisce la rete di percorsi ciclabili nella zona del Camposampierese grazie al completamento di un nuovo tratto in via Castellana, lungo la strada regionale 245, al confine tra Trebaseleghe e Piombino Dese. L’intervento, seppur di modeste dimensioni — circa cinquanta metri — riveste un’importanza strategica nella connessione tra le infrastrutture ciclabili dei Comuni limitrofi.
Il progetto si inserisce nell’ambito di un piano più ampio volto a promuovere il turismo sostenibile e la valorizzazione del territorio, intitolato “Intervento di realizzazione di connessioni di piste ciclabili per uno sviluppo turistico sostenibile in aree di pregio ambientale e culturale nella Federazione dei Comuni del Camposampierese”. Tra i sostenitori dell’iniziativa figura anche il Comune di Trebaseleghe, impegnato da tempo nella promozione di una mobilità più green.
Grazie a questa nuova connessione, sarà più semplice e sicuro per ciclisti e appassionati di escursioni su due ruote spostarsi tra i centri abitati di Trebaseleghe e Piombino Dese, godendo del paesaggio e delle bellezze naturali della zona.
Un piccolo tassello, dunque, che però contribuisce a un disegno più grande: costruire un territorio più accessibile, vivibile e attento all’ambiente, dove il turismo lento diventa una chiave di sviluppo e promozione locale.
Malore in bici o caduta accidentale? Paura per un ciclista 45enne a Budrio di Correggio
09/04/2025 in News
Attimi di apprensione nella tarda mattinata di ieri a Budrio di Correggio, dove un uomo di 45 anni è stato trovato a terra privo di sensi, probabilmente dopo essere caduto dalla bicicletta. L’episodio è avvenuto nella zona tra via Massenzatico e via per Reggio, non lontano dal confine con la città.
Alcuni passanti si sono accorti della presenza dell’uomo riverso sull’asfalto e hanno immediatamente lanciato l’allarme. La dinamica dell’accaduto non è ancora del tutto chiara, ma non si esclude che la caduta possa essere stata causata da un malore improvviso.
Sul posto sono intervenuti tempestivamente i sanitari della Croce Rossa di Correggio e dell’autoinfermieristica del San Sebastiano. Data la gravità della situazione, è stato attivato anche l’elisoccorso da Parma, che è atterrato in un campo vicino per fornire supporto medico avanzato.
L’uomo, residente nella zona, è stato poi trasportato in ambulanza all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia per accertamenti. I medici stanno valutando le conseguenze del trauma facciale riportato nella caduta, oltre a verificare se un malore possa essere stato la causa scatenante dell’incidente.
Un episodio che ci ricorda quanto sia importante prestare attenzione anche durante le attività quotidiane come un giro in bicicletta, e quanto sia fondamentale la rapidità nei soccorsi in situazioni simili.
La Via del Sale: pedalando tra nuvole e silenzi
08/04/2025 in Viaggi
Nel cuore delle Alpi Marittime esiste un tracciato che ha il fascino dei percorsi dimenticati e la potenza evocativa delle grandi avventure d’altura: la Via del Sale. Un itinerario storico, nato come rotta commerciale per il trasporto del prezioso “oro bianco” dal mare verso l’entroterra, oggi trasformato in un’esperienza cicloturistica che coniuga paesaggi mozzafiato, storia e un profondo senso di isolamento rigenerante.
Un tracciato sospeso tra due mondi
L’accesso più celebre alla Via del Sale parte da Limone Piemonte, località alpina con un forte carattere montano e un centro storico vivace, soprattutto nei mesi estivi. Da qui si sale in quota attraverso una strada sterrata ben tenuta ma impegnativa, che guadagna rapidamente dislivello fino a raggiungere i 1.800-2.000 metri d’altitudine. Il percorso segue l’antico confine tra Italia e Francia, letteralmente in cresta, regalando vedute aperte che abbracciano da un lato il Piemonte, dall’altro la Provenza e la Costa Azzurra.
La strada, oggi adibita in parte a traffico turistico regolamentato (fuoristrada e bici), si snoda per oltre 30 km fino a Monesi di Triora, in Liguria, oppure può essere deviata verso altre mete alpine come il Rifugio Don Barbera, il Colle dei Signori o il Colle della Boaria.
