Scontro frontale tra ciclisti a Spini di Gardolo: 79enne in gravi condizioni
15/05/2025 in News
Un tratto di pista ciclabile tranquillo, immerso nella routine del giovedì mattina, si è trasformato in pochi istanti in teatro di un drammatico incidente. Due ciclisti, diretti in senso opposto, si sono scontrati violentemente poco prima delle 11, in località Spini di Gardolo, nei pressi del ponte dell’autostrada, non lontano dalla casa circondariale.L’impatto è stato tanto improvviso quanto violento: entrambi sono finiti sull’asfalto, uno di loro – un uomo di 79 anni – ha riportato traumi seri ed è in condizioni gravi. L’altro, anch’egli ferito, è stato immediatamente soccorso. Al momento non sono state rese note le generalità dei coinvolti.A lanciare l’allarme sono stati alcuni passanti, sorpresi dalla scena in una zona solitamente pacifica. In pochi minuti sono arrivati sul posto un’auto sanitaria, due ambulanze e le pattuglie della Polizia Locale Trento Monte Bondone, che ha avviato i rilievi per ricostruire la dinamica del sinistro.Un episodio che solleva interrogativi sulla sicurezza della mobilità dolce, in un momento in cui l’uso delle due ruote è in costante aumento. Restano da chiarire le cause dello scontro: velocità, distrazione o magari un punto cieco lungo il tracciato? Le indagini chiariranno.Intanto, l’area dell’incidente è rimasta parzialmente presidiata per consentire le operazioni di soccorso e i rilievi tecnici. La speranza è che le condizioni del ciclista anziano migliorino nelle prossime ore. Sullo sfondo, il silenzio insolito di una pista ciclabile che oggi ha perso, per un attimo, la sua consueta serenità.
Trentino in bici: dove la bellezza si pedala lentamente
14/05/2025 in Viaggi
C’è un luogo in Italia dove la natura non si limita a fare da sfondo, ma diventa compagna di viaggio. Un territorio dove ogni curva racconta una storia, ogni salita regala silenzi e respiri profondi, ogni discesa spalanca orizzonti. È il Trentino, culla di cicloturismo d’eccellenza, terra di montagne maestose, laghi segreti e valli accoglienti. Qui, la bici non è solo sport: è un modo di vivere, di scoprire, di emozionarsi.
Una sinfonia di paesaggi su due ruote
In Trentino non si pedala: si scivola dentro una sinfonia di paesaggi. Le Dolomiti si alzano come quinte teatrali, immobili e imponenti, mentre sotto le ruote scorrono strade perfette, sentieri morbidi, ciclabili che sembrano pensate da un poeta. Le piste si insinuano tra vigneti ordinati come spartiti, attraversano ponti sospesi sul tempo, costeggiano fiumi che sussurrano antiche leggende. E ogni tanto, tra una pedalata e l’altra, appare un campanile, un maso, una piazza dove il tempo sembra essersi fermato.
Ciclabili come racconti
Impossibile parlare di cicloturismo in Trentino senza citare le sue perle: la Ciclabile dell’Adige, dorsale verde che unisce Trento, Rovereto e Bolzano in un viaggio tra castelli e cantine; la Valsugana, con il suo nastro d’asfalto che abbraccia il Lago di Caldonazzo prima di tuffarsi verso il Veneto, tra locande e acque termali. Ma ogni valle custodisce il suo percorso segreto, ogni bosco un sentiero per chi ama l’avventura lenta, il rumore dei pneumatici sulla ghiaia, il profumo di resina nell’aria.
Tra fatica e meraviglia
Qui la fatica si trasforma in bellezza. I passi alpini – Rolle, Mendola, Tonale – parlano agli appassionati come cattedrali della sfida. Ma il Trentino è anche dolcezza: percorsi per famiglie, e-bike che allungano i sogni, servizi pensati per chi cerca accoglienza e sostenibilità. Agriturismi bike-friendly, navette attrezzate, punti ristoro che profumano di polenta e funghi. Ogni dettaglio racconta una cultura dell’ospitalità autentica, discreta, perfetta per chi ama viaggiare con il cuore aperto.
