9001 Miles – Viaggio in Guinea Bissau
La Guinea Bissau confina a Nord con il Senegal e sotto con la Guinea, è uno stato veramente piccolo, di cui non si hanno notizie. Si parla in portoghese e la moneta è sempre il Franco cfa, è tra gli stati più accoglienti e più caldi che io abbia mai visitato.
Io sono entrato dal Senegal, sono andato a Sao Domingos, poi sono sono andato a Varela nella costa, andata e ritorno sono circa 120 km e poi sono andato verso la capitale Bissau.
Poi sono andato verso Fulacunda e poi mi sono perso nella foresta equatoriale per cercare di scorgere gli scimpanzè e poi sono salito leggermente passando dei fiumi. E poi sono andato verso la Guinea Conakry.
Il visto della Guinea bissau è un visto molto facile da ottenere, almeno in in Senegal, la mattina stessa prima di superare la frontiera mi sono recato in ambasciata e nel giro di 10 minuti ho avuto lo Stamp.
Ero super contento di entrare in Guinea bissau, è uno stato di cui si hanno pochissime notizie, io avevo sognato e programmato di andare in Guinea bissau anche non sapendo quando perchè pur essendo piccolo è un paese veramente interessante. Ci sono diversi ecosistemi, la natura è veramente rigogliosa e poi ho avuto il primo feeling del sentirsi persi all’interno dell’Africa e sentire proprio la grandezza del continente.
Appena entrato sapevo che sarei andato verso Varela, che è un piccolissimo villaggio di pescatori lungo la costa e sapevo che la strada era veramente terribile e quindi la prima cosa che ho fatto per festeggiare ho cercato un ristorante.
C’era questo ristorante e tra le varie cose ho scelto riso con pesce gatto affumicato, che èun piatto tipico.
La strada per andare verso Valera è veramente pessima, l’uomo ha modificato pochissimo e quindi si alternano dei campi di riso ad ampie zone di foresta.
Si incontrano pochissimi villaggi e ero contento perché sentivo proprio l’avventura.
In prossimità dei villaggi invece si incontrano le persone, prevalentemente donne perché svolgono un ruolo fondamentale per la società e dell’economia. Le donne vanno avanti e indietro con i loro carichi di merci, che possono essere frutta, pollo o qualsiasi cosa cercando di vendere le loro cose per poi portare il denaro ricavato dalle famiglie.
Arrivato in un piccolissimo villaggio, avevo dei buchi sui pantaloni, cerco il sarto, gli parlo portoghese veramente pessimo, questo ragazzo mi guarda, mi sorride e mi risponde in italiano.
Lui è Ilario, nativo di un piccolo villaggio sulla strada, è stato in Italia, nel nord Italia diversi anni e poi aveva deciso di ritornare di sua spontanea volontà.
Lui è amava l’Italia, si era trovato benissimo nel nostro paese, allora io gli ho chiesto, non ti mancano tutti i servizi, le comodità che avevi in Italia? Lui mi ha detto che ha lavorato in Italia, aveva messo da parte i soldi che spediva alla sua famiglia, era riuscito a costruire casa e poi ha detto che lui vedeva la nostra vita occidentale troppo fittizia, troppo incentrata sul possesso delle cose. Lui voleva ritornare nella sua semplicità e fare il suo lavoro e stare con con la sua famiglia. Mi aveva detto “voi avete tantissimo ma non avete il tempo di godervi la vita”. Lui mi diceva “ho avuto un’esperienza bellissima ma mi sentivo sempre stressato nel vostro paese”.
La Guinea bissau è un paese molto molto povero, le persone faticano per vivere, ci sono delle grandi difficoltà purtroppo.
Ilario è stato veramente il numero uno perchè, sapendo che andavo a Valera si era preoccupato mi aveva scritto un foglio che dovevo consegnare alla prima persona che incontravo a Valera.
Arrivo a Valera col foglio, incontro un ragazzo e mi porta a casa di sua sorella di Ilario. Quindi sono arrivato lì, lui nel frattempo aveva telefonato e mi hanno accolto nella loro famiglia.
All’interno della casa c’erano diversi ragazzi e ragazze perché poi la famiglia è formata dai figli che a loro volta sono sposati.
Valera si affaccia sull’oceano e ci sono delle spiagge selvagge fantastiche che si estendono per kilometri con dietro tutte le palme e la vegetazione. Io la mattina mi facevo delle bellissime camminate anche qualche bella nuotata perché l’acqua era calda e poi non c’era nessuno.