Un’esperienza fuori dal tempo
Pedalare lungo la Via del Sale non è semplicemente percorrere un tragitto: è calarsi in una dimensione sospesa. Le vecchie caserme militari, i ruderi di dogane di confine, le gallerie scavate nella roccia parlano di un passato bellico e commerciale che si respira in ogni curva. Si attraversano paesaggi brulli, interrotti da pascoli in quota, pietraie e tratti esposti, sempre accompagnati dal suono del vento e dal canto lontano delle marmotte.
Nessun comfort, tutta autenticità
È fondamentale sottolineare che questo itinerario richiede una buona preparazione. Non ci sono punti di ristoro o fonti d’acqua regolari lungo il percorso: è quindi indispensabile partire con scorte adeguate e abbigliamento adatto alle repentine variazioni climatiche d’alta quota. Il fondo stradale è prevalentemente sterrato, talvolta roccioso, e richiede una bici gravel o mountain bike ben equipaggiata. In alcuni tratti si pedala su creste esposte, dove la prudenza è d’obbligo, soprattutto in presenza di vento forte o nebbia.
Il silenzio che rigenera
Uno degli aspetti più straordinari della Via del Sale è il silenzio. Un silenzio vero, profondo, che si fa spazio dentro di te mentre pedali lontano da tutto. Non c’è connessione, non ci sono distrazioni: solo tu, la tua bici e il respiro del paesaggio. Quel silenzio diventa compagno di viaggio, ti costringe ad ascoltare i tuoi pensieri e spesso ti regala intuizioni che la vita quotidiana soffoca.Alla fine della giornata, che tu abbia raggiunto un rifugio o semplicemente trovato un punto panoramico dove fermarti, ti accorgerai che il vero traguardo non è stato un luogo, ma uno stato d’animo. La Via del Sale non si conquista, si accoglie. Ti obbliga a rallentare, ad adattarti, ad ascoltare la montagna. E quando ti siedi a guardare il tramonto tingere di arancio le rocce e il cielo, capisci perché ogni cicloturista dovrebbe passarci almeno una volta nella vita.
Messina punta sulla mobilità dolce: al via i lavori per la nuova pista ciclabile in centro
08/04/2025 in News
Un altro passo avanti per la mobilità sostenibile nella città dello Stretto. Da questa mattina Messina si è svegliata con un nuovo cantiere in via del Vespro, dove sono iniziati i lavori per la realizzazione di una nuova pista ciclabile che arricchirà la rete urbana e renderà più agevole e sicuro il transito delle biciclette nel cuore cittadino.
Gli operai sono già al lavoro per la scarificazione dell’asfalto, nel tratto compreso tra la villetta Quasimodo e il poliambulatorio dell’Asp, primo segnale concreto di un progetto che ambisce a trasformare il volto della mobilità messinese.
Un collegamento strategico tra stazione, centro e università
La nuova pista non nasce come intervento isolato: si inserisce infatti in una visione più ampia di connessione tra punti chiave della città. Dopo il completamento del tratto ciclabile che unisce la Stazione Centrale al porto (Marittima), i lavori ora puntano a prolungare l’asse ciclabile verso via Tommaso Cannizzaro, snodo fondamentale tra centro, università e zona commerciale.
Il tracciato seguirà via del Vespro, attraverserà via Giordano Bruno bassa, via Solferino e un breve tratto del viale San Martino basso, prima di confluire nella pista esistente su via Tommaso Cannizzaro. Un percorso pensato per essere funzionale tanto ai pendolari quanto a studenti e cittadini che si muovono in bicicletta per commissioni quotidiane.
Doppio senso e cordolo protettivo: sicurezza al centro
A differenza della pista recentemente realizzata in via La Farina, il nuovo tratto sarà a doppio senso di marcia e dotato di cordolo di separazione dalla carreggiata, una soluzione che privilegia la sicurezza dei ciclisti, riducendo il rischio di interferenze con il traffico motorizzato.
Una scelta che va incontro anche alle richieste di molte associazioni locali che da tempo chiedevano infrastrutture ciclabili più protette, in grado di incentivare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto urbano e non solo come attività ricreativa.
Un altro tassello verso una città più vivibile
Il progetto della nuova pista ciclabile in via del Vespro rappresenta un ulteriore tassello di una strategia di mobilità urbana che, pur tra difficoltà e lentezze, sembra prendere forma. L’obiettivo dichiarato è quello di creare una rete continua, sicura e accessibile per chi sceglie di muoversi su due ruote, rendendo Messina più moderna, meno congestionata e più attenta all’ambiente.
