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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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by Matteo

Conclusi i lavori sul ponte di San Donato a Bologna: nuove corsie ciclabili per una mobilità più sicura

18/10/2024 in News


A Bologna si sono conclusi i lavori di riqualificazione del ponte di San Donato, partiti lo scorso 10 luglio. L’intervento ha avuto l’obiettivo di migliorare la viabilità e aumentare la sicurezza, offrendo spazi più ampi e confortevoli per tutti gli utenti della strada. Uno dei principali risultati è stata la creazione di una pista ciclabile bidirezionale, che rappresenta un passo importante verso una città più attenta alla mobilità sostenibile.

La nuova pista ciclabile, larga 2,5 metri e rialzata rispetto alla carreggiata, si estende lungo i 400 metri del ponte e si distingue per il suo caratteristico colore rosso. Questo percorso, progettato per garantire maggiore sicurezza ai ciclisti, dà continuità alle piste ciclabili di via San Donato, collegando i viali cittadini fino al confine con il comune di Granarolo.

Il ponte di San Donato, con questa rimodulazione, ha visto anche un’ottimizzazione delle corsie per il traffico automobilistico, integrando spazi meglio distribuiti per garantire un flusso più ordinato e sicuro. Il progetto risponde all’esigenza di una città in continua evoluzione, che punta a migliorare la qualità della vita e a incentivare forme di mobilità ecologica.

La realizzazione della pista ciclabile sul ponte rappresenta un segnale importante per promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano, riducendo il traffico e l’inquinamento, e rendendo Bologna una città più vivibile e sostenibile.

by Matteo

Multa da 10mila euro per una bici elettrica modificata

17/10/2024 in News

Ad Aquileia, in località Beligna, un uomo di 32 anni è stato sorpreso dai carabinieri mentre sfrecciava a 60 km/h su una pista ciclabile con una bicicletta elettrica modificata. Il mezzo, equipaggiato con un motore elettrico potenziato, è stato immediatamente sequestrato, e al ciclista è stata inflitta una multa di ben 10.000 euro.L’uomo, evidentemente ignaro delle conseguenze legali delle modifiche apportate al proprio veicolo, stava percorrendo la ciclabile a una velocità ben oltre i limiti consentiti. Le biciclette elettriche, infatti, devono rispettare precise normative che ne regolano la potenza del motore e la velocità massima, fissata a 25 km/h per essere considerate legalmente biciclette. Superare questa soglia, sia in velocità che in potenza, trasforma il mezzo in un ciclomotore, soggetto a normative molto più restrittive, tra cui la necessità di immatricolazione, assicurazione e l’obbligo di utilizzo del casco. La vicenda solleva un problema cruciale riguardante la sicurezza sulle piste ciclabili. Queste sono progettate per un uso sicuro da parte di biciclette e pedoni, e velocità elevate come quella raggiunta dal ciclista in questione rappresentano un pericolo non solo per chi guida, ma anche per gli altri utenti della strada.Le autorità locali, preoccupate per l’aumento di casi di biciclette elettriche modificate, stanno intensificando i controlli per garantire il rispetto delle normative e la sicurezza di tutti. Questo episodio sottolinea quanto sia importante che i ciclisti siano consapevoli delle leggi e delle implicazioni delle modifiche ai loro veicoli. Oltre alla multa di 10.000 euro, l’uomo ha subito il sequestro della bicicletta, che verrà probabilmente confiscata definitivamente. Il veicolo, modificato in modo tale da farlo rientrare nella categoria dei ciclomotori, non rispettava infatti le normative in vigore, privando il ciclista della protezione legale garantita ai possessori di biciclette regolari. Le autorità ricordano che alterare le caratteristiche tecniche di una bicicletta elettrica può avere gravi conseguenze legali e penali, oltre a rappresentare un rischio significativo per la sicurezza pubblica. Questo caso serve come monito per tutti coloro che desiderano potenziare i propri mezzi senza considerare i rischi associati.

by Matteo

Ciclovia VenTo, arriva l’asfalto.

