9001 Miles – Viaggio in Guinea
La Guinea è veramente un paese incredibile, presenta bellezze naturali estreme e presenta tantissime difficoltà sulla carta, è un paese corrotto.
Sono entrato in Guinea dalla Guinea Bissau facendo le strade secondarie, perso all’interno della foresta tropicale. Ho raggiunto la dogana 2/3 giorni dopo aver superato fisicamente il confine della Guinea, ho trovato il primo grande villaggio seguendo la strada principale, poi da Conakry mi sono diretto seguendo per un tratto la strada principale e poi inoltrandomi nelle montagne Fuda Djallon, praticamente territori inesplorati, veramente impervi.
Sono tornato nel nord della Guinea ho trovato una cascata bellissima, ho raggiunto Tougue e il Parco Kouroussa e da lì ho tagliato tutto il parco dell’alto Niger da nord a sud, andando fino a Kissidougou e poi ho raggiunto seguendo la strada principale il confine con il Costa d’Avorio.
Ho fatto il paese in circa 20 tappe e ho percorso nel paese intorno ai 1600 1700 km.
La strada principale dalla quale sono entrato in Guinea è poco più di un singletrack perso nella foresta, non ho incontrato una persona e non sapevo nemmeno se era la strada giusta perché non funzionava niente.
Ho raggiunto l’ufficio immigrazione dopo 2-3 giorni di viaggio dove non sapevo se la strada era giusta, l’ufficiale quando mi ha visto mi ha sorriso, mi ha fatto il timbro.
Ho spinto la bici nell’acqua, è stato durissimo e bellissimo allo stesso tempo, dovevo andare avanti e indietro perché c’erano delle buche
Ho raggiunto un villaggio poco lontano e c’erano i bambini e le bambine di età diverse, la maggior parte erano adolescenti che lavavano i piatti nel fiume. Quando sono arrivato non se l’aspettavano, mi hanno fatto una festa.
Sono rimasto diverse volte sul filo del rasoio con il cibo perché è veramente difficile, mi ero fermato ad un piccolo villaggio e ho trovato da mangiare e mi ero sentito fortunato perché in Guinea c’è anche questo problema, io fin’ora non avevo avuto problemi di cibo e quindi avevo alleggerito le provviste e non ho trovato cibo quindi mi sono trovato con poca scorta e non c’erano punti, bancarelle o comunque posti dove mangiare e quindi è stato ancora più duro.
Ci sono persone che vedendo un bianco scappano perché hanno paura perché come noi raccontavamo ai bimbi dell’uomo nero loro hanno la storia dello Stregone bianco è in Guinea ci sono persone, donne specialmente nei villaggi, nelle aree più isolate che corrono via.
Arrivato a Conakry ero veramente cotto, mi hanno ospitato una coppia di ragazzi, lei tedesca e lui francese, lei lavora come guardiacaccia. Conakry si estende su una penisola e tutte le cose più importanti come le ambasciate, gli uffici sono sulla punta della penisola. Il traffico è infernale.
A Conakry si può fare vita da espatriati nei locali e nei ristoranti, di fare una vita più agiata, a me piace vedere entrambi i lati così poi sono andato al porto, quello più piccolo, non commerciale e ci sono gli Hangar dove affumicano il pesce. Sono bidonville, sono quartieri periferici, lì ho conosciuto un po’ di ragazzi e mi hanno permesso di andare dentro questi affumicatoi e poi ho fatto amicizia. C’è un forno e loro mettono il pesce sopra e lo affumicano coprendolo con la carta di giornale e per loro il pesce affumicato è un alimento base.
Il carbone è una cosa essenziale per loro perché praticamente cuociono tutto con il carbone quindi mettevano la legna sotto, fanno una specie di intelaiatura e poi sopra coprono con l’erba fresca in modo che l’aria passa fino a un certo punto fino a che non viene fuori il carbone che poi vendono in sacchi lungo la strada. In Africa se uno segue gli assi principali le strade sono perfette, c’è una o due strade principali che fanno il giro del paese e collegano i punti principali e la strada è perfetta.
Ero sperduto nella foresta, mi dicono che c’era una cascata e allora ho lasciato la bici, iniziando ad entrare nella giungla, poi sono arrivano questi ragazzi che mi hanno accompagnato e alla fine ho trovato la cascata, una meraviglia della natura.
L’Africa avrebbe tanto da insegnarci in termini di umanità e semplicità, io prendo lezioni quotidianamente.
Ad un certo punto passo un’area dove c’erano tutte queste formazioni calcaree, sono formichieri poi mi hanno spiegato.
Questo è il Fonio, un cereale endemico della Guinea e delle montagne del Fouta Djallon, è un grano molto piccolo, molto calorico.
Ero in uno dei luoghi più remoti di tutto il viaggio, poi un giorno sono arrivato in un villaggio e mi hanno dato da mangiare gli arachidi crudi e poi mi hanno dato da mangiare del mais.
Ho incontrato una scuola di donne dove imparavano a leggere a scrivere e imparavano la prevenzione contro la malaria.
Il commercio degli arachidi è molto importante, sostiene l’economia per la maggior parte delle famiglie, allora si creano dei mercati dove le persone vendono all’ingrosso.
Ho attraversato, da nord a sud, tutto il parco dell’Alto Niger, questa è la prima volta che attraverso il fiume Niger e lo attraverserò diverse volte in diversi paesi.
Attraversare tutto il parco dell’Alto Niger è stato veramente durissimo, ci ho messo credo 4-5 giorni, le strade variano tantissimo, da terra, a sabbia, a Roccia, tantissime salite, tantissimi discese veramente durissimo, un caldo insopportabile. L’umidità è veramente insopportabile poi a tratti pioveva.
Sono arrivato in quel villaggio con febbre, affamato, stanchissimo e mi sentivo veramente male, allora la sera m’hanno dato da mangiare il riso con sopra delle foglie e dietro c’erano le donne che tagliavano queste foglie e mi arrivava la puzza che sentivo perché stavo male. La notte ho avuto la febbre, ho preso una tachipirina. Il giorno dopo a pranzo ritorna il cacciatore e mi invita a casa sua, ero l’ospite d’onore.
Al confine con il Costa d’Avorio il paesaggio cambia, iniziano delle montagne e c’erano delle foreste di bambù fantastiche che praticamente facevano delle volte a destra e a sinistra, era bellissimo.
Io la conclusione la farei riportando un attimo l’episodio che è successo pochi giorni fa in America, quel poliziotto che ha ucciso quell’uomo nero. Siamo tutti uomini, siamo tutti uguali, siamo nel 2020, non esiste bianco e nero.