Viaggiare con l’anima leggera
Il Cicloturismo, in fondo, è questo: un modo diverso di stare nel mondo. In Trentino, ogni viaggio in bici diventa un’esperienza interiore. Si parte per scoprire un paesaggio, si torna con dentro qualcosa in più. Una frase detta da un vecchio contadino, il riflesso del cielo in un lago, il rumore del vento tra le pale di un mulino abbandonato. Qui, la lentezza non è una mancanza di velocità, ma un’arte antica che si riscopre a ogni giro di ruota.
Pedalando tra Alpi e colline: alla scoperta della provincia di Cuneo su due ruote
13/05/2025 in Territorio
CUNEO – C’è un angolo d’Italia dove la bicicletta incontra la montagna, la storia e i sapori autentici del Piemonte: è la provincia di Cuneo, un territorio che sembra disegnato per il cicloturismo. Con i suoi paesaggi variegati, che spaziano dalle vette delle Alpi Marittime alle colline delle Langhe, ogni pedalata qui diventa un’esperienza sensoriale.
Uno dei percorsi più suggestivi parte proprio dalla città di Cuneo, elegante e ordinata, con i suoi portici e le piazze ampie, e si snoda verso sud-est, seguendo il tracciato dell’antica ferrovia dismessa Cuneo-Boves-Peveragno, oggi riconvertita in pista ciclabile. Questo tracciato, lungo circa 25 km tra andata e ritorno, è ideale per famiglie, ciclisti amatoriali e per chi cerca un itinerario rilassato ma ricco di scorci panoramici.
Lasciata Cuneo, la strada si inoltra tra campi coltivati e piccoli borghi, con il profilo delle montagne sempre sullo sfondo. Boves, prima tappa del percorso, offre una sosta interessante: il Memoriale della Resistenza e la storica Abbazia di San Dalmazzo raccontano la profondità culturale della zona. Da qui si prosegue verso Peveragno, borgo medievale noto per la fragola profumata e le sue feste tradizionali.
Il dislivello è minimo e l’asfalto è ben tenuto, rendendo il tragitto scorrevole e piacevole anche per chi non è allenato. In primavera e inizio estate, la campagna esplode di colori e profumi, accompagnando i ciclisti con una sinfonia naturale che vale da sola il viaggio.
Ma la vera ricompensa arriva al ritorno, con una sosta in una delle tante trattorie della zona. Tra un piatto di tajarin al ragù di salsiccia e un bicchiere di Dolcetto di Dogliani, il cicloturista trova un’altra dimensione del viaggio: quella del gusto.
La provincia di Cuneo, spesso chiamata “la Granda”, offre molti altri percorsi ciclabili per ogni livello: dalle salite impegnative del Colle della Fauniera per i più esperti, ai dolci pendii delle Langhe per chi cerca un ritmo più lento. Ma questo itinerario tra Cuneo, Boves e Peveragno è perfetto per iniziare a conoscere un territorio che ha fatto della bellezza e dell’accoglienza il suo marchio di fabbrica.
La bicicletta, qui, non è solo un mezzo di trasporto: è un modo per entrare in contatto con un paesaggio vivo, autentico, generoso. E pedalata dopo pedalata, la “Granda” conquista.
