Italia e Ungheria si oppongono alle nuove norme UE sul parcheggio delle biciclette
Recenti sviluppi normativi hanno visto l’Unione Europea prendere una posizione decisa a favore dell’ecosostenibilità urbana con l’introduzione della Direttiva sull’Efficienza Energetica degli Edifici (EPBD). Questa nuova regolamentazione, entrata in vigore il 12 aprile 2024, stabilisce criteri innovativi per l’allocazione di spazi dedicati alle biciclette negli edifici di nuova costruzione e in quelli oggetto di rilevanti ristrutturazioni in tutto il continente europeo.
La controversia italiana sulle nuove norme per i parcheggi bici
Nonostante il consenso generale, la direttiva ha incontrato l’opposizione di Italia e Ungheria, che hanno espresso riserve sull’impatto delle nuove disposizioni. La misura ha tuttavia ottenuto l’avallo di venti nazioni dell’UE, mentre cinque paesi, inclusi Croazia e Svezia, hanno preferito non esprimersi.
Le prospettive future con l’EPBD
L’EPBD, proposta per la prima volta nel dicembre 2021, mira a incentivare l’uso della bicicletta e a mitigare la congestione del traffico nelle aree urbane. Le linee guida richiedono che i nuovi edifici residenziali includano almeno due posti bici per ogni unità abitativa e impongono standard specifici anche per gli edifici commerciali e di servizi. Tuttavia, è prevista la possibilità per gli Stati membri di introdurre deroghe per rispondere a esigenze locali specifiche.
I dettagli salienti della Direttiva
La direttiva EPBD introduce requisiti dettagliati per:
-Edifici residenziali: Ogni nuova abitazione dovrà disporre di almeno due posti bici, indipendentemente dalla presenza di parcheggi auto.
-Edifici non residenziali: È richiesto che almeno il 15% della media o il 10% della capacità totale di parcheggio sia riservato alle biciclette, con considerazioni speciali per veicoli di dimensioni maggiori.
-Edifici non residenziali esistenti: Coloro che dispongono di più di venti posti auto dovranno convertire una parte significativa dello spazio esistente in parcheggi bici entro il 1° gennaio 2027.
In aggiunta, la direttiva prevede l’installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici, inclusi gli e-bike, in tutti i tipi di edifici.
Flessibilità e adattamenti nazionali
L’European Cyclists’ Federation (ECF) ha accolto con favore la direttiva come un avanzamento verso un futuro più verde e ciclabile. Gli Stati membri hanno la facoltà di adattare i requisiti minimi in base alle proprie condizioni locali, demografiche e climatiche.
Nonostante alcune resistenze, la direttiva segna un passo importante verso un’Europa più verde e ciclabile. Resta da vedere come l’Italia e gli altri paesi membri implementeranno queste nuove normative nei prossimi anni.