16/10/2024 in News


Sono ufficialmente iniziati i lavori per l’asfaltatura di un tratto della ciclovia VenTo, il grande progetto che prevede la realizzazione di un percorso ciclabile lungo il Po, collegando Venezia e Torino. I primi interventi hanno preso il via tra Valenza e Trino, un segmento di 45 chilometri che vedrà un significativo miglioramento grazie a un nuovo fondo stradale asfaltato, rendendo il tragitto accessibile a una più ampia gamma di utenti.

Il progetto VenTo: una ciclovia per tutti

Il progetto VenTo, acronimo di Venezia-Torino, prevede la costruzione di una ciclovia di circa 680 chilometri, che correrà lungo il fiume Po attraversando quattro regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto). Questo percorso non solo sarà un importante collegamento ciclabile interregionale, ma anche un volano per il turismo sostenibile e la valorizzazione del territorio fluviale. Con l’asfaltatura del tratto Valenza-Trino, si compie un passo significativo verso la realizzazione di una delle più ambiziose ciclovie italiane. L’asfaltatura del tratto tra Valenza e Trino è coordinata dall’Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po), che si sta occupando dei lavori necessari per completare il lotto di 45 chilometri. Il costo complessivo di questa fase supera i 5 milioni di euro, finanziati attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), strumento chiave per accelerare la realizzazione di opere strategiche sul territorio nazionale. Oltre ai benefici legati alla mobilità sostenibile, la ciclovia VenTo rappresenta una grande opportunità per lo sviluppo economico delle aree attraversate. Il percorso ciclabile, infatti, permetterà di attrarre turisti, incentivando il turismo lento e rispettoso dell’ambiente. Lungo il tragitto, ciclisti e visitatori potranno scoprire borghi storici, aree naturali protette e luoghi di interesse culturale che, grazie alla nuova infrastruttura, saranno più facilmente raggiungibili.

by Matteo

Pedalando dalla Valle d’Aosta al Colle del Gran San Bernardo: un viaggio tra storia e natura

16/10/2024 in Territorio

Il percorso cicloturistico da Aosta al Colle del Gran San Bernardo è una delle esperienze più affascinanti per gli amanti della bicicletta, dove si fondono la bellezza del paesaggio alpino e la ricchezza storica dei borghi valdostani. Questo itinerario, che segue antiche vie di comunicazione, offre una pedalata impegnativa ma ricca di soddisfazioni, perfetta per chi desidera immergersi in un ambiente autentico e poco battuto dal turismo di massa.

Partendo dalla città di Aosta, antica colonia romana, la salita comincia dolcemente lungo la strada statale 27. Dopo alcuni chilometri, si incontra il pittoresco borgo di Gignod, riconoscibile dalla sua chiesa con il caratteristico portale gotico. Questo piccolo paese offre una prima sosta panoramica, con vedute che iniziano a svelare le maestose montagne circostanti. Gignod è il luogo perfetto per una breve pausa, ammirando le testimonianze architettoniche e immergendosi nell’atmosfera tranquilla di un villaggio di montagna.

Proseguendo la salita, la strada si snoda tra tornanti che offrono scorci sempre più suggestivi fino a raggiungere Étroubles, uno dei borghi medievali meglio conservati della Valle d’Aosta. Étroubles è noto per il suo museo a cielo aperto, che arricchisce le vie del paese con opere d’arte contemporanea. Pedalare tra le strette strade lastricate, circondate da edifici in pietra e legno, trasporta i ciclisti in un’epoca lontana, quando i pellegrini percorrevano la Via Francigena diretti verso Roma. È una sosta imperdibile per chi ama l’arte e la storia.

Salendo ancora, a pochi chilometri dal confine con la Svizzera, si attraversa Saint-Oyen, un piccolo borgo dove le case in tipico stile valdostano si integrano perfettamente con il paesaggio montano. Qui si trovano due edifici di grande interesse storico e religioso: la casa ospitaliera dei canonici del Gran San Bernardo e il monastero Regina Pacis. Questi luoghi raccontano la lunga tradizione di accoglienza e assistenza ai viaggiatori, che ancora oggi riecheggia lungo le vie del borgo.

L’ultima tappa italiana prima di affrontare l’ascesa finale è Saint-Rhémy-en-Bosses, celebre per il suo prosciutto crudo DOP, il “Vallée d’Aoste Jambon de Bosses”. Questo piccolo paese offre l’occasione di ricaricare le energie con prodotti locali d’eccellenza prima di affrontare gli ultimi chilometri di salita. È anche possibile visitare uno dei produttori locali di prosciutto, scoprendo i segreti di questa prelibatezza che porta con sé i sapori e i profumi della montagna.