Pedalando tra colline e silenzi: un viaggio in bici nella terra di Mondovì
12/05/2025 in Territorio
MONDOVÌ (CN) — C’è un momento, all’uscita dell’ultima curva che risale il colle di Vicoforte, in cui la cupola del Santuario si staglia all’improvviso tra gli alberi, maestosa e silenziosa. È lì che il viaggio in bici nella zona di Mondovì cambia passo: non più solo una sfida fisica, ma una conversazione lenta con il paesaggio.Partito alle prime luci da Breo, il cuore commerciale di Mondovì, ho lasciato il traffico del centro per seguire il corso del torrente Ellero, salendo verso i borghi alti. Un percorso misto, che alterna salite impegnative a discese generose, tra vigneti ordinati e boschi che si fanno sempre più fitti man mano che ci si avvicina all’Alta Langa.La prima tappa è Mondovì Piazza, la parte storica della città, raggiungibile anche in funicolare ma ben più gratificante da conquistare sui pedali. Qui il tempo sembra sospeso tra palazzi barocchi e vedute mozzafiato sulla pianura. Dopo una breve sosta alla Torre dei Bressani, si riparte lungo la provinciale per Vicoforte, dove la Basilica — la più grande cupola ellittica in muratura del mondo — accoglie i viaggiatori come un faro antico.Il percorso continua verso San Michele Mondovì, snodandosi tra stradine secondarie, dove l’asfalto cede spesso il passo alla ghiaia e il cellulare smette di avere campo. È in quei tratti, immersi nel silenzio delle colline, che la bici rivela la sua vera potenza: non come mezzo di trasporto, ma come strumento di ascolto. Il respiro si fa più lento, i rumori della natura diventano chiari, e ogni curva regala una prospettiva nuova sulla valle.Nel pomeriggio, il sole cala dietro le Alpi Marittime, e la strada riporta lentamente verso Mondovì, chiudendo un anello di circa 60 chilometri. Non servono grandi numeri per definire questo itinerario. Bastano poche ore, una bici e la voglia di perdersi nel verde di una terra che ha scelto di non cedere alla fretta.In un’epoca di spostamenti rapidi e turismo frenetico, pedalare nella zona di Mondovì è un atto di resistenza gentile. Un invito a rallentare, a guardarsi intorno, e a ricordare che a volte la vera meta non è un luogo, ma la strada stessa.
Ponza investe sulla mobilità sostenibile: finanziato un nuovo anello ciclabile
12/05/2025 in News
L’isola pontina compie un passo deciso verso un modello di mobilità a basso impatto ambientale. Il Comune di Ponza ha ottenuto un finanziamento di 50 mila euro attraverso il bando nazionale “Bici in Comune”, promosso dal Ministero per lo Sport e i Giovani in sinergia con il Dipartimento per lo Sport, Sport e Salute S.p.A. e ANCI.Si tratta di un risultato significativo, non solo per l’entità del contributo, ma per il fatto che Ponza risulta l’unico ente della provincia di Latina ad essersi aggiudicato i fondi destinati a progetti per la ciclabilità nei piccoli comuni italiani.Il progetto finanziato prevede la realizzazione di un circuito ciclabile ad anello, concepito per collegare le principali aree dell’isola. Il tracciato includerà percorsi esclusivamente riservati alle biciclette in prossimità del porto, mentre nelle zone più esterne e suggestive saranno realizzati tratti promiscui, integrati nel paesaggio e compatibili con la morfologia del territorio.Secondo quanto dichiarato dall’amministrazione comunale, l’infrastruttura avrà una duplice funzione: incentivare forme di mobilità ecologiche e promuovere una fruizione più sostenibile e consapevole del patrimonio paesaggistico isolano.«L’obiettivo è creare un’alternativa concreta all’uso dei veicoli a motore, facilitando gli spostamenti in bicicletta sia per i residenti che per i visitatori», spiegano fonti del Comune. «Questo progetto va nella direzione di una valorizzazione intelligente del territorio, capace di coniugare rispetto per l’ambiente, turismo sostenibile e vivibilità locale».Il percorso ciclabile, una volta completato, rappresenterà un tassello importante all’interno di una strategia più ampia di mobilità dolce, già inserita nei piani di sviluppo territoriale. La realizzazione dell’opera è prevista nei prossimi mesi, con il coinvolgimento di tecnici specializzati e con l’auspicio di un confronto attivo con la cittadinanza.L’iniziativa si inserisce in un quadro nazionale che punta a rilanciare il ruolo delle biciclette come strumento di mobilità quotidiana, anche nei contesti più complessi come quelli insulari, spesso penalizzati da una rete viaria limitata.Con questo progetto, Ponza si propone come esempio virtuoso per altri piccoli comuni che intendano puntare su scelte coraggiose e lungimiranti nel segno della sostenibilità.
La diciannovesima tappa: da Biella a Champoluc, l’Alta Montagna chiama la Maglia Rosa
30/05/2025 in News
Venerdì 30 maggio il Giro entra nel suo tratto più incandescente con la diciannovesima tappa, 166 km da Biella a Champoluc, tra i più duri e selettivi dell’edizione 2025. Una frazione alpina che profuma di sentenza, con quasi 5.000 metri di dislivello e cinque salite da brividi a scandirne il ritmo.
