13° Giorno – Arrivederci Dubrovnik
27/10/2017 in Diario di Viaggio, Eurovelo8, Rimini - Atene
Giovedì 26 ottobre 2017
Con dispiacere lascio Ragusa di Dalmazia, Dubrovnik per i croati.
Sicuramente è un arrivederci e non un addio. Dubrovnik è una di quelle città che ti entrano subito nel cuore, un amore a prima vista.
Oggi avrò una tappa piuttosto semplice – circa 90 chilometri – e dovrebbe essere un giro fantastico, visto che girerò intorno al lago di Kotor, affondato tra le montagne che lo circondano.
Senza imprevisti e con le giuste pause, Kotor è arrivato: un paesino romantico, costruito tutto intorno al lago. Dopo aver preso possesso dell’appartamento e aver pranzato, ho deciso di andarmi a fare una corsetta; sarebbe in programma per domani, ma anticipo ad oggi, visto che la giornata è stata piuttosto breve.
È uscito un articolo che parla di me. Ho chiesto a mia figlia Sara se fosse orgogliosa di suo padre e la risposta è stata immediata e secca: Sì babbo, certo! E allora le ho detto: lo sai che anch’io sono orgoglioso di te! Ha deglutito, secondo me c’è scappata la lacrimuccia…
Le parole non dette… Forse c’era anche una canzone…
Viaggio in Maremma
25/09/2019 in Appunti di viaggio, Viaggi
L’IDEA
L’idea iniziale è di Alberto, che ormai da anni ha il chiodo fisso del viaggio in bicicletta, ma che finora non è riuscito a trovare lo spunto per partire, tra impegni, senso del dovere o piuttosto del rimorso che proverà.
Ma stavolta sembra la volta giusta, parla del suo progetto di viaggio durante una riunione dell’associazione Ciclo Stile e, sorpresa, Danilo e Mirko si interessano all’idea e decidono di partire anche loro.
Durante il viaggio sia Danilo che Mirko chiederanno ad Alberto se la loro presenza ha rovinato l’idea iniziale del viaggio in solitaria; ebbene sì, sono state due presenze ingombranti, due straordinarie, impagabili presenze ingombranti.
Il progetto è quella di scavalcare l’Appennino per un quasi coast to coast in una parte d’Italia non molto pubblicizzata, fatta di piccoli borghi, strade scarsamente trafficate, paesaggi ancora poco contaminati.
Marche, Umbria, Lazio e Toscana le regioni da attraversare, con il promontorio dell’Argentario a fare da punto di svolta.
LE BICI
L’idea base è quella di spendere il meno possibile, per cui occorre riadattare ed equipaggiare le biciclette che usiamo tutti i giorni per spostarci in città (Danilo city bike, Mirko e Alberto mountain bike). Montiamo il portapacchi e ci facciamo prestare le borse da viaggio. Una controllata generale e via, più semplice di così…
LA PARTENZA
La partenza è stata piuttosto dibattuta, perché il purista Danilo vuole partire in bici direttamente da Macerata, mentre Mirko, orario dei treni alla mano, mostra che per il ritorno non c’è una corsa che li possa riportare a casa. Danilo a malincuore cede e così, dopo il ritrovo di rito di fronte alla sede dell’associazione Ciclo Stile, si caricano le bici in macchina e si arriva a Fabriano.
Il ritrovo di fronte alla sede di Ciclo Stile
Alle 8.30 del 26 aprile finalmente si mettono le ruote in terra e si comincia l’avventura.
PRIMO GIORNO: FABRIANO-TODI
Da Fabriano la prima destinazione è Fiuminata, passando per Cancelli e Campodonico. Di macchine neanche l’ombra, strada perfetta, paesaggio splendido, molto freddo, vento sempre contro.
Arrivati a Fiuminata, dopo un breve tratto in pianura si sale per il passo del Cornello, salita bella e leggera, con le cime lì vicine spruzzate della neve caduta il giorno prima.
Facciamo uno spuntino e ripartiamo, lasciamo le nostre Marche ed entriamo in provincia di Perugia. Scendiamo fino a Nocera Umbra
Ancora piuttosto segnata dal terremoto del 1997 e poi prendiamo la Flaminia, l’antica e solitaria via che scorre nella Val Topina a fianco della superstrada.