Superato Saint-Rhémy, il percorso si fa più impegnativo: la strada si restringe e comincia a inerpicarsi verso il Colle del Gran San Bernardo, uno dei più antichi valichi alpini, attraversato nei secoli da Celti, Romani e pellegrini medievali. Qui, ogni curva regala panorami mozzafiato, e la sensazione di essere immersi in un paesaggio senza tempo si fa sempre più intensa. Prima di raggiungere il passo, un bivio sulla destra porta alla strada che, in circa 10 chilometri, conduce al valico vero e proprio. Questo è un tratto iconico per i cicloturisti, dove la storia si intreccia con la bellezza naturale delle Alpi.

Arrivati al passo, si entra per pochi metri in territorio svizzero, dove si trova il celebre ospizio del Gran San Bernardo. Fondato nel Medioevo per dare rifugio ai viaggiatori e ai pellegrini, l’ospizio è anche famoso per aver allevato i cani San Bernardo, noti per i loro soccorsi in alta montagna. Questo luogo carico di storia segna la fine della salita e rappresenta il culmine di un viaggio straordinario, sia dal punto di vista sportivo che culturale.

Il percorso da Aosta al Colle del Gran San Bernardo è una sfida che premia chi la affronta con paesaggi straordinari, borghi ricchi di fascino e una profonda immersione nella storia millenaria della Valle d’Aosta. Un’avventura perfetta per chi ama unire la passione per la bicicletta alla scoperta delle bellezze del territorio.

by Matteo

Piacenza: al via i lavori per la nuova pista ciclabile tra Mucinasso e il centro città

15/10/2024 in News

Il Comune di Piacenza ha ufficialmente affidato alla società I.C.G. Srl di Curtatone (Mantova) la realizzazione del primo stralcio della nuova pista ciclabile che collegherà la frazione di Mucinasso con il centro abitato di Piacenza, lungo la strada provinciale 6. Questo progetto, suddiviso in cinque fasi funzionali, rappresenta un intervento significativo per migliorare la mobilità sostenibile nel territorio piacentino.

La nuova pista ciclabile avrà un ruolo cruciale nel potenziare la sicurezza stradale per i ciclisti e favorire l’uso di mezzi di trasporto ecologici. L’obiettivo è incentivare gli spostamenti in bicicletta, contribuendo così a ridurre il traffico veicolare e le emissioni inquinanti. La scelta di sviluppare questo collegamento lungo una delle principali arterie di collegamento tra Mucinasso e Piacenza è frutto di una pianificazione volta a migliorare l’accessibilità e la qualità della vita dei residenti.

La società I.C.G. Srl, già nota per la sua competenza nella realizzazione di infrastrutture di questo tipo, garantirà l’adeguato avanzamento dei lavori, rispettando i tempi previsti e i più alti standard qualitativi. Questo progetto, oltre a rappresentare un’importante novità per gli abitanti della frazione e del capoluogo, si inserisce nelle politiche comunali di sviluppo sostenibile e di promozione della mobilità alternativa.

Il completamento del primo stralcio sarà solo l’inizio di un’opera strategica che, una volta conclusa, collegherà in maniera sicura e funzionale Mucinasso al cuore di Piacenza, offrendo ai cittadini un’infrastruttura moderna e rispettosa dell’ambiente.

by Matteo

Bike to Work IPA Marca Trevigiana: al via la seconda edizione il 21 ottobre

15/10/2024 in News


Il 21 ottobre 2024 prenderà il via la seconda edizione dell’iniziativa “Bike to Work” promossa dall’Intesa Programmatica d’Area (IPA) Marca Trevigiana. L’obiettivo è ambizioso: ridurre il traffico urbano e incentivare uno stile di vita più sano attraverso l’uso di mezzi di trasporto sostenibili come biciclette, monopattini o semplicemente camminando. Il progetto punta, inoltre, a sostenere le attività economiche locali attraverso incentivi economici a favore dei lavoratori che scelgono una mobilità “slow” per raggiungere il luogo di lavoro.