Cremona apre la strada all’inclusione con le due ruote: nasce l’HUB Bici Inclusive
07/04/2025 in News
Un appuntamento imperdibile per gli amanti delle due ruote e per chi crede in un mondo più accessibile: venerdì 11 aprile alle ore 18.30, Cremona sarà il palcoscenico dell’inaugurazione dell’HUB Bici Inclusive, un progetto che unisce passione, tecnologia e inclusione.
L’iniziativa è promossa dall’Associazione Marcotti Osvaldo ONLUS in collaborazione con la Fondazione Occhi Azzurri, due realtà che da anni si impegnano per abbattere le barriere e creare spazi dove tutti possano sentirsi parte attiva della comunità.
L’HUB si propone come un punto di riferimento per la mobilità inclusiva: durante l’evento sarà possibile scoprire e testare una serie di biciclette progettate per adattarsi a esigenze diverse, pensate per rendere il ciclismo un’esperienza davvero aperta a tutti. Dai modelli a pedalata assistita alle soluzioni per persone con disabilità motorie o cognitive, ogni bicicletta racconta una storia di innovazione e attenzione.
Oltre alla possibilità di provare direttamente alcuni modelli su un breve percorso, l’inaugurazione sarà anche un’occasione per incontrare chi ha reso possibile questo progetto, ascoltare testimonianze e guardare al futuro della mobilità sostenibile e accessibile con occhi nuovi.
Un’iniziativa che merita attenzione e partecipazione, non solo per chi ama la bicicletta, ma per chi crede in un mondo in cui la libertà di muoversi appartenga davvero a tutti.
Vercelli pedala verso il futuro: a maggio arriva la nuova ciclabile di Viale Garibaldi
07/04/2025 in News
Una nuova primavera sta per sbocciare a Vercelli, e non solo per il verde che torna a colorare la città. A maggio, infatti, verrà inaugurata la nuova pista ciclabile di Viale Garibaldi, un’opera che segna un passo deciso verso una mobilità più sostenibile, accessibile e attenta all’ambiente.
Il progetto rientra in un più ampio piano di riqualificazione urbana che sta cambiando il volto di uno dei viali più importanti della città. Viale Garibaldi, con il suo fascino storico e le sue linee eleganti, si prepara a diventare anche un simbolo di innovazione e rispetto per l’ambiente.
La nuova ciclabile correrà lungo il viale offrendo un’alternativa sicura e piacevole per chi sceglie la bici per spostarsi in città. Non sarà solo una pista: sarà un invito a vivere Vercelli in modo diverso, più lento, più consapevole. Sarà un nuovo modo di guardare il paesaggio urbano, pedalando tra alberi piantati ex novo, pavimentazioni sostenibili e spazi pensati per la collettività.
L’iniziativa vuole essere anche un incoraggiamento a cambiare abitudini: meno auto, meno smog, più libertà. Con la ciclabile di Viale Garibaldi, Vercelli vuole dimostrare che si può conciliare la bellezza della tradizione con la necessità di innovazione e rispetto per l’ambiente.
I cittadini sono in attesa, curiosi di vedere completata un’opera che promette di restituire un pezzo di città a chi la vive davvero: i pedoni, i ciclisti, le famiglie, i bambini. Una strada che non è solo una via di passaggio, ma un luogo da vivere, da attraversare con calma, da riscoprire.
Bari punta sulla mobilità sostenibile: al via i lavori per la nuova pista ciclabile tra via Fanelli e via Tridente
06/04/2025 in News
È ufficialmente iniziata la realizzazione di una nuova pista ciclabile a Bari, un’opera strategica che promette di rivoluzionare la mobilità cittadina e intercomunale. Il nuovo tracciato collegherà via Fanelli, all’altezza del confine con Valenzano, a via Tridente, attraversando via Gorizia e via Demetrio Marin.
L’intervento, finanziato con oltre 3,7 milioni di euro provenienti dai fondi del PNRR, rappresenta un passo significativo nel rafforzamento della rete ciclabile urbana. Non si tratta soltanto di un’infrastruttura utile ai ciclisti, ma di un vero e proprio collegamento strategico che favorirà l’integrazione tra centro e periferia.
