ATHENS MARATHON
17/11/2017 in Eurovelo8, Rimini - Atene
ATHENS MARATHON
12 novembre 2017
All’una di questa notte ho deciso che tutto quello che avevo pianificato – a livello di vestiario – non andava bene; quindi ho preso la maglia cicloturismo, ho staccato il pettorale e l’ho attaccato sulla maglia della maratona di Firenze.
Non porterò con me il cellulare, niente foto, niente dirette; chi se ne frega! Alla fine la maratona è solo mia e non voglio rischiare di sbagliare qualcosa… 4/5 ore sono eterne, basta un nulla e ti si “brucia” il cervello. Quindi non voglio utilizzare niente.
Voglio cercare di non sbagliare: ogni dettaglio non può essere lasciato al caso, anche in considerazione della mia condizione di salute legata al ginocchio e della mia scarsa preparazione.
Sveglia puntata ore 4:30, ma non c’è stato neanche bisogno di farla suonare!
Preparativi:
ore 4:20 n°8 fette biscottate con il miele, accurata vestizione e partenza a piedi verso la fermata dell’autobus.
Siamo già in tanti, pensavo di essere il primo, invece ci sono già un centinaio di persone che aspettano l’autobus. Tutto perfetto, neanche un minuto di attesa e sono seduto accanto ad un argentino di Buenos Aires, con il quale habliamo spagnolo per tutto il tempo: lui è alla 12° maratona, io alla 4°.
La tensione sale, avverto lo stomaco e la solita sensazione di vuoto, come di vertigini… Mi sono dimenticato l’acqua, OK no problem, risolverò al momento, ci saranno somministrazioni alla partenza.
Arriviamo intorno alle 6:30. Freddo è freddo, ma non so, forse è la tensione… Scendo e poso subito lo zaino alla DHL; tutto preciso, ci danno dei sacchetti di nylon da indossare. Affare fatto, non mi rimane che mettermi a sedere e riposare le gambe, devono riposare il più possibile, ore difficili le attendono. Devo cercare la concentrazione e un’ora prima fare stretching.
Mangio la prima barretta, la seconda mezz’ora prima della partenza.
La tensione sale, l’addome va in ebollizione, speriamo bene! L’attesa, per un ansioso come me, è distruttiva.
Blocco 6, è il mio! Mi incolonno e mi metto accanto a degli italiani. Via! Si parte alle ore 9:10, come da schema. I palloncini non ci sono, cazzo! Come faccio? Devo concentrarmi sull’orologio.
La partenza è un po’ caotica, tantissima gente che passa da tutti i lati, sorpassano a destra, sorpassano a sinistra, ma io non mi lascio prendere dalla fretta, la pagherei alla fine… Il mio passo è tra i 5:40 e i 6:00, perlomeno all’inizio.
Dopo 10 km trovo tre australiani, hanno il passo giusto, marciamo a 6:00, diventeranno i miei tutor; non li mollo, vanno un po’ piano, ma sono perfetti per me. Si fermano a bere, mi fermo a bere, si fermano a pisciare, mi fermo a pisciare.
Sono con loro e con loro vorrei arrivare.
Arrivati al 10° km si incomincia a salire… Non ho studiato il percorso, faccio sempre così, la salita mi abbandonerà al 32° km! E’ un’agonia, ma non mollo… I più camminano, io corricchio e alla fine supero gli australiani perché uno si ferma e non riparte. Arrivati al 32° incomincia la discesa, che per il mio ginocchio non è il massimo, ma quella è e quella devo fare.
Non posso mollare, Euro Velo Marathon la devo concludere per forza, anche strisciando.
Gli ultimo km sono interminabili; a tratti allungo anche, ma una discesa sotto un cavalcavia mi riporta all’ordine: attento Pagni non è finita, fino all’ultimo metro non è finita! 400 metri all’arrivo! Vedo lo stadio, è finita! L’adrenalina esplode, la gente, il pubblico, il tifo è da stadio! Bellissima sensazione entrare in quel luogo di culto, in quel luogo sacro per lo sport… E’ finita, è finita cazzo, è finita davvero! Medaglia e riposo assoluto mi aspettano!
24° Giorno – Acropoli di Atene Partenone
09/11/2017 in Diario di Viaggio, Eurovelo8, Rimini - Atene
Martedì 7 novembre 2017
Oggi Iº giorno di riposo: visita al Partenone
Il Partenone è il più famoso reperto dell’antica Grecia; è stato lodato come la migliore realizzazione dell’architettura greca classica e le sue decorazioni sono considerate tra i più grandi elementi dell’arte greca. E’ un simbolo duraturo dell’antica Grecia e della democrazia ed è universalmente considerato uno dei più grandi monumenti culturali del mondo.