I comuni partecipanti

La rete di comuni coinvolti nell’iniziativa si estende su un territorio densamente popolato, con circa 300.000 abitanti. I 18 comuni aderenti, che fanno parte del progetto “La Grande Treviso – Next Generation City”, sono: Treviso, Breda di Piave, Carbonera, Casale sul Sile, Casier, Mogliano Veneto, Monastier di Treviso, Morgano, Paese, Ponzano Veneto, Povegliano, Preganziol, Quinto di Treviso, Roncade, San Biagio di Callalta, Silea, Spresiano e Villorba.

Incentivi economici attraverso i buoni spesa

Anche quest’anno, i comuni aderenti hanno stanziato un fondo dedicato all’erogazione di buoni spesa per i cittadini residenti che partecipano all’iniziativa. Il sistema è basato su un meccanismo di accumulo di punti, proporzionale agli spostamenti sostenibili effettuati. Questi punti danno diritto a buoni spesa da utilizzare presso le attività commerciali locali aderenti al progetto. Ogni quattro mesi viene effettuato il calcolo dei punti validi accumulati e, per ogni 1.143 punti, viene emesso un buono spesa del valore di 10 euro. Gli spostamenti registrati attraverso l’app contribuiscono anche a monitorare il risparmio complessivo di emissioni di CO2.

Come partecipare

La partecipazione al Bike to Work IPA Marca Trevigiana è semplice, ma richiede alcuni passaggi chiave:

1. Essere un cittadino residente in uno dei 18 comuni aderenti.

2. Lavorare in una sede che può anche essere al di fuori dei comuni promotori.

3. Scaricare l’app “Eco Attivi” (disponibile per Android e iOS).

4. Registrare i propri dati personali, la residenza e il luogo di lavoro nell’app.

5. Attivare il tracciamento degli spostamenti nella sezione “Bike to Work” dell’app e iniziare a registrare i tragitti casa-lavoro.

I partecipanti potranno accumulare punti utilizzando mezzi di trasporto sostenibili come biciclette (anche elettriche), monopattini (anche elettrici) o camminando.

Le novità per l’edizione 2024/2025

Rispetto alla prima edizione, la nuova edizione introduce alcune novità interessanti. Ogni chilometro risparmiato rispetto all’utilizzo dell’auto viene convertito in 20 punti (0,175€). Il numero massimo di punti accumulabili in un giorno è di 200, corrispondenti a un risparmio di 10 km di tragitto in auto, mentre il massimo annuale raggiungibile è di 40.000 punti, pari a 350€.

Un’opportunità per tutti

Bike to Work IPA Marca Trevigiana non è solo un’iniziativa per promuovere uno stile di vita più attivo, ma anche una forma concreta di sostegno all’economia locale. Le realtà commerciali del territorio, infatti, possono sempre aderire all’iniziativa, accettando i buoni spesa che i lavoratori potranno spendere nei loro esercizi.

L’iniziativa non solo contribuisce a ridurre il traffico e le emissioni di CO2, ma rappresenta un esempio virtuoso di sinergia tra pubbliche amministrazioni, cittadini e attività economiche locali, in un’ottica di sviluppo sostenibile e innovativo per il territorio della Marca Trevigiana.

by Matteo

Presentato il Progetto della Ciclabile Trento-Aldeno: Un Nuovo Collegamento per la Mobilità Sostenibile

14/10/2024 in News


Nella giornata di sabato è stato presentato il progetto della nuova ciclabile che collegherà Trento e Aldeno, un’iniziativa che rappresenta un importante passo avanti nel piano di mobilità sostenibile della provincia autonoma di Trento. Il progetto, discusso anche nei giorni precedenti in piazza Dante dalla sindaca di Aldeno Alida Cramerotti e dal presidente della provincia Maurizio Fugatti, coinvolge vari attori istituzionali, tra cui i dirigenti Carlo Benigni, responsabile del Servizio opere stradali e ferroviarie di Apop, e Giancarlo Anderle, dell’Unità di missione per le Opere stradali minori.

