Ansia da prestazione pre-gara con gli psicologi Dott.ssa Elena Sgherri e Dot. Andrea Giammaria
Oggi parliamo di ansia da prestazione con due psicologi, la Dottoressa Elena Sgherri e il Dottor Andrea Giammaria del gruppo Eljos, dei problemi mentali che si trasformano in problemi fisici.
Elena: Possiamo distinguere tanti tipi di ansia, legati soprattutto anche alla percezione che noi abbiamo della gara che andiamo a fare.
Cioè quanto teniamo a quel tipo di gara e poi al tempo, una settimana prima il giorno prima e l’immediato pre-gara è tutto molto diverso e il nostro fisico a volte ci gioca degli scherzi non indifferenti anche se siamo perfettamente allenati, abbiamo seguito la dieta giusta, pensiamo di essere pronti, in realtà poi arriviamo lì e non è così, non abbiamo la performance che vorremmo.
Questo perchè i livelli d’ansia salgono e molto spesso con dei sintomi che non ci aspetteremmo, che potrebbe essere l’intestino che non funziona, i battiti del cuore che salgono, potrebbe essere il senso di nausea oppure i crampi allo stomaco e crampi muscolari e questo viene poi gestito gestendo l’ansia.
Paolo Cicloturismo: Voi riuscite a insegnare come gestire questo questo pre gara, la notte prima?
E: Diciamo che fisicamente la notte pregara è la notte in cui si dorme meno o si hanno delle indicazioni dove invece viene detto di dormire di più, di andare a letto presto, poi in realtà il dormire diventa veramente faticoso.
Una delle tecniche che noi utilizziamo per migliorare questa fase è la respirazione diaframmatica.
é una tecnica profonda, che va a gestire la respirazione proprio in profondità, va toccare tutti quelli degli spazi di respirazione non cognitivi.
Quindi si arriva a non doverci pensare, a imparare come si respira in maniera giusta per andare ad aprire il diaframma.
Andrea: Tanti di noi hanno trovato queste situazioni tipiche.
Io, oltre a essere psicologo, sono anche una un amatore sia del podismo, sia del ciclismo che comunque di sport di endurance e tipiche situazioni che abbiamo vissuto tutti sono proprio nel pre-gara dal punto di vista fisiologico: quello del sonno, della difficoltà a dormire e quello della fisiologia, dello stomaco e dell’intestino.
E: Andrea diceva appunto che, oltre alla fisiologia del sonno, ci possono essere problemi nelle tensioni muscolari oppure delle problematiche intestinali, il livello di ansia che cresce. Nel pre-gara molto spesso c’è questo bisogno di tenere tutto sotto controllo e quindi il nostro cervello si attiva tanto, i pensieri vanno e blocca tutte quelle che sono le sensazioni corporee rendendole accelerate e rendendo tutto più grande e quindi si cerca, attraverso delle tecniche specifiche come la respirazione, di abbassare questo livello di attivazione.
Quando lo abbiamo lavorato con con gli sportivi spesso abbinavamo lo stretching alla respirazione diaframmatica perché riattiva il livello di percezione .
A: Esistono appunto due tipi di respirazione diaframmatica e toracica noi sappiamo benissimo che con la respirazione toracica favoriamo un afflusso di sangue verso l’alto e quindi tutta una capillarizzazione, un’attivazione simpaticotonica che rilascia certi di neurotrasmettitori e questa è assolutamente indispensabile durante la gara.
Ma se noi non sappiamo, prima della gara, andare nell’altra modalità di respirazione abbiamo consumato troppo quindi, ovvio che in gara non dobbiamo fare un respirazione calma e diaframmatica perché ci serve l’altro tipo di respirazione, però, prima della gara, la notte prima è fondamentale sapere accedere a questo tipo di modalità sul piano fisiologico.
Per quanto riguarda questi due piani vogliamo parlare magari di alcune altre situazioni tipiche
Pensiamo, nell’ ansia da prestazione pre gara, a due situazioni che riguardano il piano cognitivo quindi, che pensieri abbiamo che poi ci portano a performare male e qual’è l’emozione caratteristica.
Quando parliamo di ansia non è un’emozione è qualcosa che tocca tutti questi quattro piani. La base dell’emozione nell’ansia è la paura; la paura magari di fallire il proprio obiettivo, di non soddisfare una motivazione interna oppure la paura della valutazione del giudizio dell’altro.
Se succede questa paura della valutazione degli altri che cosa devo fare?
Devo lavorare sul pre gara, facendomi delle domande, cominciando a chiedermi “Perchè sto facendo questo sport? Qual è il mio obiettivo primario? Chi mi giudicherà? Che cosa devo dimostrare e a chi?” Se siamo troppo sul dimostrare agli altri possiamo arrivare a delle modalità disfunzionali che io direi quasi patologiche.