Giunti a Foligno ritroviamo segnali di civiltà (non ne sentivamo la mancanza) ma anche tanti cittadini che si spostano in bici. La cosa ci fa ovviamente molto piacere; piacere che aumenta molto quando vediamo che la città ospiterà tra due settimane il Giro d’Italia. Subito parte l’idea di venire a vedere il Giro in sella alle nostre bici da corsa.
Usciamo da Foligno e ci dirigiamo verso Bevagna lungo una comoda e poco trafficata strada che scorre a fianco del fiume Topino; l’antica Mevania ci regala un tuffo nel passato medievale, con il suo centro storico ancora intatto e la bellissima piazza.
Ripartiamo e saliamo per il colli Martani (bellissimi vigneti), passando per l’abitato di Bastardo (foto obbligatoria al cartello stradale); quando le forze cominciano a mancare e la fame a farsi sentire intravediamo la sagoma inconfondibile di Todi.
Dopo la ripida discesa verso la periferia chiediamo a una pattuglia di vigili urbani la strada per arrivare in centro. Svogliatamente ci indicano una deviazione, che prendiamo fiduciosi; la fiducia comincia a vacillare quando vediamo un cartello stradale che indica pendenza al 18%. Speriamo sia solo uno strappetto, in realtà sono quasi due chilometri di pura sofferenza, che ci vedono augurare alle sorelle dei vigili urbani tutto il bene possibile.
Arriviamo in centro sfiniti e per fortuna troviamo ad accoglierci un convento di suore che fa ospitalità.
Viaggio: 110 km
Ascesa: 1725
Dormire: casa per ferie Monastero SS. Annunziata (Todi). 25 euro a testa camera tripla, semplice ed accogliente
Mangiare: ristorante Jacopone, cibo buono, prezzi equi, ambiente un po’ triste
SECONDO GIORNO: TODI-PITIGLIANO
Dopo aver depredato la colazione offerta dalle suore nel bellissimo refettorio ripartiamo scendendo da Todi e incontrando subito il Tevere, che ci accompagna fino al lago di Corbara lungo un bellissimo tracciato che scorre in una gola.
Abbandonato il lago prendiamo la deviazione per Lubriano. La strada si inerpica ma alla fatica corrisponde la visione di paesaggi molto belli. Paesaggio che diventa splendido quando arriviamo al piccolo paese di Lubriano, da cui possiamo godere di una vista incomparabile su Civita di Bagnoregio e sulla valle dei calanchi.
Foto e panino, si riparte, salendo ancora un po’ fino ad arrivare finalmente in vista del lago di Bolsena.
Lungo il lago facciamo uno dei pochissimi tratti in pianura che ci sono capitati finora, ma poi si devia e si risale in direzione di Gradoli e poi Pitigliano.
Vediamo le indicazioni stradali per Saturnia e le sue terme all’aperto. La tentazione è grande ma la deviazione ci porterebbe troppo fuori mano.
La vista di Pitigliano, appena arrivati, è incomparabile. Prendiamo possesso della nostra camera, lasciamo i bagagli e non contenti dei chilometri già nelle gambe ripartiamo per Sovana (bellissima), le vie cave e le necropoli etrusche.
Viaggio: 86 km (più 16 km per andare a Sovana)
Ascesa: 1399
Dormire: Rosanna Camilli Camere (Pitigliano). 25 euro a testa camera tripla con cucina. Colazione un po’ scarsetta per ciclisti affamati
Mangiare: Il Grillo (Pitigliano), pici buonissimi, prezzo equo, ambiente caratteristico e ottimo servizio
TERZO GIORNO: PITIGLIANO-PESCIA ROMANA
È il giorno in cui dovremo arrivare al mare, finalmente. Entriamo ufficialmente in Maremma. La strada da Pitigliano verso il Tirreno è tutta in discesa o pianura, tranne una bella salita che porta a Manciano. Dal paese si dovrebbe vedere un panorama splendido, ma il cielo si era già chiuso alla mattina e ora comincia a piovere.
Non ci scoraggiamo certamente e arriviamo all’Argentario passando per Albinia. Piove e i campeggi vuoti non trasmettono quell’allegria che pensavamo di provare alla vista del mare.