Ritrovarsi in questi posti, ricchi di storia e di cultura, dove quello che è stato fatto in epoche lontane è tutt’oggi visibile e dove i nostri occhi possono godere di quello che i nostri avi ci hanno saputo lasciare è veramente stupendo.
Camminando molto lentamente nell’acropoli è d’obbligo soffermarci, anzi fermarci, sederci e gustare quello che ti sta circondando.
Si sì, proprio così, dobbiamo riabilitare gli occhi 👀 a guardare e non a sorvolare.
Oggi siamo talmente distratti che non ci rendiamo conto di quanta bellezza ci circonda; preferiamo evitare, con l’aria moderna di sufficienza, che non preoccuparci di cosa ci accade intorno.
Siamo diventati distratti e disattenti, viviamo tra le nuvole… Preferiamo un like ad un abbraccio, ormai è più facile condividere con lo smartphone che di persona e scrivere magari frasi riportate che neanche comprendiamo. Ormai le persone girano con il cellulare in mano con gli occhi fissi sul monitor, invece di guardarsi attorno; quanti avi facciamo rigirare nelle tombe! Quanta inventiva buttata al vento! Quanto estro che non sappiamo apprezzare!
Non dovrei camminare, ma continuo a farlo… Continuo a marciare facendo chilometri su chilometri, quando una maratona mi aspetta… Comunque non importa, non sono qua per la maratona, sono qua per guardare e per gustare, perché chissà se ci tornerò mai più. Quindi questi giorni un po’ noiosi, come la pioggia di oggi, rimarranno nella mia mente, rimarranno nei miei ricordi, rimarranno nei miei pensieri.
Oggi, camminando, mi fa anche male il tendine di Achille. Comunque non importa…
23° Giorno – Work in Progress
07/11/2017 in Diario di Viaggio, Eurovelo8, Rimini - Atene
Domenica 5 novembre 2017
da Agioi Theodoroi a Atene
Sono tutto un dolore e non ho voglia di alzarmi, ma ora cerco la concentrazione in qualche cassetto e esco dal letto.
Sarà l’acqua di ieri, ma sono tutto rattrappito e pieno di dolori. Avrei bisogno di fare stretching, ma se non l’ho fatto per 22 giorni, perché devo farlo proprio oggi? Ad Atene ci penserò…
Una colazione improvvisata dal tuttofare dell’albergo, che si districa tra un po’ di hall, un po’ di cameriere e anche un po’ di idraulico. Infatti, quando sono arrivato ieri sera bagnato come un pulcino, l’acqua era fredda! Vabbè, è passato anche quello e soltanto 65 km mi dividono da Atene.
Oggi la prendo come una passeggiata domenicale: non sforzo e non spingo troppo sui pedali. Ho trovato un accordo di sintesi con la mia poderosa: io la rispetto, lei non si spezza, due bacini sul manubrio alla Valentino Rossi e si parte tutti e due in armonia.
Subito dopo la partenza, mi accorgo che la solita vite che regge il portapacchi se n’é andata di nuovo; uso ancora la vite in plastica della Go pro, che però essendo un po’ lunga mi picchia nella gamba. Fortunatamente, dopo poco ho trovato una mesticheria e una vite giusta.
Il tragitto è stato molto rilassante, tra saliscendi che costeggiano il mare. Atene si avvicina, lo si vede dal traffico e dalla strada; gli ultimi 20 km, praticamente, li ho percorsi sulla quattro corsie trafficatissima, ma ormai ci siamo, solo qualche chilometro mi divide dal Partenone. Mi sento un gladiatore nell’arena! E’ d’obbligo un video di ringraziamento a coloro che, un’altra volta, hanno creduto in me: David Tomada della Cicli Pacini, la Threeface che con i suoi indumenti tecnici mi ha condotto in modo sublime ad Atene, NRC con i suoi occhiali leggeri e impercettibili, le fantastiche borse della Vaude impermeabili ed affidabili, la sella SMP nata per viaggiare e tutti coloro che mi hanno dato una mano fisica e morale; tutti coloro che non mi hanno abbandonato, dandomi sempre una parola di conforto e di forza nei messaggi notturni dei sonnambuli come me, e la mattina salutandomi prima di tutti… Grazie alla redazione di Cicloturismo, a Luca e Daniele che mi hanno aiutato a trovare le tracce e da dormire… Grazie a tutti perché un viaggio è un’esperienza di vita e poterla raccontare e condividere, fa che tutto sia più bello.
Sto già pensando al prossimo viaggio, le tre isole: Corsica, Sardegna e Sicilia. Adelante adelante peligro costante.