Il progetto prevede la creazione di tre percorsi principali che toccheranno i quartieri di Loseto, Carbonara e San Paolo, offrendo così nuove opportunità di mobilità dolce a migliaia di residenti. Ma non è tutto: la nuova ciclabile permetterà anche di raggiungere comodamente il Comune di Valenzano e l’aeroporto di Palese, incentivando l’uso della bicicletta per gli spostamenti quotidiani e riducendo la dipendenza dall’auto privata.
Un’iniziativa che si inserisce nel più ampio piano dell’amministrazione comunale di Bari per rendere la città sempre più sostenibile, accessibile e vivibile, promuovendo stili di vita sani e una mobilità rispettosa dell’ambiente.
In bicicletta lungo la Loira: un viaggio tra castelli, vigneti e villaggi incantati
05/04/2025 in News
Quando si parla di cicloturismo in Francia, il pensiero corre subito alla Loira, una delle regioni più affascinanti da esplorare in sella a una bici. Il mio viaggio è iniziato a Orléans e si è concluso a Nantes, seguendo per circa 800 km il corso del fiume Loira, tra castelli fiabeschi, paesaggi rurali, e città ricche di storia. Un’esperienza indimenticabile, fatta di pedalate lente, soste panoramiche e sapori autentici.
Giorno 1: Da Orléans a Blois – 70 km
Orléans è una città accogliente, perfetta per iniziare l’avventura. Dopo un giro per le stradine del centro e una visita alla cattedrale gotica di Sainte-Croix, ho imboccato la Loire à Vélo, la ciclabile che accompagna il fiume. Il percorso è pianeggiante e ben segnalato, ideale anche per chi non è un ciclista esperto. Arrivato a Blois, mi sono concesso una visita al Castello Reale, un mix unico di architetture rinascimentali e gotiche.
Giorno 2: Da Blois ad Amboise – 45 km
Questo tratto è un vero tuffo nel Rinascimento. Lungo la strada ho fatto tappa al Castello di Chaumont-sur-Loire, noto per i suoi giardini spettacolari. Arrivando ad Amboise, ho visitato la dimora di Leonardo da Vinci, il Clos Lucé, dove l’inventore trascorse gli ultimi anni della sua vita. Pernottare in uno dei B&B locali è un modo perfetto per assaporare l’atmosfera storica.
Giorno 3: Da Amboise a Tours – 40 km
Una tappa breve ma ricchissima. Prima sosta a Montlouis-sur-Loire, per degustare un bicchiere di vino locale. Il paesaggio è punteggiato da vigneti e piccole case in pietra. Tours è una città vibrante e giovane, con una splendida piazza centrale (Place Plumereau) dove cenare all’aperto e recuperare energie.
Giorno 4-5: Da Tours a Saumur – 100 km (in due giorni)
Questo è stato il tratto più verde e rilassante del viaggio. Ho attraversato Villandry, celebre per i suoi giardini geometrici, e ho dormito in un piccolo agriturismo a Chinon, circondato dai vigneti. Il giorno seguente, arrivo a Saumur, città di cavalli e castelli. Il panorama dalla fortezza che domina la Loira è mozzafiato.
Giorno 6: Da Saumur ad Angers – 65 km
Il percorso si fa più selvaggio, con tratti lungo l’argine del fiume e sentieri immersi nella natura. Angers è una perla nascosta, con il suo castello medievale che ospita l’Arazzo dell’Apocalisse, un capolavoro unico al mondo.
Giorno 7-8: Da Angers a Nantes – 90 km
Ultime tappe di un viaggio da sogno. A Saint-Florent-le-Vieil ho ammirato uno dei tramonti più belli sul fiume. Nantes, città natale di Jules Verne, è un mix tra storia industriale e modernità creativa. Qui ho concluso il mio viaggio, con una birra artigianale in mano e la soddisfazione nel cuore.
Consigli pratici:
Periodo migliore: da maggio a settembre.
Tipologia di bici: da trekking o gravel, ma anche una bici elettrica può essere una buona opzione.
Segnaletica: eccellente lungo tutta la Loire à Vélo.
Alloggi: campeggi, B&B e agriturismi bike-friendly ovunque.
Cibo: imperdibile il formaggio di capra, il vino bianco della Loira e le galette bretoni.
Pedalare lungo la Loira è più di un viaggio: è un’immersione nella cultura francese, nella lentezza e nella bellezza. Ogni curva del fiume nasconde una sorpresa, ogni tappa una storia. Se cerchi un’avventura che unisca natura, storia e buon cibo, questo itinerario è perfetto.
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