Arrivati in prossimità del promontorio si impone la decisione: andare a Orbetello e poi ritornare sulla terraferma passando per Porto Ercole oppure fare il giro panoramico dell’Argentario? Manco a dirlo si sceglie la seconda opzione. Saliamo per una strada piuttosto stretta e trafficata fino a Porto S. Stefano, facciamo pranzo col solito panino e ripartiamo per la strada panoramica, che è veramente bellissima, con scorci stupendi sulla costa sottostante e sull’isola del Giglio. Alla bellezza corrisponde la difficoltà, infatti la strada si restringe e diventa per 4 km sterrata. Con mountain bike professionali sarebbe un gioco da ragazzi, ma con le nostre bici e i bagagli è un’altra cosa. Ma il divertimento resta.
Scendiamo in picchiata verso Porto Ercole e ci dirigiamo verso il Tombolo della Feniglia, il braccio di sabbia e terra che chiude a sud la laguna di Orbetello. Si tratta di una bellissima pineta, dove vediamo con nostra grande sorpresa uccelli di tutti i tipi, daini, cinghiali…la scoperta vale da sola il viaggio!
Ritornati in terraferma dobbiamo fare 1 km di superstrada per arrivare ad Ansedonia e prendere una bella strada litoranea che passa accanto al lago di Burano, una riserva WWF con magnifiche fioriture spontanee.
La strada è tutta dritta e piana e i colori molto belli, ma la fatica, la fame e soprattutto la sete si fanno sentire. Appena passato il confine tra Toscana e Lazio troviamo l’indicazione di un agriturismo e imploriamo di avere un pasto e un letto. Richiesta accolta!
Viaggio: 126 km
Ascesa: 1570
Dormire e mangiare: Corte degli struzzi (Pescia Romana): 30 euro a testa in camera tripla, cena ottima, genuina e abbondante, come la colazione. Accoglienza molto cordiale e informale, tutto bello e buono.
QUARTO GIORNO: PESCIA ROMANA-FABRIANO
Ultimo giorno di viaggio, i chilometri percorsi cominciano a farsi sentire e l’idea del ritorno a casa smorza un po’ l’entusiasmo, per cui si decide di modificare il tragitto inizialmente pensato (arrivare a Orvieto) per una più comoda e corta soluzione, ossia terminare il viaggio in bici a Viterbo e da lì prendere il treno per Orte e poi per Fabriano.
La prima parte del tragitto non è affatto piacevole, perché usciti da Pescia Romana si devono fare circa 10 km di Aurelia. Siamo fortunati perché nel momento in cui passiamo noi il traffico è piuttosto scarso. Con tanto spazio a disposizione si potrebbe trovare il modo di fare una stradina litoranea! Ma forse il problema sta nella massiccia costruzione che vediamo alla nostra destra, quella che doveva essere la centrale nucleare di Montalto di Castro, mai messa in funzione. Finalmente usciamo a Montalto e prendiamo la via di Tuscania. Strada ampia e pianeggiante, circondata solamente da campi di grano a perdita d’occhio.
Tuscania ha un bel centro storico con una splendida terrazza sulla vallata sottostante, ma ci delude a causa della chiusura dei suoi due monumenti più insigni, le chiese romaniche fuori città.
Ripartiamo per Viterbo, altra strada circondata dal nulla. Mirko si ricorda che a Viterbo ci sono terme pubbliche all’aperto, che con un colpo di grande fortuna capitano proprio sulla nostra strada. Vendichiamo così la defaillance di Saturnia.
Con il tipico odore di zolfo addosso risaliamo in bici ed entriamo a Viterbo. Altro colpo di fortuna: nel centro storico, già molto bello, è in corso la festa dei fiori che danno un tocco magnifico alle architetture medievali.
Alle 18.30 prendiamo il treno per Orte e da lì per Fabriano. Alle 23.30 tocchiamo di nuovo la terra marchigiana e torniamo a casa in macchina.
Viaggio (in bici): 62 km
Ascesa: 853 m
Chilometri complessivamente percorsi: 409
Ascesa totale: 5547 m
CHE DIRE?
