Alain Rimondi – EFFETTO VOLANO NEL VIAGGIO IN BICICLETTA
Paolo Pagni Cicloturismo: Abbiamo con noi Alain classe 1990. Un ragazzo che viaggia per il mondo che porta in giro un po’ di gente a conoscere nuovi posti.
Alain: Intanto grazie Paolo per questa ospitalità calorosa, io sono in video dalle colline modenesi al confine tra la provincia di Modena e Bologna. Sono a casa come tanti di voi e piano piano sto un po’ ricominciando e mi piace, in questo periodo soprattutto, ma in generale portare il mio contributo con la mia piccola esperienza di viaggio e di biciclette.
P: Quant’è che giri in bicicletta?
A: Io mi sono avvicinato al ciclismo nel 2013, non ero assolutamente ciclista, con lo scooter e la motoretta mi ero appassionato ad andare a scoprire da solo o in compagnia già le salite che tu adesso percorri in bici è che ci separano tra le nostre regioni.
Poi nel 2013 qualcosa è accaduto, mi hanno regalato una bicicletta da viaggio ed ho iniziato a pensare come utilizzarla.
C’era il desiderio di vedere dove poter andare con questa bicicletta e premetto che all’epoca avevo terminato da qualche anno gli studi, ero già entrato nel mondo del lavoro ma quando terminato gli studi erano gli anni ancora della crisi e questa bici in realtà mi ha dato il motivo di mettermi in gioco, il motivo di scoprire quello che tanti altri miei coetanei stavano facendo mi ha creato curiosità. Con questa curiosità ho aperto, per cominciare a condividere queste queste prime esperienze, una pagina Facebook che si chiama Fly Wheel Effect, Effetto Volano, che è uno degli effetti dinamici che agiscono quando si va in bicicletta e devo dire che non ci ho pensato tanto ma allo stesso tempo istintivamente si è venuto a creare un nome che ispirava tante principi e tante cose positive che la bicicletta riusciva a trasmettere, a trasmettermi.
Il primo grande insegnamento della bicicletta che mi ha dato è che in uno schiocco di dita non si raggiunge molto ma impegnandosi e pedalata dopo pedalata cercando di andare nella direzione in cui si vuole andare si può arrivare a fine giornata.
Per me dopo pochi mesi è nata questa idea, io non sapevo bene cosa fare del mio futuro e non sapevo bene dove puntare, la bici mi ha fatto pensare a tanti altri giovani che come me erano in Europa, erano attorno a casa mia che stavano vivendo altre vite che magari potevano avere idee migliori delle mie e quindi da lì è partita l’idea di questo giro che è stato il mio battesimo del pedale. Ha impegnato un anno della mia vita, tutto il 2013.
All’epoca abitavo qui in zona, da casa mi ha portato verso Ovest, verso la Spagna, verso il Portogallo, risalire la Francia e poi ho visitato i paesi del nord e sono tornato sulla terraferma dopo le isole dell’Irlanda e della Gran Bretagna e sono arrivato fino al mio punto più in alto, fino a Stoccolma. In tutto 15 paesi, 15.000 km e un anno in sella.
Ho scoperto presto che l’Europa è sicura come il giardino di casa propria. Mi è venuto in mente un episodio del viaggio, era il momento di rifornimenti alimentari quindi come ogni giorno mi fermavo al supermercato, mi sono fermato in un piccolo supermercato lungo la strada, ho parcheggiato la bici, l’ho legata e sono entrato nel negozio. Ho fatto tutta la mia bella spesa, mi sono avvicinato alle casse e cercando il portafogli non lo trovavo. Sono volato fuori ho controllato la bici, per terra. Ad un certo punto da dietro mi è arrivata una mano picchiettandomi la spalla e con un accento francese mi fa “questo è tuo?”
Lui era il guardiano all’ingresso del supermercato e io avevo lasciato il portafogli in cima alle borse sul sellino e qualcuno passando l’aveva visto e gliel’aveva consegnato.
Quando mi sono avvicinato al ciclismo io non ero veramente orgoglioso del mio paese, non ero purtroppo molto orgoglioso paese perché mi ero in quella situazione che vi ho raccontato prima e devo dire che nell’ignoranza della gioventù non avevo neanche più tanto visitato il mio paese. Quindi qualcuno me lo fece notare. E allora quando sono tornato, un anno dopo, ho perseguito quell’obiettivo . Mi sono detto, adesso è il momento di visitare il mio paese perché vedendo l’ospitalità che ho ricevuto, vedendo la considerazione che si ha degli italiani all’estero io mi sono dovuto ricredere. Io ho ricominciato ad amare il mio paese.
Io ho usato la tenda, usato hotel poco costosi, ostelli e bed and breakfast ma subito prima di partire ho conosciuto un sistema di cui ero ignaro, il WarmShower e il Couchsurfing, queste comunità che sono social network di ospitalità gratuita.
Uno scambio reciproco e non obbligato e quindi avendolo provato da ospitato dopo mi sono sentito in dovere, già mia famiglia ospitare e tramite questo si è creata davvero una una rete unica di amicizie che dopo mi sono venute a trovare in Italia.