Il cuore delle Alpi e della corsa
Non ci sono facili illusioni lungo il tracciato: Col Tzecore, Saint-Pantaleon e Col de Joux sono tre nomi che fanno tremare i polpacci. Le pendenze toccano il 15%, le strade si stringono, l’altitudine si fa sentire. È la montagna vera, aspra, spietata. La classifica generale può esplodere da un momento all’altro, specie se qualcuno davanti accusa il colpo.
Niente tregua, solo selezione
È la tappa che i big temono e aspettano: non lunga, ma logorante, tutta da correre con la testa e con le gambe. Lungo le rampe del Tzecore o nella discesa del Saint-Pantaleon si potrà tentare il tutto per tutto. Chi sogna il podio di Roma dovrà farsi avanti. Chi barcolla rischia il tracollo.
Il giorno degli attacchi
Con la ventesima tappa ancora più dura all’orizzonte, molti potrebbero azzardare già oggi. Il traguardo di Champoluc, nel cuore della Val d’Ayas, potrebbe diventare scenario di gloria o condanna. Lo scenario è da cartolina, il palcoscenico è pronto: ora tocca ai corridori.
La ventunesima tappa : Roma saluta la corsa rosa tra arte, storia e velocità
01/06/2025 in News
Domenica 1° giugno, cala il sipario sul Giro d’Italia con la ventunesima e ultima tappa, una frazione di 141 km che si snoda interamente nella Città Eterna. Partenza e arrivo a Roma, in un circuito spettacolare tra monumenti iconici e storia millenaria.
Una festa tra i tesori di Roma
Non è solo una tappa: è una celebrazione. La corsa attraverserà alcuni dei luoghi più suggestivi della Capitale – Colosseo, Fori Imperiali, San Pietro, Piazza Venezia – in un percorso ad anello disegnato per esaltare lo scenario unico e offrire uno spettacolo anche televisivo di rara bellezza.
Tappa per velocisti, simbolo per tutti
Il profilo altimetrico è praticamente piatto, ideale per una volata di gruppo. Nessuna insidia tecnica, ma curve e pavé nel circuito finale potrebbero richiedere attenzione e posizionamento tattico. Sarà l’ultima occasione per gli sprinter di lasciare il segno, in uno degli arrivi più scenografici del ciclismo mondiale.
Oltre la corsa: il valore simbolico
La 21ª tappa è una passerella per il vincitore della maglia rosa, per chi ha lottato sulle montagne, per chi ha brillato nelle fughe. È il momento del trionfo collettivo, dove la fatica si trasforma in festa e Roma si fa palcoscenico dell’epilogo del Giro.
La ventesima tappa :Verrès–Sestriere, l’ora della verità tra asfalto e leggenda
31/05/2025 in News
Sabato 31 maggio, il Giro d’Italia entra nel suo atto conclusivo con la ventesima tappa, una frazione di alta montagna lunga 203 km che da Verrès, in Valle d’Aosta, conduce a Sestriere, nel cuore delle Alpi piemontesi. È l’ultima occasione per cambiare le sorti della classifica generale, e tutto lascia pensare che sarà una giornata epica.
Una corsa in due atti: pianura e poi inferno
Il tracciato si apre con una sessantina di chilometri relativamente tranquilli attraverso il fondovalle della Dora Baltea, poi il Canavese. Ma è solo la quiete prima della tempesta. Le salite iniziano a farsi sentire già nelle Valli di Lanzo, con l’ascesa al Colle del Lys, prima rampa di un trittico destinato a segnare la storia di questo Giro.
Il Colle delle Finestre: regina e Cima Coppi
Il momento clou arriva nel cuore della tappa: il Colle delle Finestre, Cima Coppi dell’edizione 2025 con i suoi 2.178 metri di altitudine. Una salita brutale e scenografica, lunga 18 km con pendenze medie del 9,2%, ma soprattutto gli ultimi 8 km su sterrato, in un crescendo di fatica e leggenda. Qui si deciderà chi ha ancora gambe, cuore e coraggio per tentare il colpo decisivo.
Il gran finale a Sestriere
Superato il Finestre, la corsa si chiude con la salita finale verso Sestriere, località iconica del Giro. Non è la più dura tra le ascese, ma dopo oltre 4.000 metri di dislivello sarà l’ultima selezione naturale, dove tutto potrà succedere: ribaltoni, crolli, imprese memorabili.