Il sogno si è avverato, e adesso non si può più smettere di sognare. L’affiatamento e la complicità che si sono creati durante il viaggio sono uno stimolo fortissimo a progettare nuove avventure, perché effettivamente di una piccola avventura si è trattato. Abbiamo speso pochissimo (si potrebbe spendere anche di meno), ci siamo regolati grazie alle cartine o chiedendo indicazioni (gps che?), abbiamo scoperto scorci impagabili. Solo la bici, in quattro giorni, ti può regalare queste soddisfazioni.
Alla prossima…
TRANS AMERICA BIKE RACE
25/09/2019 in Appunti di viaggio, Viaggi
Ilaria Corli, 28 anni – Ultracycler.
Laureata in Matematica e Management dello Sport, attualmente frequenta la Facoltà di Scienze Motorie presso l’Università di Ferrara. Istruttrice di Triathlon e Atletica della Polisportiva Centese e dell’Atletica Corriferrara, in particolare si occupa del settore giovanile che ad oggi comprende 40 ragazzi e ragazze dai 6 ai 17 anni.
Ha partecipato a numerose competizioni podistiche fino alla mezza maratona, ciclistiche, di duathlon e di triathlon. Amante dei lunghi viaggi in solitaria, a piedi o sulle due ruote, per le emozioni di avventura, libertà e crescita interiore che riesce a realizzare.
https://www.facebook.com/Ilaria-Corli-Ultracycling-780548928699256/
ESPERIENZE PASSATE
2013 → Barcellona – Ferrara in solitaria, 1200 km in 6 giorni
2014 → Ferrara – Oslo in solitaria, 2400 km in 12 giorni
2015 → Ferrara – Caponord in solitaria, 4300 km in 30 giorni
Mentre i primi due viaggi hanno avuto prevalentemente una connotazione di sfida personale, con l’esperienza di Caponord 2015 Ilaria ha deciso di condividere il proprio percorso di crescita in quanto inserito in diversi contesti.
L’itinerario rappresenta in primo luogo il simbolo della sua voglia di viaggiare e della sensazione di libertà che solo la bicicletta è in grado di offrire, ma anche l’evoluzione che il ciclismo femminile e l’intero movimento cicloturistico stanno vivendo negli ultimi anni.
Il progetto Caponord è partito infatti da una Ferrara “città delle biciclette”, che grazie ai recenti interventi di viabilità ciclabile, permette a sempre più persone di utilizzare un mezzo ecologico per gli spostamenti quotidiani, e al contempo tenersi in forma all’aria aperta.
PROGETTO 2016
La sfida per il 2016 è il passaggio dai lunghi viaggi in solitaria ed autonomia al confronto e alla competizione ultracycling, mantenendo la caratteristica dell’autosufficienza ed indipendenza: la TRANS AMERICA BIKE RACE, competizione coast to coast di 6.800 km non stop con 65.000 metri di dislivello attraverso 10 Stati, con partenza da Astoria (Oregon, costa Pacifico) il 4 giugno e arrivo a Yorktown (Virginia, costa Atlantico), in autonomia completa senza equipaggi al seguito. Ilaria dovrà provvedere senza aiuti esterni a tutte le esigenze connesse alla competizione: l’approvvigionamento alimentare, le gestione dei pernottamenti e delle eventuali pedalate notturne, le riparazioni meccaniche e quant’altro necessario e complementare alla gara vera e propria. percorso della Trans America Bike Race si sviluppa quasi interamente lungo l’itinerario Cicloturistico denominato “Bikecentennial ’76” percorso per la prima volta nell’estate del 1976 da oltre 4.000 ciclisti per commemorare il bicentenario della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti. Come tappa di avvicinamento principale è prevista la partecipazione alla Race Acrross Italy (Adriatico –Tirreno – Adriatico) prevista per il 23 aprile 2016 valida come prima prova del Campionato Italiano Ultracycling: 808 km non stop con 11.000 metri di dislivello con partenza ed arrivo a Silvi Marina (Te) con giro di boa ad Anzio (Lt) e passaggio attraverso il Parco Nazionale dell’Abruzzo.