Da lì ho cominciato, quando venivano, a mostrargli la nostra rinomata cucina, la nostra grande architettura, i luoghi dove ero cresciuto e quindi ho fatto un po’ due più due. La bicicletta è un po’ un approccio particolare alla vita, la dedizione nel costruire piano piano le cose, nel raggiungere i traguardi. Entrare in contatto con le persone, le emozioni rimangono e diventano proprio dei ricordi nella tua vita e quindi questo “effetto volano” che è partito dopo non sia più riuscito a fermarsi.
Sono riuscito a dire “ok voglio continuare a pedalare come posso fare?” E quelle persone che avevo conosciuto hanno cominciato a venire a casa mia e, non tutti erano ciclisti, ma per la realtà delle colline, del Lambrusco, dell’aceto balsamico, si confà ad essere pedalata. Ad essere scoperta a ritmo lento dei pedali e quindi portando in giro queste persone a scoprire il mio territorio, di cui ero diventato orgoglioso, vedendo le reazioni delle altre persone ho detto “ma ci sarà un modo per accompagnare queste persone in bicicletta” e ho scoperto che tanti in Italia lo facevano già e quindi mi sono avvicinato a queste realtà che sono proprio tour operator. Quindi ho cominciato quasi per scherzo, mi sono proposto ho mandato il curriculum e fortunatamente non mi hanno reputato uno scansafatiche ma mi hanno permesso di mettermi in gioco e da lì è cominciato questo lavoro/piacere/carriera nell’accompagnare in bicicletta i turisti in Italia e nel mondo.
Da lì sono diventato accompagnatore libero professionista e adesso lavoro per varie compagnie principalmente accompagno turisti stranieri in Italia e turisti italiani all’estero.
Io ho tratto tante cose da questo periodo, ho sfruttato l’occasione per conoscere ancora di più a fondo il mondo della bicicletta che già conoscevo.
Io sconsiglierei di partire come sono partito io perché ho dovuto affrontare difficoltà tecniche e fisiche e perché avevo un po’ sottovalutato l’esperienza.
Farne esperienza con un cicloviaggiatore è la cosa migliore per chi è al primo viaggio.
Io credo che adesso l’offerta sia nel nostro paese sia in Europa sia all’estero nel mondo del cicloturismo e delle vacanze in bicicletta sia talmente ampia che si stia già ampliando talmente tanto che ognuno può trovare davvero la soluzione migliore. Dal tipo di bici con cui vuole andare in giro, dalla distanza che vuole percorrere, dalla fatica che vuole fare, dal tipo di hotel, dove vuoi andare, dalla dimensione del gruppo.
Volevo rispondere alla tua domanda di prima di cosa secondo me ha portato questo periodo di crisi e se vogliamo di limitazioni.
Tu hai ripetuto più volte l’anno in cui sono nato e secondo me è stato un anno fondamentale, successivo a un anno fondamentale per tutta Europa che è stata la caduta del muro di Berlino dell’anno precedente dell’89. Io posso parlare solo per la mia esperienza solo per la mia piccola piccola esperienza di vita, lasciando da parte un attimo la bicicletta perché è un momento tanto importante adesso secondo me e lo è stato anche allora. Cioè io sono nato nell’Europa libera, nell’Europa senza confini, sono nato in un periodo che era già di pace e questo in qualche modo io sento che mi è stato trasmesso e quindi per la prima volta invece in questi ultimi mesi io mi sono trovato a fare i conti con il dover essere forzato a rimanere in un posto. Sono stato forzato a stare in luoghi chiusi, stato forzato a rimanere in una città e lontano dalla mia famiglia. E questo mi ha profondamente colpito e sicuramente in un periodo dove non si può viaggiare come si vuole, non si può viaggiare liberamente, non si possono liberamente vedere le persone e fare quello che proprio la bici facilita come dicevi tu riunire le persone, farle conoscere, fargli condividere una passione o semplicemente un momento di svago, di piacere, di risata.
Credo di essere stato fortunato perché, aldilà di questo piccolo periodo, la vita mia mi sta dando questa possibilità e credo anche che ci siano tante cose positive di questo periodo. Questo periodo di limitazioni ti ha portato anche a riavvicinarti magari alla tua famiglia, ma soprattutto è ti crea quell’aspettativa e quel desiderio ancora più forte che ti porta poi quando rivedi le persone ad essere entusiasta.
Non tutto il male vien per nuocere, questo periodo ci possa portare tante cose positive sta a noi decidere se accettarle o no, cioè sta a noi pensare positivo, sta noi credere in certe persone. Anche quando si parte per un viaggio e si va lontano, quando si torna a casa tu puoi essere una persona migliore, più ricca, avere imparato cose oppure puoi essere come prima.
Sta a te prendere tutto quello che puoi dall’esperienza della bicicletta quello che il viaggio ti regala. L’avventura ti serve su un piatto tutta una serie di prelibatezze che ti possono arricchire come essere umano, sta a te poi scegliere quelle giuste e il bello che queste non le devi neanche pagare.
Quando le cose buone si portano a casa e diventano parte di te ecco che lì c’è un nuovo “effetto volano”, un nuovo flywheel Effect perché altre cose buone poi girano e arrivano, ti arricchiscono e si creano altre connessioni, altre passioni, altre esperienze sempre positive.
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