Ora arriva il II step, la maratona; vediamo, vediamo, anzi marciamo, marciamo.
13° Giorno da Tarragona a Sant Carles de la Ràpita
28/11/2018 in Diario di Viaggio, Forte dei Marmi – Valencia, Tracce
Mercoledì 28 novembre 2018
Oggi altro lungo trasferimento, circa 130 km per avvicinarci all’ultima tappa da 75 che ci porterà a Valencia. La giornata è molto molto tranquilla, non c’è vento e c’è il sole! La stanchezza sulle gambe – dopo 14 giorni – comincia a farsi sentire… Ho saltato la regola della sosta ai 1000 km, perché voglio arrivare un giorno prima e recuperare sulle gambe per affrontare al meglio la maratona.
Stamani, per ben due volte, gomma a terra… Evidentemente il liquido della camera d’aria non regge.
Cerco un meccanico che mi cambi la camera d’aria, per poi ripartire su 14 km di sterrato, che era sicuramente meglio evitare, se non fossero troppo belli da fare. Pausa pranzo e via, per 40 km verso il fine tappa.
Ci ospiterà un albergo un po’ disadattato, che ospita famiglie disagiate e immigrati…
Ma nessun problema, una notte passa veloce e domani Valencia ci accoglierà a braccia aperte!
22° Giorno – Rain man
04/11/2017 in Diario di Viaggio, Eurovelo8, Rimini - Atene
Sabato 4 novembre 2017
da Aigio a Agioi Theodoroi
Come al solito, lo so che sono ripetitivo, il ginocchio sinistro si fa sentire. Devo cercare in tutti modi di sforzarlo il meno possibile. L’asfalto è bagnato perché ha piovuto poco fa e tutto intorno a me il cielo non promette niente di buono.
Dovrei chiedere ancora fortuna al cielo, per entrare in quella forbice che piove prima e dopo ma non durante, cioè quando passo io…
Ma mi sembra che dall’alto ci siano cose più importanti a cui pensare che ad un po’ d’acqua.
Senza la mia dose massiccia di caffè, questa notte ho dormito almeno sette ore e stamani ho fatto anche una buona colazione. Quindi, ora l’obiettivo è in canna, lo punto, senza dubitare neanche un momento e se la poderosa non mi abbandona, arriviamo felici e bagnati a Agioi Theodoroi.
Quando passo su queste strade declassate, che a fianco vedono la modernità di autostrade e ferrovie performanti, mi viene in mente il cartone animato Saetta McQueen. Ve lo ricordate? Dopo essere diventato famoso, si ritrova in un paesino abbandonato e lo riporta ai vecchi splendori! Ma non so se alla fine è un bene o un male, la modernità delle strade lascia dietro paesi che non verranno più visitati e di cui nessuno potrà più godere la bellezza, o chissà, forse verranno ricercati proprio per la loro tranquillità. Un paesino abbandonato, che una volta aveva tutta la sua storia, il suo hotel, la sua officina, la sua pompa di benzina e tutto il resto… Questo è un po’ quello che si nota facendo queste strade secondarie, e che forse è la fortuna di questi piccoli paesi abbandonati.
Oggi mi sento Rain man, l’uomo della pioggia. Ho affrontato la tappa da 115 km praticamente tutta sotto l’acqua, ma con una tranquillità idilliaca. Piano piano ho affrontato tutto quello che mi pioveva addosso, acqua da tutte le parti, dall’alto, dal basso e dalle macchine che passavano. Ma l’obiettivo era arrivare in fondo. Negli ultimi 40 km ci si è messo anche il vento, ma anche questo fa parte del viaggio. Finora è stato un tempo impeccabile, quindi uno o due giorni di acqua su tre settimane di viaggio, è assolutamente un bilancio positivo.
Terminata questa giornata, che non comporta problemi per trovare da dormire, penso già a domani. Sulla carta è tutto semplice, mancano 65/70 km. L’ingresso in una città grossa come Atene però sarà sicuramente complicato: non mi rimane che puntare ancora una volta l’obiettivo e portarlo in fondo.
14° Giorno da Castellón de la Plana a Valencia
30/11/2018 in Eurovelo8, Forte dei Marmi – Valencia, Tracce
30 Novembre 2018
21° Giorno – Mi frulla un’idea malsana nella testa…
03/11/2017 in Diario di Viaggio, Eurovelo8, Rimini - Atene
Venerdì 3 novembre 2017
</divLa nottata è stata piena di pecorelle, visto che alle due del mattino ero già sveglio. Conta, conta, conta, alla fine mi sono addormentato.