Ilaria e Caponord
“Perché Caponord: la scelta della meta del viaggio 2015 rappresenta la realizzazione di un sogno che avevo nel cassetto dal 2010, quando per la prima volta nella mia vita sono salita su una bici da corsa, quella di mio nonno. E’ stato l’anno in cui ho iniziato a praticare triathlon e dei miei primi viaggetti in solitaria. In quell’anno suonavo in un gruppo musicale, e ricordo che più di una volta ho raggiunto la mia band sulla mia bici a 100/150 km da casa, per poi salire sul palco. Con la passione per la bicicletta ho iniziato a documentarmi, a guardare video tutorial su youtube per imparare da sola a stringere i freni, a cambiare la catena, ma anche a fare operazioni elementari come la semplice sostituzione o riparazione della camera d’aria a seguito di una foratura. Mi sono iscritta a vari forum di cicloturisti, dove mi sono sentita immedesimata con molti di loro. Le mete che più leggevo erano al nord, per la grande rete ciclabile del centro Europa e parallelamente per la cultura ciclistica dei paesi anglosassoni.
Leggevo tanti articoli e blog di viaggi che avevano come meta il Capo più settentrionale d’Europa, meta simbolica di molti ciclisti da tutta Europa. Ma i km per me allora erano tanti, troppi, non avevo esperienza. E l’elemento che più mi spaventava del nord è stato il meteo, la piogge quotidiane, il freddo delle montagne che avrebbe richiesto un equipaggiamento invernale oltre che estivo.
La prima scelta di viaggio è stata dunque la Spagna, Barcellona. L’idea di uscire di casa in bici e di arrivare in Spagna, per me amante dei paesi caldi, mi affascinava molto, ma come prima esperienza ho trovato più semplice imbarcare la bici in un grande scatolone e percorrere la strada a ritroso, piuttosto che arrivare in aeroporto alla ricerca disperata di un qualsiasi contenitore dove imbarcare il mio mezzo. Furono 6 giorni durissimi, soprattutto perché non avevo trovato il modo di mettere un portapacchi sull’unica bici da corsa che avevo, cosi decisi di tenere sulle spalle un grosso zaino, del peso di circa 8 kg, che mi massacrò letteralmente le spalle da non riuscire quasi più a stringere i freni gli ultimi due giorni. Questo primo viaggio fu un’esperienza bellissima, di libertà e al contempo una prova con me stessa e mi pentii di aver scoperto la bici solo cosi tardi.
L’anno successivo, ossia lo scorso anno, mi allenai di più, e decisi anche io di percorrere le tanto quotate piste ciclabili del centro europa di Austria, Germania, Danimarca. La meta fu scelta ad Oslo, per comodità di volo diretto di ritorno.
Mi attrezzai questa volta con un portapacchi adeguato, e decisi di viaggiare nella direzione che prediligevo, ossia con la partenza da casa. Raddoppiai i giorni e i km, e quando arrivai sentii che dentro di me la strada non era finita, ma il vento continuava ancora a soffiare verso nord, e che l’anno successivo sarei stata pronta anche io per arrivare a Nordkapp.
In quanto donna, ci tengo a valorizzare l’evoluzione del ciclismo femminile e dell’intero cicloturismo degli ultimi anni. Sono sempre di più le ragazze che si avvicinano alla bicicletta sia come valida alternativa sportiva, che per il senso di libertà e per la vicinanza con la natura che pochi altri sport sanno dare.”
12° Giorno – Ragusa di Dalmazia Dubrovnik
25/10/2017 in Diario di Viaggio, Eurovelo8, Rimini - Atene
Mercoledì 25 Ottobre 2017
Questa mattina mi sono sentito con il mio hermano Enrico Roberto Carrara, per avere un suo parere sul fare una sosta di un giorno a Dubrovnik e far riposare le ossa. Mi ha dato la risposta che volevo: “fermati”! Alla fine, dopo 11 giorni e 1000 km, me lo merito proprio! Poi, se tutto procede senza intoppi, arriverò comunque con qualche giorno di anticipo.
Direi che ho fatto proprio bene a rimanere a Ragusa di Dalmazia, nonché Dubrovnik. Soltanto il giro delle mura di cinta merita stare qui un giorno intero. Oggi c’è il sole, per fortuna, e la vista è veramente da Dio. Non esagero, il viaggiare da soli ti permette di avere tempi tuoi, sempre in equilibrio tra la tua felicità e la tua tristezza; la solitudine ti stringe con le sue forti braccia. La solitudine non ha tempo, è sempre esistita e sempre esisterà, puoi essere solo tra la gente ed essere armonico da solo; non esistono regole, è un equilibrio sottilissimo, tra il sacro e il profano, tra la gioia e il dolore, semplicemente up and down.