La Diciottesima Tappa: Morbegno–Cesano Maderno, la quiete prima della tempesta
29/05/2025 in News
Dopo la maestosità delle Alpi e prima delle ultime grandi battaglie in quota, giovedì 29 maggio il Giro d’Italia propone una tappa di transizione: la diciottesima frazione, da Morbegno a Cesano Maderno, 144 km quasi completamente pianeggianti. Una giornata definita dagli addetti ai lavori come “cuscinetto”, ma che potrebbe rivelarsi più tattica di quanto sembri.
Un’occasione d’oro per i velocisti
Il tracciato attraversa la bassa Valtellina, la Brianza e la pianura lombarda senza grandi difficoltà altimetriche: niente salite, niente GPM, solo strade veloci che corrono dritte verso il traguardo. Per i velocisti, spesso messi in crisi dalle montagne, si tratta di una delle ultime occasioni per lasciare il segno in questa edizione della corsa rosa. Le squadre degli sprinter dovranno però lavorare sodo per controllare eventuali fughe, sempre più probabili in tappe brevi e piatte.
Ricaricare le energie, ma restando vigili
La Morbegno–Cesano Maderno non è solo una tappa per velocisti. È anche una giornata fondamentale per recuperare dopo le fatiche del Tonale, del Mortirolo e di Bormio, e per prepararsi psicologicamente alle ultime scalate decisive. Ma attenzione: il chilometraggio ridotto e la velocità media elevata potrebbero rendere la corsa nervosa, specie nelle fasi finali, con rotatorie, curve e restringimenti che aumentano il rischio di cadute.
Cesano Maderno si veste di rosa
L’arrivo in Brianza rappresenta una prima assoluta per la corsa rosa: Cesano Maderno, città simbolo dell’hinterland milanese, accoglierà il Giro con una volata annunciata, ma il finale presenta curve tecniche che potrebbero spezzare il gruppo e premiare i più astuti nel posizionamento.
La Diciassettesima Tappa: Il giorno del giudizio tra Tonale e Mortirolo
28/05/2025 in News
Mercoledì 28 maggio , il Giro d’Italia propone uno degli appuntamenti più attesi e temuti: la diciassettesima tappa, da San Michele all’Adige a Bormio, 154 km di alta montagna e 3.800 metri di dislivello. Pochi chilometri, ma intensissimi: un concentrato di fatica, strategia e spettacolo che potrebbe riscrivere completamente la classifica generale.
Il cuore delle Alpi
La tappa si apre in Val d’Adige, in una partenza che non concede respiro: si sale subito verso il Passo del Tonale, una classica delle Alpi che, con i suoi 15 km e pendenze regolari, rappresenta un primo banco di prova per gli uomini di classifica. Ma è solo un assaggio: la vera sfida è più avanti.
Mortirolo, la montagna maledetta
Dopo la discesa su Ponte di Legno, i corridori si troveranno di fronte a uno dei mostri sacri del ciclismo: il Passo del Mortirolo, scalato dal versante più duro. Con pendenze che sfiorano il 18%, strade strette, ombre fitte tra i boschi e curve che non finiscono mai, il Mortirolo non perdona. È qui che spesso si vincono o si perdono i Giri d’Italia. Più che una salita, è un esame di coscienza per ogni ciclista.
L’arrivo a Bormio: un finale d’alta quota
Dopo la discesa tecnica e spettacolare dal Mortirolo, la strada torna a salire verso Bormio, con un finale nervoso e selettivo che, se non farà distacchi, metterà comunque alla prova le energie residue. Gli ultimi chilometri potrebbero essere teatro di scatti decisivi o di crolli clamorosi. In ogni caso, l’arrivo a Bormio sarà uno snodo fondamentale in ottica maglia rosa.
Una tappa per leggende
La diciassettesima tappa è breve, ma letale: un percorso per scalatori puri, per campioni con coraggio, per gregari trasformati in eroi. E arriva nel momento più delicato della corsa, dopo una serie di frazioni impegnative e alla vigilia di altre tappe alpine. È la classica giornata da segnare in rosso, quella in cui si può vincere il Giro o perderlo.