E: L’emulazione molto spesso è positiva, il puntare al più alto mi permette di uscire dalla mia zona di confort. Quindi puntare alto, avere dei degli idoli, dei must da dover raggiungere è stimolante e questo permette anche di essere veramente attivo e con un livello di stress giusto anche alla partenza e quindi che la mia ansia diventi utile a me per avere nuovo stimolo, nuova energia per ripartire.
Quindi da una parte questo senso di emulazione ci deve dare questo Cioè puntare sempre essere il migliore migliore per me.
Certo che se punto al migliore per me, la mia energia è gestibile perché sono io che decido dove devo arrivare.
P: Le pratiche che facciamo noi sono quasi inutili? Per esempio, la tisana per dormire.
E: Non è inutile. Per due motivi, il primo perché ci sono dei rituali da seguire che comunque aiutano a lasciare andare, riconoscendo i rituali noi riusciamo ad attivare una routine che ci fa bene.
Poi perché la tisana funziona davvero a livello naturopatico.
P: C’è un trucco che si può insegnare che ci ascolta? Qualcosa di naturale da utilizzare la mattina stessa? Ci sono alcune cose che si devono fare e alcune che non si devono fare?
E: Allenamento mentale vuol dire diventare completamente autonomi nel gestirlo quindi tutto quello che noi mettiamo in moto a livello di motivazione, di energia mentale arriva naturalmente quindi senza doverci pensare e quindi livelli di ansia diventano gestibili.
A: Noi come lavoro facciamo questo, portiamo lo sportivo che sia amatore o professionista ad arrivare a saper gestire questo.
La respirazione è fondamentale però va imparata, non c’è il trucco purtroppo e non si può neanche imparare con lo yoga o con altre discipline, va imparato bene un certo tipo di respirazione è il lavoro che facciamo noi.
Non è una questione solo mentale, quando si parla di Mental Training ma la differenza con il nostro metodo è che noi utilizziamo sempre tutto anche a livello fisiologico.
Se proprio vogliamo un trucco quello del rituale è veramente importante, mai cambiare.
I rituali sono importanti e li fanno tutti i professionisti, i più ritualizzati sono gli sport presente di mira perché sono molto statici e quindi hanno tantissimo bisogno di scaricare la tensione attraverso questi piccoli rituali.
Se noi siamo convinti che quello ci tranquillizza già partiamo tranquilli e quindi abbassiamo la levetta dell’ansia e già magari stiamo all’interno di un range di attivazione funzionale.
Ti volevo dire per esempio alcune cose invece da evitare e altre due curiosità sugli aspetti cognitivi che invece utilizziamo erroneamente; per esempio per gestire la paura del giudizio un tipo correttivo sbagliato è la scusa, la scusa di non essere in forma. A cosa serve questo meccanismo mentalmente? Se noi cominciamo a dire a noi stessi e a chi ci sta intorno che non siamo nella condizione fisica giusta proteggiamo il nostro ego, perché io mi convinco e annuncio gli altri che comunque non sono al 100%.
E: Lo scopo fondamentale del Mental Training, per quanto riguarda noi, della psicologia del potenziamento è proprio quello di rendere le persone veramente consapevoli di quello che possono fare quindi di rendersi autonomi, di sapere affrontare le difficoltà, di stare sul cambiamento repentino, di saper passare da uno stato all’altro velocemente. Questo permette di sentirsi molto più forti molto più energici di non mollare la presa.
Il mio consiglio è quello di saper riconoscere i propri punti di forza e punti di debolezza per sapere dove lavorare, fare attenzione ai campanelli d’allarme per riuscire a capire quando l’ansia arrivando in modo tale da mettere in atto delle piccole correzioni magari anche in corso d’opera
A: Allenarsi da soli, di imparare a fare da solo, sentire le tue sensazioni, provarci quando è ora di provarci, osare e soprattutto non sforzarsi troppo di dover controllare tutto.
Noi non possiamo controllare tutto quindi focalizziamoci su quello che possiamo controllare momento per momento, qui e ora e non li e allora
Domande:
Debora: Cosa fare quando iniziamo a correre e ci rendiamo conto che non raggiungeremo il nostro obiettivo, come affrontarlo nel resto della gara?
A: Innanzitutto, perché non riusciamo a raggiungere il nostro obiettivo in quel momento?
Comunque il punto è momento per momento ascoltarsi e rispondere al problema in quel momento.
Ovviamente se prima abbiamo fatto un buon lavoro su di noi, sulle nostre sensazioni e le abbiamo aperte, chiare riesci a gestire tutto meglio.