Avete mai sofferto di vertigini? La sensazione è quella di mancanza di terra sotto i piedi, un attimo, e l’attimo dopo la ritrovi, questo perfetto sincronismo tra felicità e infelicità.
Oggi mi gira in testa una canzone di Bocelli: “Vivo per lei”… L’ho sentita uscire da una delle piccole traverse del corso principale. Che uomo Bocelli e che strumento musicale gli ha donato la Natura!
E quanta italianità c’è nel mondo, dovunque vai trovi imitazioni dell’Italia e dell’italianità. Se avessimo soltanto il 10% di questa percezione, vivremmo di rendita.
Vecchie storie…
11° Giorno – Un gatto per amico
25/10/2017 in Diario di Viaggio, Eurovelo8, Rimini - Atene
Martedì 24 Ottobre 2017
Sono arrivato a Ragusa, in croato Dubrovnik.
Oggi doveva essere una semplice tappa da 85 km; invece, mai dare le cose per scontato, mai cantare vittoria prima del tempo. Oltre le due frontiere che mi hanno visto passare la Bosnia-Erzegovina e poi rientrare in Croazia, la mia fantastica bicicletta ha deciso di mollare un altro raggino. Anche questa volta sono riuscito a gestire il problema, fortunatamente, ma solo perché si è rotto il raggino di sinistra e non quello dalla parte del cambio . Tutto questo, a livello mentale, riaccende sempre ricordi che ti porti avanti per giorni e ti fanno vivere male l’esperienza… Sembra una bischerata, sembra che stia esagerando, ma l’equilibrio – per chi viaggia in bicicletta – è molto sottile, basta un nulla per destabilizzare la tua serenità.
Quando costruisci un viaggio, lo costruisci in base alle tue attitudini fisiche, psicologiche, ai tuoi gusti; nel gioco inserisci tutto, anche gli imprevisti, ma dover combattere con dei raggi è una cosa assurda! Però fa parte del gioco, anche se non è certo piacevole essere fermati da 5 grammi di acciaio…
Il problema è che non c’è soluzione, e se non c’è soluzione… non c’è il problema! Il raggino, anche se non in tensione, anche se non sollecitato in modo particolare, a un certo punto salta e si rompe. L’unica cosa da fare è mettersi lì tranquilli, respirare piano piano e provare a risolvere il contrattempo.
Il guaio è che non sono ancora al giro di boa, quindi mancano ancora più di 1000 km e, almeno in Croazia, non si trovano né negozi di biciclette, né persone che ti possano dare una mano.
Qual è la soluzione? Non c’è soluzione, c’è solo da pedalare, andando avanti e mettendo chilometro su chilometro dietro le spalle.
L’arrivo a Ragusa/Dubrovnik è stato fantastico: le mura di cinta antiche circondano un paese bellissimo, costruito sul marmo, nel marmo, con il marmo. Ho girato frettolosamente il paese, per vedere più cose possibile, domani deciderò se rimanere ancora una notte qua o allungare verso sud, per avvicinarmi di qualche chilometro ad Atene.
10° Giorno – Odio i lunedì
24/10/2017 in Diario di Viaggio, Eurovelo8, Rimini - Atene
23 ottobre 2017
Sì, stamani mi sono svegliato con in mente la canzone “lunedì”, di Vasco Rossi.
Dopo una nottata insonne in un letto corto, con i piedi freddi e scoperti, la pioggia che batteva proprio sopra la mia camera, mi sono alzato canticchiando quella canzone.
Le aspettative oggi sono molto basse, non so cosa mi aspetta… Le previsioni meteo non sono per niente allettanti: mette acqua tutto il giorno. Scorrendo un po’ il meteo in avanti, guardando le località che avrei dovuto attraversare, ho trovato una forbice di orario di partenza, le 8:30. Infatti mi ha portato bene, perché sono riuscito ad evitare completamente l’acqua.
Il problema subentrato invece è stato il vento, che all’improvviso ha cominciato a soffiare quasi come un vento patagonico; raffiche improvvise che rischiavano di farmi cadere. Comunque, scorrendo sopra la mappa, sono andato avanti di paese in paese, di 5 km in 5, rimandando la resa e la fermata.