Ieri sera mi hanno anche lasciato chiuso fuori dall’albergo, alle 22:00! Come mi successe nell’ultimo viaggio in Argentina, lo scorso anno, a Loncoche. Questa volta ho cominciato a suonare e a prendere a pugni il vetro dell’ingresso, fin quando non si è presentato il bamboccione che, sicuramente, se la stava dormendo sul divano.
Partenza ore 8:30 locali. Ho il ginocchio sinistro dolorante, penso sia il menisco, che tutte le mattine mi fa sempre più male. Speriamo che regga almeno altri quattro giorni.
Più vado a sud, più la mattina è freddo. Stamani alla partenza erano 10°, ma tanto mi vesto a cipolla e dopo, un pezzo alla volta, mi levo il tutto.
Oggi è velato, non c’è il bel sole di ieri, quindi anche le immagini non saranno le solite.
Per tutto il giorno non ho visto niente di significativo, i passaggi sono tutti all’interno; il mare e la costa per oggi rimarranno un ricordo. Arrivo davanti al fatidico ponte che divide Antirrio da Rio: é un ponte lunghissimo e modernissimo, non so se potrò passare in bicicletta. Sull’ingresso del ponte trovo un casello, mi soffermo e chiedo, mi danno l’ok, posso andare e, con un po’ d’ansia, affronto questo ponte in mezzo a una bufera di vento.
Appena rimetto i piedi a terra, visto che é presto, mi frulla un’idea malsana nella testa: anticipare a domenica l’arrivo ad Atene! Non ho più voglia di pedalare solo la mattina e, soprattutto, tentare di arrivare domenica sicuramente mi eviterebbe il traffico pesante.
Ok! Guardo avanti, vedo un paese a 30 km, si chiama Aigio, nome simpatico, ma non tanto quanto gli alberghi, che lì non ci sono… Mi fermo al comando di polizia e chiedo, mi mandano ancora più avanti di circa 2 km. Sono ancora sulla traccia, arrivo ad un albergo, osceno, ma fa al caso mio, ha il ristorante e la sera posso cenare qui.
Poso i bagagli, vado a cercare un posto per mangiare qualcosa, cerco un po’ di ghiaccio e provo a mettere il ginocchio al fresco; vediamo se domani sta meglio. L’idea malsana é quella di fare, domani, 110 km e il giorno dopo circa 70… Detto così sembra semplice, ma vediamo cosa succede, vediamo anche il clima… Le previsioni promettono acqua.
20° Giorno – Una razza, una faccia.
02/11/2017 in Diario di Viaggio, Eurovelo8, Rimini - Atene
Giovedì 2 novembre 2017
da Preveza ad Astakos
Come sempre, la partenza è intorno alle 9:00.
Stamani mi devo recare all’ingresso del tunnel che passa sotto il mare; sì, un po’ come quello della Manica. Ieri ho chiesto a un poliziotto come potevo passare in bicicletta, visto che c’è il divieto. Lui, con molta tranquillità, mi ha risposto di andare davanti al tunnel, fermarmi lì alla telecamera e aspettare. Così ho fatto! Sinceramente avevo un po’ di dubbi, invece non sono passati neanche cinque minuti e si è presentato un signore con un furgoncino che ha caricato sia me che la bicicletta.
Arrivati all’uscita del tunnel, gentilissimo, mi ha reso la poderosa e mi ha lasciato andare senza nessun costo. Quando si dice che le cose funzionano!
Oggi gli occhi hanno goduto del miglior paesaggio di tutto questo viaggio. Il sapore della Grecia, delle isole greche, del mare greco, l’odore del salmastro, le strade perfette e il traffico scarsissimo.
Ho trovato una coppia di cicloturisti danesi, anche loro vanno ad Atene. Una foto e via, si riparte!
Intorno alle 14 sono arrivato ad Astakos, piccolissimo paesetto di pescatori sul mare, molto carino, un solo albergo, che è diventato il mio.
Oggi c’è bisogno di fare il bucato; piuttosto, se non asciuga, parto con la roba un po’ umida, ma c’è bisogno di lavarla.
Finito il bucato vado a cercare la mia solita insalata greca e poi me ne torno in camera a riposare.
Meccanicamente, sto cercando di ridurre i chilometraggi delle tappe, perché sono un po’ in anticipo sulla tabella di marcia. Quindi cercherò di non superare più i 100 chilometri quotidiani, ma stare intorno agli 80, per arrivare lunedì e fare l’ingresso ad Atene con molta calma. In questo modo mi rimarrà una tappa più corta possibile, in considerazione del traffico che troverò all’ingresso della metropoli.
Via, se i call center smettono di chiamarmi, dormo…
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