Tra le soluzioni progettuali discusse, spicca la possibilità di far passare la ciclabile lungo la strada provinciale SP21, nota come “via” della Gotarda. Questa strada potrebbe essere declassata per lasciare spazio a ciclisti e pedoni, in un’ottica di riorganizzazione delle infrastrutture a favore della mobilità dolce. Un’altra ipotesi prevede l’integrazione del nuovo ponte sopra l’autostrada A22 a Mattarello, progetto guidato dall’Autostrada del Brennero, che potrebbe diventare parte integrante del tracciato ciclabile. Inoltre, è stata considerata la costruzione di un sottopasso alla SP21, garantendo così maggiore sicurezza e continuità del percorso.

Il costo stimato per la realizzazione della ciclabile ammonta a circa 3 milioni di euro, e il progetto è già stato inserito nel prossimo aggiornamento del Documento di programmazione delle opere provinciali (DOPI). Questo nuovo collegamento rappresenta un tassello fondamentale del piano “mobilità dolce” promosso dalla provincia di Trento, con l’obiettivo di incentivare l’uso della bicicletta e dei mezzi sostenibili, migliorando la qualità della vita e riducendo l’impatto ambientale.

La ciclabile Trento-Aldeno non è solo una via di collegamento, ma parte di una visione più ampia che vede la provincia impegnata nel migliorare le infrastrutture dedicate a ciclisti e pedoni, promuovendo uno stile di vita più sano e una mobilità alternativa all’auto privata. Con questo progetto, Trento conferma il suo impegno verso una transizione ecologica e sostenibile, puntando su soluzioni innovative che guardano al futuro del territorio e dei suoi abitanti.

by Matteo

Silvano Janes: Addio al Pioniere della Mountain Bike Italiana

14/10/2024 in News

Il ciclismo italiano perde una delle sue figure più rappresentative con la tragica scomparsa di Silvano Janes, ex ciclista professionista trentino di 69 anni, venuto a mancare durante il Campionato Europeo Gravel amatori. La gara, tenutasi domenica 13 ottobre sull’Altopiano di Asiago, nel Vicentino, ha visto Janes accusare un malore fatale dopo appena tre chilometri di percorso. L’infarto improvviso che lo ha colpito non gli ha lasciato scampo, nonostante il pronto intervento del personale medico. I tentativi di rianimazione sono durati ben 35 minuti, ma purtroppo ogni sforzo si è rivelato vano.

Silvano Janes non era solo un appassionato del ciclismo, ma uno dei pionieri della mountain bike in Italia, distinguendosi per una carriera straordinaria nel panorama dei cicloamatori. Le sue imprese sportive erano state coronate da numerosi titoli, con ben dieci Mondiali vinti tra strada e mountain bike, l’ultimo dei quali conquistato ad Andorra appena a fine agosto. Oltre ai successi mondiali, Janes aveva collezionato cinque titoli europei e quaranta titoli italiani, a testimonianza di una carriera longeva e brillante, segnata da una passione sconfinata per la bicicletta.

Il ciclista trentino apparteneva alla categoria 65-69 anni, ma la sua energia e dedizione lo avevano reso un punto di riferimento per le nuove generazioni di sportivi. Innumerevoli sono state le sue vittorie nelle competizioni amatoriali, che lo avevano reso un’icona anche oltre i confini nazionali. Janes, nel corso della sua lunga carriera, aveva avuto modo di allenarsi e gareggiare al fianco di grandi campioni del ciclismo italiano, tra cui Francesco Moser e Gilberto Simoni, rafforzando il legame tra il ciclismo professionistico e quello amatoriale.

La sua morte lascia un grande vuoto nel mondo del ciclismo e tra tutti coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo e condividere con lui la passione per questo sport. Silvano Janes rappresentava non solo un atleta vincente, ma un simbolo di determinazione e amore per la bicicletta, valori che continueranno a ispirare chiunque si avvicini a questa disciplina.