Con questo spirito sono arrivato fino a Slivno, “portando a casa” 105 km! Chi l’avrebbe mai detto?
Ho trovato un buon albergo, che mi permetterà di riposare un po’ anche nel pomeriggio.
E anche oggi mi è venuto in mente che ci lasciamo alle spalle una quantità di saluti, di persone, di volti, di facce, che hai incontrato una sera e non rivedrai più.
Quale sarebbe stato il saluto migliore per il cameriere? Io ho usato: ci vediamo nella prossima vita.
La Ciclovia del Sole – EuroVelo 7 Sun Route
24/04/2019 in Eurovelo
Un itinerario ambizioso, una vera sfida per tutti i cicloturisti, un lungo viaggio da Nordkapp a Malta, è questo l’EuroVelo 7 che attraverserà da nord a sud la nostra Italia anche attraverso la Ciclovia del Sole che sta diventando realtà grazie Alla Città metropolitana di Bologna a cui sono stati affidati il coordinamento e l’attuazione del progetto di fattibilità tecnico-economica per il tratto Verona-Bologna-Firenzee alLa Società Telos srl di Roma, che con il coordinamento di Giovanni Cafiero, è incaricata della redazione del Piano di comunicazione e promozione degli interventi e dei territori all’interno del Progetto di fattibilità tecnico – economica della Ciclovia del Sole, tratta Verona – Firenzee alla ovvia attenzione che anche il nostro paese rivolge al turismo in bicicletta.
Un ciclovia è una cosa ben diversa da una ciclabile pedonale come troviamo nelle nostre città o nella loro immediate periferie.
Un ciclovia si individua congiungendo tutte quelle strade ormai divenute secondarie, ex ferrovie, strade bianche che, normalmente, sono state l’embrione di quelle che oggi sono le vie veloci di comunicazione stradale.
Nel nostro paese tutta questa rete di comunicazione stradale, per altro fittissima, oggi finalmente emerge come nuovo asset turistico, individuando, progettando, sperimentando e realizzando, ciclovie e cioè tabellare percorsi, segnalare servizi, evidenziare il patrimonio culturale lungo itinerari non “esclusivamente” dedicate alle biciclette ma a così basso impatto di traffico da renderli perfetti per la pratica del cicloturismo.
Eurovelo è una rete continentale ti itinerari che si stanno da qualche anno concretizzando e strutturando su tutto il territorio europeo grazie all’attenzione dei governi e delle amministrazioni territoriali di fronte al fenomeno ormai incontrovertibile del turismo in bicicletta dove, finalmente, i cicloturisti, ed i ciclisti in generale, vengono considerati un valore sociale oltre che economico.
In questo mutamento di percezione la Ciclovia del Sole, una volta ultimata, sarà strategica per il turismo straniero ma anche una straordinaria occasione per la scoperta di territori che anche per noi italiani restano spesso un titolo al telegiornale, piuttosto che un’uscita autostradale.
Nel prossimo articolo dedicato alla Ciclovia del Sole vi racconteremo la nostra esperienza come primi sperimentatori di questa grande avventura.
A presto.
9° Giorno – Oggi piccolo duathlon
23/10/2017 in Diario di Viaggio, Eurovelo8, Rimini - Atene
Domenica 22 ottobre piccolissimo duathlon 🚲🏃
Atene Marathon si avvicina: 21 giorni mi separano dalla conclusione del viaggio, necessito quindi di qualche ritocco ancora, o meglio, di ripasso nella corsa… Invento qualche allenamento, la mia idea è quella di correre ogni 5 giorni, quindi oggi 22 ottobre, poi 27 ottobre per 15 km, 1 novembre per 10 km e il 6 novembre per 20/22 km. Dopodiché assoluto riposo: a quel punto dovrei essere prossimo ad Atene e non mi resterà che aspettare la disfatta del giorno 12, la maratona di Atene, appunto.
Quindi, stamattina ho deciso di portarmi fuori da Spalato e studiare dove fermarmi, in funzione del percorso da fare a corsa. Al 35° km ho trovato un paesino in festa in mezzo a rocce altissime; è lì che ho buttato l’ancora: Omis sarà l’arrivo di oggi e la partenza di domani.