L’ultimo giorno, prima che partissi vengo a sapere che c’era un ristorante italiano e allora mi sono presentato. Siamo stati insieme tutto il pomeriggio fino alla sera e mi ha raccontato tutta la sua storia, mi ha detto che erano oltre vent’anni che non ritornava in Italia.
Sono ritornato a Sao Domingos perché è non ero riuscito a fare 60 km da Sao Domingos a Varela in un solo giorno e mi ero fermato in un piccolissimo paese dove avevo trovato un prete e quando m’aveva visto con la bicicletta era rimasto sorpreso e mi aveva invitato a fermarmi nella diocesi di Sao Domingos, così tornato indietro mi sono fermato da lui.
Mi ha portato a mangiare la scimmia.
Le persone quando tornano la sera dal lavoro entrano all’interno della foresta, vanno sulle Palme e tagliano il cespo, poi tornano a casa e con un processo lo fanno cuocere lo mettono sotto vapore poi lo spremono e viene fuori l’olio che loro usano come condimento.
Continuo il viaggio e vengono fuori dei paesaggi veramente incredibili, io ero continuamente estasiato, mi sembrava veramente di essere in paradiso.
Mi ero fermato a vedere quest’uomo che stava raccogliendo le reti da pesca con le sfumature color pastello dell’acqua e del cielo
La Guinea bissau è una festa, le persone sono così di cuore, così belle dentro. Io passavo con la bicicletta e tutti mi battevano le mani, mi urlavano, mi incitavano, tutti facevano festa.
Sono arrivato a Bissau, è la capitale della Guinea bissau, è una città veramente piccola, c’è un grandissimo mercato all’esterno della città e poi c’è il centro città.
Mi sono fermato un paio di giorni, ho preso il visto della Guinea conakry, sono andato all’ambasciata e sono stati molto gentili.
Sono andato nella parte sud della Guinea, che è la parte più remota dove mi sono veramente inoltrato all’interno della foresta per cercare di vedere gli scimpanzè.
Si attraversa il Parco Nazionale di Terra Fares è di Fulacunda e ci sono i coccodrilli, gli ippopotami, i lamantini che sono una specie di leoni marini.
Mi sono inoltrato nelle stare più piccole e ero rimasto senza cibo avevo finito le provviste poi andando avanti ho trovato una signora che aveva le ciambelle.
Queste persone che sono state gentilissime, le persone spontaneamente ti offrono cibo.
Uno degli incontri più singolari che ho fatto all’interno del viaggio, un calciatore, era attentissimo lui camminava, mi dava di spalle era attentissimo io con la bicicletta silenziosissima a un certo punto mi ha sentito, si è girato col fucile. Io mi sono fermato, ci siamo guardati, io gli ho indicato la camera e allora si è messo in bella posa.
Ricordiamoci di come stiamo perché persone nel mondo soffrono la fame, soffrono la sete, ricordiamoci sempre che tantissime persone vivono in condizioni al limite dell’umano.
Ero perso ancora nelle strade, questo era un corridoio naturale di elefanti, bufali e macachi.
Ho viste le scimmie, sia i macachi che gli scimpanzè, sono arrivato veramente in fondo nella foresta.
Le strade pessime, un pantano allora ho avuto il problema dei piedi da trincea, con i piedi costantemente bagnati sulla pianta si aprono dei tagli e vengono delle bolle.
Ho pedalato oltre le forze, all’interno della giungla c’era questo villaggio di una singola famiglia che allevava capre e maiali. Quando li ho visti sono caduto a terra perché non riuscivo più a stare sui piedi. Il marito e i figli mi hanno raccolto e mi hanno preso in braccio. Sono rimasto con loro almeno 3-4 giorni all’interno della tenda e mi hanno aiutato tantissimo.
Le frontiere illegali sono uno degli ostacoli e dei problemi più grandi per passare l’Africa. Sono dei ragazzi che si mettono in punti isolati e bloccano la strada e possono dare problemi perché praticamente possono essere dei banditi e vanno sempre passati con massima cautela e attenzione.
Avevo scelto di andare di entrare in Guinea conakry per un confine non convenzionale e quindi mi si apre all’interno tutti dei camminatori, delle pedane fatte di legno che superavano delle aree paludose dove c’erano bambini e donne che lavavano i panni e le stoviglie.
È un paese stupendo, pieno di gioia e lo consiglio anche come primo posto in Africa da visitare perché avrete moltissimi degli elementi tipici del continente. Vi divertirete tantissimo, le persone sono strepitose, così come i paesaggi, potrete solo e godere dell’esperienza.