La comunità ciclistica e sportiva in generale si stringe attorno alla famiglia e agli amici di Janes in questo momento di dolore, ricordando un uomo che ha dato tanto allo sport italiano.

by Matteo

Pedalare alla scoperta di Vilnius: Un’esperienza cicloturistica tra storia e natura

13/10/2024 in Territorio

Vilnius, la capitale della Lituania, è una città ricca di storia, cultura e paesaggi mozzafiato. Negli ultimi anni, si è anche affermata come una destinazione perfetta per gli amanti del cicloturismo. Esplorare Vilnius in bicicletta offre la possibilità di scoprire la sua anima autentica, muovendosi agilmente tra vicoli storici, spazi verdi e moderne infrastrutture ciclabili. In questo articolo, vi porterò alla scoperta di come godere al meglio di Vilnius su due ruote. Iniziare un itinerario cicloturistico dal centro storico di Vilnius è un ottimo modo per entrare in contatto con il cuore pulsante della città. Le stradine strette e tortuose del centro portano il ciclista alla scoperta di chiese gotiche, barocche e rinascimentali, come la famosa Cattedrale di Vilnius o la Chiesa di Sant’Anna. Non può mancare una sosta alla Torre di Gediminas, da dove è possibile ammirare una vista panoramica sulla città e sui suoi dintorni. Vilnius è anche una città multiculturale e cosmopolita: pedalando si attraversano quartieri come Uzupis, una sorta di “repubblica indipendente” degli artisti, ricca di murales, sculture e piccole gallerie d’arte. Questo quartiere, spesso paragonato a Montmartre, è un luogo che ispira creatività ed è perfetto per chi desidera scoprire l’aspetto più alternativo della città.

La natura a portata di pedale

Uno dei grandi vantaggi di pedalare a Vilnius è la sua vicinanza alla natura. La città è circondata da vaste aree verdi che offrono percorsi ideali per i cicloturisti. Il Parco Regionale di Pavilniai, situato a pochi chilometri dal centro, è un luogo imperdibile per chi ama la natura. Qui, è possibile pedalare lungo sentieri circondati da foreste, colline e fiumi, immergendosi in un ambiente sereno e rilassante.

Un altro percorso consigliato è quello lungo il fiume Neris, che attraversa la città. Lungo le sue rive, una pista ciclabile ben curata consente di pedalare in tranquillità, con splendide vedute del fiume e della città che si affaccia su di esso. Il percorso prosegue verso la campagna lituana, offrendo al cicloturista la possibilità di scoprire paesaggi più rurali e incontaminati.

by Matteo

Percorso cicloturistico da Melfi a Venosa: un viaggio tra natura e storia

12/10/2024 in Territorio


Se sei un appassionato di cicloturismo e ami scoprire nuovi itinerari immersi nella natura, il percorso da Melfi a Venosa è un’ottima scelta. Situato in Basilicata, questo tragitto ti permette di pedalare tra paesaggi mozzafiato e di scoprire borghi ricchi di storia e cultura. Si tratta di un itinerario di media difficoltà, adatto sia a ciclisti esperti che a chi vuole vivere un’avventura tra i dolci pendii della zona.

Partenza da Melfi: alla scoperta del castello normanno

Il percorso inizia a Melfi, cittadina famosa per il suo maestoso castello normanno, uno dei meglio conservati d’Italia. Prima di partire, vale la pena visitare questa fortezza storica, che domina il panorama della città e offre uno scorcio affascinante sulla storia medievale della regione. Da qui, si parte in sella alla propria bicicletta, pronti a immergersi nelle bellezze naturali e storiche che questo itinerario ha da offrire.

La campagna lucana: tra vigneti e campi di grano

Lasciando Melfi, il paesaggio si apre su distese di vigneti e campi di grano che caratterizzano l’area del Vulture. La strada si snoda attraverso dolci colline, con leggeri saliscendi che non risultano mai troppo impegnativi. Il territorio è famoso per la produzione del vino Aglianico del Vulture, un’eccellenza della Basilicata. Se sei un amante del buon vino, lungo il tragitto puoi fermarti in una delle numerose cantine per una degustazione o semplicemente per ammirare i filari di vite che si perdono all’orizzonte.

Arrivo a Venosa: la città di Orazio

Dopo circa 35 km, raggiungerai Venosa, una delle città più affascinanti della Basilicata, nonché patria del celebre poeta latino Orazio. Qui, la storia si respira ad ogni angolo: puoi visitare gli scavi archeologici romani, con l’anfiteatro e le terme, oppure l’Incompiuta, una basilica che rappresenta un mistero architettonico irrisolto. Venosa è anche una città ricca di tradizioni enogastronomiche, per cui non perdere l’occasione di assaggiare i prodotti locali, come il pane cotto a legna e i formaggi tipici.