Ho cercato dove dormire e dopo una lunga trattativa tra i 30 e i 35€, ho preso la camera e sono andato a correre.
Al rientro buona carne alla brace
e visita alla Rocca “Tvrđava Mirabela”, spettacolare, con vista mozzafiato.
Pensiero del giorno:
Il segno del tempo che passa ti lascia cose buone e ti porta cose brutte, e al contrario, ti lascia cose brutte e ti porta cose buone.
Pensare che sono salito su questa torre senza batter ciglio: fino a 20, 25 anni fa, avrei potuto morire soltanto a montare su un ascensore!
Le cose belle, come la fisicità, la vista, la memoria, la forza, ti fanno abbandonare cose brutte come le allergie, le paure, le insicurezze, i gusti, le idee sbagliate. La vita è un mix, è un insieme di cose, è un insieme di sapori, di gusti, che mescolati tra di loro, danno la vera essenza. Alle volte amare, altre volte dolci, ma comunque è pur sempre da assaporare questo sapore della vita e degli anni che passano.
8° Giorno – Le regole della forza
21/10/2017 in Diario di Viaggio, Eurovelo8, Rimini - Atene
Sabato 21 ottobre 2017
Un buon cicloviaggiatore deve sapere anche regolare bene le proprie forze. Oggi ho deciso di fermarmi a Kaštela, a 20 km da Spalato, che sicuramente mi avrebbe offerto molto di più.
Ma avevo necessità di motivazione; volevo riposarmi e volevo regolare la lunghezza del viaggio… Non posso arrivare troppo presto ad Atene e in più devo anche salvaguardare le mie gambe.
Ho pedalato con estrema tranquillità, anche se le altimetrie non sono mancate.
Ho trovato anche un negozio Specialized, incredibile ma vero, dove ho recuperato dei niples e una chiave per i raggi.
Spero di non averne più bisogno, ma nel caso ora ce l’ho! Un’altra cosa utile per viaggiare, oltre a tutto ciò che ho già con me, è una piccola calamita, che permette di recuperare i metalli in posti inaccessibili con le mani.
Una lunga e interminabile salita mi ha condotto a un panorama mozzafiato, la baia o golfo di Traú.
Troppa bellezza mi disordina, ho bisogno di recuperare un po’ di energie, calorie, anche questa volta sono arrivato qui senza cibo né acqua. Sembra strano ma anche in Croazia, quantomeno fuori stagione come adesso, non si trova niente, mi sembra di essere ritornato in Patagonia.
Ho mangiato un pezzo di pizza neanche male direi e mi sono incamminato per gli ultimi 14 km, che mi hanno condotto a Kaštela, dove ho soggiornato nell’omonimo hotel.
7° Giorno – Insonnia, una volta era una discoteca ora un disturbo…
21/10/2017 in Diario di Viaggio, Eurovelo8, Rimini - Atene
Venerdì 20 ottobre 2017
Partenza ore 9:00. Il cielo non prometteva niente di buono, ma con il trascorrere della giornata il sole si è fatto vivo e ha illuminato l’orizzonte. La bicicletta oggi scorre bene sull’asfalto croato, anzi, do 10 come voto alle strade croate: sono ben tenute e l’asfalto è ottimo.
Dopo circa 40 Km il clic di un raggino si è fatto sentire e la giornata ha preso tutta un’altra piega.
Un raggino rotto significa una ruota che balla e l’antagonista del raggino rotto si romperà a sua volta… Questo vuol dire che bisogna intervenire prima possibile. Ho cercato invano un biciclettaio, ma qui non esiste, sono andato in un’autofficina chiedendo assistenza, ma mi hanno mandato a quel paese.
Allora mi sono tirato su le maniche ed ho provato a intervenire da solo, ma non avevo la chiave adatta per stringere i raggini. Mi sono “venute incontro” un paio di pinze e sono riuscito con quelle a stringere la vite che fa da tiraggio. Alla fine sono ripartito, con un’oretta di ritardo, stanco e disperato. Il premio però è stato arrivare in una location spettacolare – un castello – dove proprio oggi c’è un matrimonio, con la struttura in esclusiva. Ho pianto un po’ ed ho ottenuto una buona cena e una camera da principe.
Alla prossima passeggiata non devo dimenticare la chiave per stringere i raggi!
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